«Dichiarate Craxi latitante» di Susanna Marzolla

Sulla richiesta del pm dovrà decidere il tribunale. Da Hammamet nuove accuse Sulla richiesta del pm dovrà decidere il tribunale. Da Hammamet nuove accuse «Dichiarate Craxi latitante» E l'ex leaderpsi nomina Taormina difensore MILANO. «Chiedo che l'imputato Craxi venga considerato latitante»: questa l'ultima uscita del pubblico ministero Paolo Ielo al processo per le tangenti della Metropolitana milanese, che anticipa il probabile secondo mandato di cattura per il procedimento Enel. Una richiesta rivolta proprio al tribunale che, per primo, ha firmato un ordine di custodia cautelare contro Bettino Craxi. Ma non c'è soltanto quel mandato di cattura, alla base della richiesta di Ielo; c'è anche l'accusa di essersi «sottratto al divieto di espatrio», entrando in Tunisia quattro giorni dopo la notifica di quel divieto. Finora le assenze di Craxi ai processi non avevano dato luogo a nessuna dichiarazione di «latitanza». Infatti i giudici si erano limitati a respingere le giustificazioni dell'imputato (i certificati medici inviati da Hammamet) definendolo «contumace». Adesso, invece, le cose sono cambiate. 11 tribunale si è riservato di decidere alla prossima udienza, il 21 luglio. Sempreché udienza ci sia: gli avvocati milanesi, infatti, sono nuovamente in sciopero e ieri il processo - tranne che per la richiesta di Ielo - non si è svolto. I legali di Craxi erano comunque presenti e l'avvocato Giannino Guiso ha dichiarato che si opporrà alla dichiarazione di latitanza. Per due motivi: perché - a suo parere il «bollettino di vane riccr che» riguardante Craxi non sarebbe stato ancora depositato e perché il trasferimento in Tunisia, il 16 maggio del '94, sarebbe avvenuto prima, e non dopo, la notifica del divieto di espatrio. Questione cavillosa, quest'ultima: la procura sostiene di aver notificato il provvedimento il 12 maggio agli avvocati di Craxi; i legali ribattono che la notifica valida è quella pervenuta a Craxi stesso, il 20 maggio. L'avvocato Guiso preannuncia il ricorso al tri¬ bunale della libertà contro il mandato di cattura, quando gli arriverà: ieri il legale ha protestato per non aver ancora visto il provvedimento, «mentre l'ho già lotto sui giornali». Toni sempre polemici, quelli dei legali di Craxi. E del resto il pm Ielo ò lo stesso che li ha inquisiti per «concorso in calunnia» per aver presentato il memoriale sulle «telefonate sospetto» di Antonio Di Pietro. Guiso od Enzo Del Giudice non possono quindi difendere Craxi in questa vicenda e l'ex segretario del psi deve trovarsi un altro legale. Guarda caso la scelta è ca¬ duta sul professore Carlo Taormina che per primo, quale difensore del generale della Guardia di Finanza Giuseppe Cerciello, tirò fuori pesanti insinuazioni sull'ex pm. Lo stesso legale che, in piena «offensiva» contro il pool milanese, si incontrò con Silvio Berlusconi, da cui però non ha mai ricevuto, ufficialmente, alcun incarico professionale. Si suppone che dall'accoppiata Craxi-Taormina possano uscire non pochi fuochi d'artificio contro Di Pietro e contro gli altri magistrati. Anche se l'ultimo «razzo» lanI ciato ieri da Hammamet - l'ennesimo fax di Bettino, che negli ultimi giorni era rimasto insolitamente muto - è caduto senza esplodere. Craxi, infatti, indicava una «nuova fonte di informazione» sulla questione delle presunte pressioni di Di Pietro per Far pagare i debiti di gioco del suo amico Elcuterio Rea. «Un corto Maggiorolli»: questa la fonte. Peccato solo che Franco Maggiorolli, imprenditore informatico, non sia affatto una «nuova fonte»: i magistrati di Brescia lo hanno già interrogato, duo volte, un mese fa. Niente di nuovo sul fronte tunisino. E niente di nuovo neppure da Hong Kong. Lo motivazioni della sentenza con cui la Suprema Corto ha respinto la richiesta di rogatoria sui conti di Gianfranco Troielli (e Craxi?) riconfermano quanto si sapeva: la richiesta era «errata noi suo presupposto giuridico» (formulata da un pm e non da un giudice). Il magistrato di Hong Kong critica poi la procura milanese per aver inviato una «massa indigeribile» di materiale: centinaia di documenti che «non è chiaro se riguardano la richiesta principale (la rogatoria, ndr) o se costituiscono un invito a collaborare alle indagini». Invito sicuramonte respinto. Susanna Marzolla L'ex leader Bettino Craxi: ogni giorno accuse via fax dall'esilio di Hammamet

Luoghi citati: Brescia, Hammamet, Hong Kong, Milano, Taormina, Tunisia