Autista pirata condannato a stare in casa di Fabio Pozzo

Autista pirata condannato a stare in casa APPIEDATO DAL GIUDICE Genova: il giovane aveva investito e ucciso un operaio che lavorava sull'autostrada Autista pirata condannato a stare in casa Ordinanza choc in attesa del processo IGENOVA L suo carcere è Rapallo, 25 mila abitanti. Prima regola: mai abbandonare il Comune di «confino». Seconda: mai uscire di casa dalle 22 alle 6 del mattino, salvo il martedì e la domenica. Terza, valida un anno: guai a mettersi al volante di un'auto. Queste le disposizioni cui dovrà attenersi Vittorio Sirito, 27 anni, accusato di omicidio colposo per avere investito e ucciso un operaio sull'autostrada. A disporre le prime due misure, con un'ordinanza che non ha precedenti in Italia, è stato il pretore di Genova, Sergio Merlo, dopo aver chiuso il fascicolo contenente il resoconto delle prime indagini della Stradale sul drammatico incidente. La patente, a Sirito, è stata invece sospesa dal prefetto. Mentre la decisione di quest'ultimo abbraccia per ora il periodo di un anno, l'ordinanza del pretore non porta una data di scadenza. Probabile che il suo effetto si prolunghi fino alla celebrazione del processo a carico dell'investitore. Sirito, alla guida di una Golf, il 1° luglio ha travolto e ucciso un operaio di 53 anni, Alberto Mozzi, anche lui di Rapallo, sposato, un figlio. E' successo sulla Genova-Livorno, poco prima del viadotto di Sori, tra i caselli di Nervi e Recco. Mozzi, assieme a un collega, sta rimuovendo la segnaletica nei pressi di un cantiere aperto dalla sua impresa per conto della Società Autostrade. All'improvviso spunta la Golf, spinta da Sirito ben oltre i limiti di velocità (è quanto sostiene la Polstrada): una sbandata, nessuna frenata. I due operai sono travolti. Mozzi è proiettato contro il guard-rail, dove rimane incastrato: arrivato in fin di vita all'ospedale, muore subito dopo il ricovero. Il suo collega, invece, se la cava. Ha detto ieri Lia Mozzi, la moglie della vittima: «Il pretore ha fatto bene. E' un provvedimento più che giusto, giustissimo». La donna è ammalata, annullata dal dolore: «La nostra vita è distrutta. La colpa di chi ha ucciso mio marito è troppo grande, è imperdonabile». Il loro matrimonio durava da trent'anni. Due anni or sono, la prima grande paura: «Mio marito è stato investito da un'auto. Le gambe spezzate. Tra qualche mese doveva sottoporsi a una nuova visita, a un nuovo intervento». E ancora: «Lui sapeva che il suo lavoro era pericoloso. Il sabato dell'incidente avevamo appuntamento alle 17, a fine turno, a Sori. Quando mi ha chiamato un agente della Polizia stradale, dicendomi che mio marito era rimasto ferito in un incidente, e che era molto grave, ho capito subito che era morto». A seguito della tragedia, il sindacato Fillea-Cigil, che si costituirà parte civile nel processo a carico di Sirito (oltre al reato di omicidio colposo, deve anche rispondere di lesioni per le ferite provocate al collega dell'operaio ucciso), ha puntato l'indice contro la Società Autostrade chiamandola in causa come «corresponsabile» dell'accaduto. Viene accusata di non garantire la sicurezza a chi lavora lungo le carreggiate. «Spesso, gli operai sono protetti soltanto da una fila di birilli di plastica. E' assurdo», spiega Armando Vazzola, segretario della Fillea-Cgil del Tigullio. «Abbiamo da tempo chiesto - aggiunge - un incontro alla Società Autostrade per affrontare questo problema, ma finora non ci è stato concordato». Una polemica, questa, che sembra lontana dall'apparta¬ mento di Galleria Raggio, nel centro di Rapallo, dove abita Vittorio Sirito. Ieri pomeriggio, al telefono, ha risposto una donna. Ha detto: «Sono la cameriera. In casa non c'è nessun altro». La «cella», giusto, si chiude dalle 22 alle 6 del mattino. E poi ieri era domenica, giorno d'aria. Fabio Pozzo Il provvedimento vale tutti i giorni tranne il martedì e la domenica Divieto assoluto di lasciare Rapallo Accanto l'autostrada GenovaLivorno dove è avvenuto l'incidente mortale, a sinistra una veduta di Rapallo, la città in cui vive l'automobilista condannato

Persone citate: Alberto Mozzi, Armando Vazzola, Lia Mozzi, Recco, Sergio Merlo

Luoghi citati: Genova, Italia, Livorno, Rapallo, Sori