Inganni d'amore per la Moriconi di Osvaldo Guerrieri

Inganni d'amore per la Monconi «La madre confidente» di Marivaux ha inaugurato il festival di Borgio Verezzi Inganni d'amore per la Monconi E Muti applaude la figlia Chiara al debutto BORGIO VEREZZI DAL NOSTRO INVIATO L'arrivo di Riccardo Muti manda in fibrillazione la piazza Sant'Agostino. «La madre confidente» di Marivaux sta per aprire il 29° festival di Borgio Verezzi. Ma per un lungo momento tutte le attenzioni sono per il musicista. I fotografi sparano flash isterici, la folla allunga il collo per vedere meglio il maestro che, in una calma olimpica, attende il debutto teatrale della figlia Chiara. Non mostra apprensione. Esperto di cose teatrali, rinvia gioia e abbracci a rappresentazione finita, nel chiuso del camerino. Dopo l'annuncio del premio Veretium, attribuito a Mariangela Melato, il palcoscenico viene ceduto a Marivaux e a una commedia densa di sorprese. Chi s'aspettava un'opera come questa? Composta nel 1735, «La madre confidente» offre un magnifico intrigo e una costruzione così ardita da an¬ ticipare il teatro borghese e il gusto per lo sdoppiamento del personaggio, che avrà in Pirandello un più gelido cultore. Alla base della commedia c'è la solita passione sfortunata: Dorante ama Angelicite e ne è riamato, ma il giovanotto, pur appartenendo a una degnissima famiglia, è irrimediabilmente spiantato. Come potrà madame Argante concedergli la mano della figlia? Ma ecco la gran trovata di Marivaux. Madame Argante, preoccupata per il futuro di Angélique, le si propone come confidente: la ragazza le rivelerà le cose che altrimenti non le confesserebbe e la confidente metterà a tacere l'anima materna. Lo stratagemma non solo rafforza il legame tra le due donne, ma porta alla più felice delle conclusioni: Angélique non sposerà il gelido e affranto Ergaste a cui era stata promessa, ma Dorante, che di quel gentiluomo è nipote e erede. Commedia rapida, perfetta, tesa verso una radicale novità di forme e tuttavia nostalgica, con quei suoi servi, dell'antica maniera dell'Arte, «La madre confidente» arriva alla prima edizione italiana con la regia di Franco Però, in un allestir.iento brillante nel ritmo e attento alle coloriture psicologiche, anche se permeata da qualche discutibile artificio. Per esempio il regista rappresenta la lite tra i due innamorati sotto i minacciosi fragori di un temporale. Perché questa sottolineatura, quando è già tutto nelle parole e nelle volubili psicologie di Marivaux? Ma, nel complesso, lo spettacolo funziona a dovere, sostenuto da una compagnia che ha in Valeria Moriconi una Argante di sicura efficacia. Umana, severa e, se occorre, intrigante, l'attrice domina la scena con leggerezza. Accanto a lei troviamo un irresistibile Toni Bertorelli nella caratterizzazione ai Ergaste. Nino Bignamini e Carla Chiarelli sono i sapidi servi Lubin e Lisette. Riccardo Onorato è Dorante e Chiara Muti è una sorpresa. Per il personaggio di Angélique sa essere vibrante e volitiva. In più, rivela una bella presenza scenica e una scaltrita sicurezza di mezzi. Alla fine anche per lei gli applausi fioccano a scrosci. Osvaldo Guerrieri Grande successo di una commedia inedita per l'Italia Chiara Muti (a sinistra) e la Monconi in un momento dello spettacolo

Luoghi citati: Borgio Verezzi, Italia