A caccia di capolavori sulla via del marmo

A caccia di capolavori sulla via del marmo Dalle Steli della Lunigiana a Henry Moore, 60 chilometri sull'antica strada Franchigena A caccia di capolavori sulla via del marmo Novecento anni di scultura in Versilia a portata di «viandante» jjTI PONTREMOLI I a ALLA Lunigiana alla Ver- II silia, lungo l'antica via 11 Franchigena. La «strada s£ Idpl marmo» diventa anche via della scultura: nei 60 chilometri fra Pontremoli e Pietrasanta, con tappa a Carrara, il viaggiatore riscopre - girando per ostelli e alberghi come un antico viandante - i capolavori scaturiti dalla pietra di queste montagne. L'itinerario della manifestazione, intitolata «Novecento anni di scultura» e organizzata da Ars Antiquaria, Regione Toscana, Apt Versilia e dai Comuni delle tre città, si inaugura oggi alle 18.30 a Pontremoli, in contemporanea con l'assegnazione del Premio Bancarella. Il primo «viandante» (come da tradizione partirà domani all'alba), è il presidente di Ars Antiquaria Luigi Bellini: domani alle 18,30 sarà a Carrara, martedì alle 21,30 si farà festa a Pietrasanta. Il percorso artistico rimarrà allestito fino al 30 agosto: a Pontremoli si potranno ammirare le celebri e antichissime Steli della Lunigiana, nonché numerose grandi opere nelle vie e piazze della città. Aperti anche molti laboratori di scultura, come quello di Preti a Palazzo Campi, di Cascella al Castello della Verrucola di Fivizzano, di Ricci alla Casa Torre Malaspina di Mulazzo. A Carrara le opere verranno inserite nelle cave e nei laboratori di provenienza e così a Pietrasanta, dove nella Chiesa di S. Agostino è allestita la mostra principale: 32 capolavori che risalgono a un arco di tempo dal '200 all'Ottocento, da Jacopo della Quercia a Medardo Rosso. In città sono esposte anche 10 opere dello scultore giapponese Jasuda Kan: tre saranno in piazza del Duomo, le altre sette nel centro storico. Un giornale, distribuito nelle edicole, fornisce le notizie su locande, cantine, taverne e trattorie, senza dimenticare alberghi, hotel e ostelli. Un libro offrirà una «lettura» del percorso, presentando le leggende degli antichi borghi: immersi tra olivi e castagni, so- vrastati dai picchi selvaggi delle Apuane, da secoli sono meta dagli artisti più famosi. Henry Moore, uno dei più grandi scultori del nostro tempo, aveva una casa a Camaiore, per essere più vicino agli amici maestri cavatori che gli fornivano la materia prima. Carrara è capitale del marmo sin dall'età romana, quando i marmi detti lunensi, dalla colonia di Limi, erano richiestissimi nell'Urbe. Il commercio iniziò intorno al 70 a. C, quando dalla cava del Polvaccio uscirono i blocchi da cui usciranno la colonna Traiana e l'Apollo del Belvedere. Il borgo di Colonnata sembra abbia avuto origine da una colonia di schiavi cavatori. Fatica e i rischi per estrarre il materiale erano anche allora immensi: nelle fratture naturali delle pareti si infilavano cunei di legno, che bagnati con acqua si dilatavano. La manodopera era fornita da schiavi e criminali. A Carrara, nido di anarchici, il filo rosso della storia non si è ancora spezzato. Qui, nel 1505, giunse il trentenne Michelangelo, inviato dal Papa Giulio II che non si fidava dei cavatori ghibellini e ribelli della Lucchesia, in cerca dei marmi per il mausoleo in San Pietro, che allora si stava rinnovando. Buonarroti rimase a Carrara otto mesi, si aggirò per le Apuane e scelse il marmo migliore, quello del monte Altissimo, il prezioso e raro «statuario». Vagheggiò anche, si dice, di scolpire un'intera montagna, per farne un colosso visibile da lontano ai naviganti. Ma tornato a Roma il capriccioso pontefice pensava già ad altro. Per Michelangelo iniziava invece il «tormentone» del monumento funebre al Papa Della Rovere. Alle cave di Carrara salì anche Modigliani, nel 1913: «Pianterò la tenda nella luce abbagliante delle cave», aveva detto. Ma il sogno diventerà presto incubo, per un fisico debilitato come il suo. Abbandonò il marmo, suo primo amore: entrava impalpabile e devastante nei suoi polmoni malati di tubercolosi. Cario Grande Tra le montagne di Michelangelo, «vittima» del bizzoso Giulio II percorso, prei a - si, dalla colonia di chiesl'Urbcio in70 Michelangelo rimase a Carrara otto mesi e scelse per Giulio II il marmo migliore, quello del monte Altissimo. Sotto, Stele della Lunigiana Amedeo Modigliani salì alle cave di marmo di Carrara nel 1913: "Pianterò la tenda nella luce abbagliante delle cave»