Il tribunale scarcera i boss della mafia di Fabio Albanese

Messina, scaduti i termini della custodia cautelare. Fuori di cella il killer di Alfano Messina, scaduti i termini della custodia cautelare. Fuori di cella il killer di Alfano Il tribunale scarcera i boss della mafia Per 31 arriva la libertà MESSINA NOSTRO SERVIZIO Tornano a casa i boss della mafia messinese. Per 31 di loro, il tribunale della libertà ha stabilito che non è possibile una proroga dei termini di custodia cautelare. Quattordici hanno lasciato il carcere messinese di Gazzi venerdì, altri 17 ieri, di questi, tre fanno parte di un altro procedimento e la decisione è stala presa dal gip di Messina. Solo per un caso al gruppo non si sono aggiunti altri sette imputati che, nonostante il provvedimento di scarcerazione, restano in carcere perché accusati anche in altre inchieste. 131 scarcerati avranno due sole limitazioni: l'obbligo della residenza e il divieto di allontanarsi da casa durante la notte. Ma non è difficile immaginare che non ci sia chi abbia già fatto perdere le proprie tracce. Ci sono nomi noti e meno noti nella «geografia» mafiosa messinese. Da Giovanni Tamburello, ritenuto l'anziano capo della mafia di Mistretta, a Carmelo Armenie tra i fedelissimi del boss Pino Chiofalo, quest'ultimo oggi pentito. Ma c'è anche Salvatore Ofria, accusato di tre omicidi, e Antonio Merlino, un giovane incensurato ritenuto il killer che, nel gennaio di due anni fa, uccise a Barcellona Pozzo di Gotto il giornalista Beppe Alfano. Per questa vicenda il processo è ancora in corso e Merlino era già stato scarcerato, sempre per decorrenza dei termini, nel novembre dello scorso anno. Resta in carcere, con un'accusa pper droga, Pietro Milone, ritenuto il capo della mafia messinese, rinchiuso nel carcere di Cagliari. Se non ci fosse stata quest'altra accusa, anche lui avrebbe fatto parte del gruppo. Ieri hanno abbandonato il carcere anche Rosario e Sebastiano, due dei quattro componenti reclusi della famiglia dei Bontempo Scavo, gruppo mafioso di Tortorici che fu protagonista al processo di Patti contro gli estortori di Capo d'Orlando. In carcere restano Francesco e Antonio Bontempo Scavo. Boss e gregari furono tutti arrestati nel giugno dello scorso anno nel corso dell'operazione «Mare Nostrum», un megablitz che portò in carcere oltre duecento persone; una delle inchieste più importanti sulla mafia di Messina e della zona di Barcellona Pozzo di Gotto; accuse per omicidi, estorsioni, rapine, droga. Fatti avvenuti tra il 1988 e il 1993. Agli inizi dello scorso mese di giugno, prima che scadessero i termini per la custodia cautelare, i magistrati della direzione distrettuale antimafia di Messina avevano presentato ai giudici per le indagini preliminari Marcello Mondello e Ferdinando Licata una richiesta di proroga delle ordinanze di custodia cautelare, che era stata loro accordata per sei mesi, visto che l'inchiesta è particolarmente complessa e che nei fascicoli erano entrate nuove rivelazioni di pentiti, alcuni nuovi di zecca e importantissimi come lo stesso Chiofalo. Gli avvocati della difesa non si sono dati per vinti e hanno presentato le istanze di scarcerazione dei loro assistiti al tribunale per il riesame sulla base di un'altra sentenza della Cassazione, emessa a sezioni riunite il 21 aprile scorso ma depositata soltanto il 16 giugno, in data successiva cioè al provvedimento dei due gip messinesi. La nuova sentenza.della Cassazione stabilisce «molivi sostanziali e dettagliati» per concedere la proroga. Le «gravi esigenze di custodia cautelare» indicate dai gip, insomma, «sono necessarie ma non sono sufficienti perché va esaminato caso per caso, soggetto per soggetto, e non complessivamente». E così, le porte del carcere si sono riaperte, in un clima di evidente imbarazzo da parte dei vertici investigativi che adesso stanno cercando di porre riparo a questi due clamorosi provvedimenti, prima che sia troppo tardi. In procura fanno sapere soltanto che al più presto verrà presentato ricorso per Cassazione. Fabio Albanese Polemiche a Messina per la scarcerazione di 31 boss mafiosi