Profanatori di tombe per un vecchio vestito di Anna Zafesova

Profanatori di tombe per un vecchio vestito Profanatori di tombe per un vecchio vestito L'AGONIA DEL DONBASS Eff MOSCA * morto nella miniera dove lavorava, in seguito a un incidente. Ha lasciato moglie e figli che hanno speso gli ultimi soldi rimasti alla famiglia per un funerale dignitoso, con bara, fiori e pranzo per i parenti e gli amici. Ma due giorni dopo nella casa del minatore defunto si è presentato un poliziotto per fare una domanda strana: cosa aveva addosso il corpo? Il vestito «buono» aveva risposto la vedova senza capire. Nient'altro di prezioso. Il cadavere dell'uomo era stato trovato per terra, accanto alla sua tomba, dissotterrato. Nudo: senza il vestito «buono», senza scarpe, senza perfino i calzini. E' accaduto a Kirovsk, nella regione mineraria del Donbass in Ucraina. La polizia ha aperto un'inchiesta su un «atto di vandalismo». Ma a tutti nella piccola città è chiaro il vero movente del terribile atto: non è stato un maniaco o un necrofilo, ma qualcuno tentato dal vestito della domenica messo dai parenti addosso al minatore. Un vecchio ma ancora decente vestito di produzione sovietica, comprato quando ancora il Donbass era una delle zone industriali più importanti dell'ex Urss e i suoi minatori guadagnavano oltre alla gloria e alle medaglie per il «lavoro socialista» anche salari da sogno. Oggi tutto questo appartiene al passato. E si dice anche che non sia la prima volta che le tombe dei defunti vengono saccheggiate in questo modo. Oggi i minatori del Donbass vengono pagati poco o niente (spesso, inoltre, non ricevono il salario per diversi mesi) e intere famiglie campano con la razione gratuita che viene distribuita nelle miniere: una pagnotta, un uovo sodo, un pezzo di pollo o di lardo e qualche zolletta di zucchero. Trovare un altro lavoro è quasi impossibile: le fabbriche sono quasi tutte ferme e fare «business» o cummercio è inutile in una città dove nessuno ha i soldi per compe¬ rare. Ma anche con i soldi le merci non si trovano: l'economia dell'Ucraina è ormai a pezzi o quasi. Le miniere del Donbass, per quanto vecchie e malandate (gli incidenti con esiti tragici sono ormai diventati quasi quotidiani), sono uno dei pochi settori che ancora produce qualcosa. Ma i consumatori non sono in grado di avere soldi per pagare il carbone. E c'è anche un disastro ecologico che potrebbe colpire il Donbass nei prossimi giorni. Dopo la rottura degli impianti di riciclaggio delle scorie urbane tonnellate di acqua inquinata di feci si sono riversate nel fiume Severnij Donez. Le autorità di Kharkov, la seconda città dell'Ucraina, dove è avvenuto l'incidente, hanno perfino consigliato agli abitanti di lasciare la città fino a che le scorie non passeranno oltre, trascinate dalla corrente verso il Don e il Mare di Azov. Ma il vero panico è scoppiato quando si è scoperto che, come risultato dell'inquinamento, nel fiume era apparso il vibrione del colera. Ora l'emergenza si estende a tutto il Donbass e anche al Sud della Russia, dove si teme l'arrivo della temibile malattia. Anna Zafesova I minatori da mesi non ricevono salario Per sopravvivere, c'è chi deruba i morti «La concessione di cento anni è scaduta nel 1967» Un tempo i minatori del Donbass avevano salari da sogno, oggi devono fare i conti con la povertà

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