Aperto a Alamogordo il parco della Bomba di Franco Pantarelli

Aperto a Alamogordo il parco della Bomba Aperto a Alamogordo il parco della Bomba IL CASO NEL DESERTO DEL PRIMO TEST SNEW YORK ARA' un picnic molto speciale quello che alcuni abitanti del New Mexico (e forse anche gente proveniente da altri Stati) celebreranno oggi. L'appuntamento è nientemeno che a Trinity Site, cioè il luogo a Nord di Alamogordo, fra la riserva indiana degli Apache e quella degli Zuni, dove il 16 luglio 1945 fu compiuto il primo esperimento atomico della storia. Il «Progetto Manhattan», cominciato sei anni prima, aveva finalmente partorito la nuova bomba, segnando l'inizio ufficiale dell'era atomica. La tremenda esplosione di quel mattino di esattamente 50 anni fa (erano le 5,29), la colonna di fumo che si levò e che fu subito battezzata «fungo», per quelli che assistettero all'esperimento sono ancora «una cosa che non dimenticherò mai». Ora, sulle mappe, Trinity Site viene indicato con un quadratino rosso che sta per «Punto di interesse turistico» e oggi saranno svariate migliaia, si calcola, i turisti che andranno a celebrare la ricorrenza. Forse sarà anche un'occa¬ sione di protesta. Gli ambientalisti americani sulla disputa fra Greenpeace e il governo francese per le esplosioni programmate a Mururoa sono rimasti praticamente assenti, come del resto la stampa, i politici e l'opinione pubblica americana. Chissà che oggi, fra i visitatori con thermos e zaino, non ci siano anche loro. La bomba fu piazzata su un traliccio alto 35 metri. Un con- tatto elettrico dette il via all'esplosione e «fu come se il sole fosse caduto sulla terra», dice oggi il fisico Philip Morrison, che fu tra quelli che assistevano. L'operatore Berlyn Brixer, incaricato dal Pentagono di riprendere la scena, pensò di avere mancato il suo compito. «Per un momento credetti che l'obiettivo fosse saltato e che la pellicola si fosse sciolta». Nessuno di loro, almeno stando a quanto dicono, ebbe il senso concreto di ciò che era successo quel giorno. Certo, avevano sempre saputo che quella a cui stavano lavorando era un'arma micidiale. Ma per loro, da bravi scienziati, il vero significato di quel fungo a Trinity Site era che «l'uomo aveva acquisito una nuova vittoria sulla natura ed aveva compiuto un nuovo passo nella conoscenza», come ebbe a dire il dottor Rabi, un altro dei presenti. In fondo, tra il costruire un'arma e l'usarla c'è sempre un lungo tragitto mentale da compiere. Durò 21 giorni, come si sa, quel tragitto mentale. Fino al 6 agosto, quando quel fungo apparve di nuovo a Hiroshima, e qualche altro giorno dopo a Nagasaki. L'obiettivo primario della bomba, durante gli anni di lavoro al «Progetto Manhattan», era stato la Germania, ma ora si dice che anche se fosse stata pronta prima sarebbe stata co¬ munque gettata sul Giappone. Lo aveva deciso il Presidente Truman perché temeva che nel caso in cui non fosse esplosa gli scienziati tedeschi avrebbero potuto impadronirsene, perfezionarla e usarla contro gli alleati. Agli scienziati giapponesi, evidentemente, Truman non dava altrettanto credito. Ma queste sono storie del passato. L'«equilibrio del terrore» seguito all'era atomica in fondo ha assicurato decenni di pace. I turisti del New Mexico, almeno, ne sono convinti. E' per questo che andranno a fare il loro picnic a Trinity Site. Franco Pantarelli

Persone citate: Philip Morrison, Rabi

Luoghi citati: Germania, Giappone, Hiroshima, Manhattan, Nagasaki, New Mexico