Veltroni: Ciampi e Dini come Lippi e Trap di Pierangelo Sapegno
Veltroni: Ciampi e Dini come Lippi e Trap Paragoni in libertà alla festa per il mister bianconero: Scalfaro? Il migliore degli arbitri Veltroni: Ciampi e Dini come Lippi e Trap 7/ vice-Prodi: «Igoverni tecnici oggi sono i migliori» IL PALAZZO NEL PALLONE SVIAREGGIO OLE che brucia e Veltroni che corre sul campo di calcio. Maglia della Juve e numero 10 sulla schiena. E' il Lippi-day. Viareggio festeggia quello che oggi è il suo figlio più celebre, l'allenatore che ha portato la Juventus allo scudetto. Potenza del pallone. E c'è anche Walter Veltroni a rendere gli onori al tecnico bianconero. C'è persino Aldo Agroppi, maglia granata, che confessa un'antica passione juventina: «Avevo 13 anni, andavo pazzo per Sivori. Non avevo ancora l'età della ragione». Comincia cosi, Veltroni, primo omaggio a Marcello Lippi: «E' come Ciampi. Lavora con rigore e serietà». E Trapattoni invece? «Come Dini. Si tratta sempre di governi tecnici. Oggi sono i migliori». Ma fra i due chi preferisce? «Lippi mi piace di più. Trap è stato grande, ma aveva una squadra straordinaria, aveva Platini. Lippi ha avuto il merito di ricostruire Vialli e il coraggio di lanciare Tac- chinardi». Continuiamo un po' questo gioco, onorevole. Scalfaro chi è? «Il miglior arbitro politico». Ma nel calcio chi sarebbe? «Zoff. Persona seria e responsabile». E Bossi? «Bob Vieri, ve lo ricordate?». Non Nicola Berti? «No, Berti è più quadrato». Ma fra i giocatori di oggi chi potrebbe essere? «Di Canio. Uno che ha un buon dribbling, ma la palla in porta non la mette mai». E Fini? «Pasinato dell'Inter, un mediano che corre». Un calciatore di questo campionato... «Crippa, uno di quelli che porta palloni, ma con poca tecnica». E D'Alema? «Albertini». Non è uno che lascia memorie, Albertini... «Sì, ma ha fama di essere grande». In questi giorni, dopo l'accordo fra Juve e Milan, si parla di antitrust nel calcio. Che ne pensa? Non è una ridicolaggine? «No, io penso sia giusto. Il calcio è un grande affare, un oggetto di potere e di piacere. Non ci vedo nulla di male se l'antitrust ci butta un occhio». Non è che intervengono solo perché si parla di Berlusconi e Agnelli? Quando Sensi e Cragnotti minacciarono la Lega del Sud nel calcio nessuno disse niente... «Se nessuno è intervenuto, lì hanno sbagliato. Lo dico anche contro i miei interessi, perché sono juventino, ma l'antitrust ci vuole, lo ripeto». Secondo lei, Berlusconi nel Milan esercita il potere? «No, tutt'al più una forma d'influenza. Il potere politico è ben altro». I grandi dirigenti della sinistra italiana sono stati tutti juventini. Togliatti, Berlinguer, Lama. Ma perché? «Penso di essere l'unico caso atipico. Perché Togliatti era di Torino, Berlinguer sardo e Lama romagnolo, terre tradizionalmente bianconere. Io invece sono romano, per me è un po' diverso». E com'è diventato tifoso della Juve? «Io beccai la squadra di Charles e Sivori quand'ero bambino e mi inna¬ morai subito. Ho visto Goti qui, e mi sono commosso. Anzolin, Gori. Sarti...». Lui giocava a destra. E si chiamava Adolfo, lo sa? «Sì lo so. Adolfo Gori e Benito Sarti. Ma Gori è uno di sinistra». Senta, Veltroni. Lei, Baggio l'avrebbe tenuto? «Lo confesso, a me piange il cuore a veder andar via Baggio. Ho una grande simpatia per lui. L'ho conosciuto alla festa di Vialli, dopo lo scudetto. Lui ha dentro una grande melanconia, è una persona di un fascino particolare, anche profondo. Mi sta molto simpatico, davvero». Più di Michel Platini? «Beh, Michel è un'altra cosa. Platini è come Schopenauer». Se le chiedessero di entrare nel Consiglio d'amministrazione della Juve che cosa farebbe? «Dove si firma? Subito». Diventerebbe socio di minoranza con Agnelli? «Perché no? Guardate, il calcio è una cosa seria. Si può cambiare la moglie, si può cambiare anche il partito, ma la squadra di calcio no. Quella mai». Fede però l'ha fatto. Era juventino, ora è milanista... «Appunto». Pierangelo Sapegno La stretta di mano fra Veltroni e Lippi prima dell'avvio del match
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