«Bettino? Lo vogliono morto»

«Bettino? Lo vogliono morto» «Bettino? Lo vogliono morto» Josi: la sua fine chiuderebbe Tangentopoli IL «DELFINO» DELL'EX LEADER ■ L tesoro di Craxi? Vi ricordate ■ come definì Bettino la maxiI tangente Enimonl? Una maxi palla. Ecco, la definizione va benissimo anche per il presunto tesoro nella banca di Hong Kong. Certo, se continua così, il tesoro Craxi se lo farà veramente, a furia di querele vinte». Cerca di riderci sopra Luca Josi, 28 anni, già ex segretario dei giovani socialisti, uno dei pochi rimasti vicino, anzi vicinissimo al leader nell'esilio di Hammamet. E' stato lui a far avere, tramite avvocati, il famoso passaporto diplomatico ai magistrati di Mani Pulite, guadagnandoci un lungo interrogatorio davanti al pm Piercamillo Davigo. «Quattro ore, come i candidati premier Prodi e Berlusconi, poco meno del candidato premier di qualche tempo fa Antonio Di Pietro. Ho guadagnato l'eleggibilità a Palazzo Chigi». Che vi siete detti, lei e Davigo? «Non è mio costume rivelare atti giudiziari». Anche lei ha dei segreti? «Non ho nessun segreto. L'unico segreto è quello di essere un accanito craxiano e di non tollerare l'idea che nella Costituzione fra qualche tempo venga inserita una norma transitoria sul "divieto di ricostituzione del partito socialista". Fino a quel giorno, non ho commesso alcun reato. Al massimo possono accusarmi di traffico illecito di socialismo craxiano». Un ruolo pericoloso... «Già. Quello di non far morire un'area politica. Guardi, io sono stato il più giovane segretario dei giovani socialisti, sono entrato a 24 anni nella direzione del partito. Un curriculum da vero "delinquente". E non me ne vergogno». Che cos'è questa Giovine Italia che ha fondato due anni fa? «E' un movimento che riunisce giovani ex socialisti, ex liberali, ex repubblicani. Ma a sentire voi giornalisti sembra una società segreta, la nostra sede di via Boezio è diventata addirittura un "covo''». Vi hanno perquisiti recentemente, o sbaglio? ((Appunto. Credo che abbiano trovato molte carte, un po' di discorsi, tanti libri... Ma tutto quello che sa di Craxi ormai sembra un delitto». Lei è l'ultimo craxiano di ferro? «Si sbaglia. C'era gente assai più craxiana di me, solo che tutti gli al- tri si sono squagliati e sono rimasto io. Un regalo a Craxi almeno è stato fatto. Gli è stata tolta tanta zavorra. Adesso sa di chi si può fi¬ dare». Sta proprio così male? «Il cervello è ottimo, il carattere straordinario, ma le condizioni fi¬ siche sono cattive. In questi mesi, quando non era a casa ad Hammamet, era all'ospedale di Tunisi». E i viaggi che la Digos sostiene abbia fatto a Parigi e in Svizzera? «Ma certo, come no? Li ha fatti tutti con il suo amico il Barone di Munchhausen. Fatemi il favore...». Perché Craxi è tanto odiato? «Perché è l'unico che sta cercando di rompere il sogno infantile degli italiani che tutto il bene stia da una parte e tutto il male dall'altra». Ma non sarebbe più credibile se queste cose le dicesse in Italia? «Già. Se questo non fosse un Paese che risolve i suoi misteri con caffè avvelenati e impiccagioni...». Allora lui teme davvero per la sua vita? «Certo. Craxi va ammazzato. Que¬ sto è l'obiettivo numero uno. Perché morto lui, Tangentopoli sarebbe veramente chiusa. Si farebbe subito una bella amnistia e tutti tirerebbero un sospiro di sollievo. E' che lui è l'unico a continuare a parlare chiaro. E poi...». E poi? «E poi i politici di oggi temono il confronto con lui. Craxi è un grande statista. Queste sono delle mezze calzette. Pensi a un Maroni, a uno Speroni. Ma sono politici quelli? 0 a una rivetti che sorrideva quando Leoni Orsenigo mostrava il cappio in Parlamento. Ah no, io non ci sto, meglio Craxi». Uno statista condannato a otto anni di carcere... «Uno statista è come un grande chirurgo. Maneggia cose che gli altri non sanno maneggiare. Non lo si può misurare con il metro della gente comune». Ir. sii.] «Quella del tesoro è una maxi-palla La verità è che tutti lo temono» A lato. Luca Josi con Bettino Craxi. Sopra, Di P;etro e Borrelli. Sotto, il pm Piercamillo Davigo c l'ex ministro Roberto Maroni

Luoghi citati: Hammamet, Italia, Parigi, Svizzera