Un filo di trattativa tra il Papa e Karadzic di Raffaello Masci

Un filo di trattativa tra il Papa e Karadzic Un filo di trattativa tra il Papa e Karadzic ROMA. Anche se non li vogliamo chiamare «negoziati», «trattative» o quant'altro che sappia di esplicita iniziativa diplr natica, il fatto c'è, al di là delle smentite: la Santa Sede si sta adoperando in prima persona per trovare una soluzione negoziata e pacifica alla catastrofe bosniaca e, a questo titolo, il nunzio apostolico in Bosnia, mons. Francesco Monterisi, ha incontrato una delegazione dell'autoproclamato governo serbo di Bosnia. Il Papa insomma sta tentando un'ultima, definitiva mossa prima che il coro di chi vuole ricorrere a un atto di forza abbia il sopravvento. La questione dell'iniziativa vaticana era stata posta dal settimanale «Epoca» che, nel numero in edicola domani ma anticipato ai giornali venerdì scorso, annunciava e documentava l'evento. Ieri il portavoce del Papa, Joaquin Navarro Valls, ha chiarito gli estremi della «presunta iniziativa»: «La Santa Sede non è impegnata in alcuna mediazione tra le parti in conflitto in Bosnia-Erzegovina» - ha detto tuttavia, nonostante sussistes- sero «gravi perplessità», il vescovo Monterisi, nunzio apostolico in Bosnia, ha «accettato di ricevere rappresentanti dei serbo-bosniaci di Radovan Karadzic e di trasmettere i loro punti di vista alle istanze competenti». L'incontro - ha preci- sato poi Navarro - ha avuto «carattere esclusivamente privato» ed è stato accettato unicamente per non lasciare «inesplorata qualsiasi via che possa eventualmente contribuire ad una pace giusta». E una nota della sala stampa vaticana chiarisce: «Ci si è limitati ad ascoltare gli interlocutori», e quanto al nunzio, la sua comunicazione è stata solo per ribadire «l'energica condanna della violenza e dei metodi usati dai serbo-bosniaci nei riguardi delle popolazioni civili e delle forze delle Nazioni Unite». Ma dato che la diplomazia si può servire talvolta anche di vie informali, l'incontro acquista un suo rilievo. Soprattutto se associato ad una preoccupazione assai pressante che il Papa sta manifestando in queste ore -'lo ha ammesso lo stesso Navarro - per l'evoluzione che la crisi bosniaca sta vivendo: «Il Santo Padre si chiede continuamente - ha detto il portavoce - cosa si potrebbe fare per queste pesone che soffrono, e pensa continuamente alla situazione terribile della ex Jugoslavia, e soprattutto alle terribili umiliazioni e sofferenze delle donne e dei bambini». E' probabile che oggi stesso, in occasione dell'Angelus, il Papa faccia riferimento alla Bosnia, dando così un più alto valore politico alla campagna di allarme che da giorni «L'Osservatore Romano» sta riservando alla questione: «Non si può continuare ad essere spettatori», perché altrimenti «si diventa complici dei sanguinari che stanno annientando il popolo bosniaco», scriveva il foglio vaticano due giorni fa. E nell'edizione di ieri ha rincarato la dose: «Non c'è più posto per i sentimenti di umanità, di tolleranza o almeno per la ragione. La pietà è morta e avanza incontrastato il furore barbarico». Raffaello Masci Navarro: ma non è una mediazione Il Nunzio in Bosnia ha ricevuto emissari del leader di Pale iK Giovanni Paolo II in Val d'Aosta «Si chiede continuamente che cosa si potrebbe fare per la Bosnia»

Persone citate: Francesco Monterisi, Giovanni Paolo Ii, Joaquin Navarro Valls, Karadzic, Monterisi, Navarro, Radovan Karadzic

Luoghi citati: Bosnia, Bosnia-erzegovina, Jugoslavia, Roma, Val D'aosta