« Lei è pregiudicato» muore d'infarto
« Venezia, i figli di un gondoliere accusano: «E' stata la vergogna a ucciderlo» « Lei è pregiudicato», muore d'infarto Omonimo di un detenuto, lo accusano per sbaglio VENEZIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Morto per un caso di omonimia? Forse sì, lo dovrà stabilire un giudice. A lui si sono rivolti i familiari di un gondoliere in pensione, Mario Silvestri, 58 anni, ucciso da un infarto due mesi fa per essere stato scambiato dalla giustizia per un pregiudicato. Assegni a vuoto, patente falsa. Il procuratore di Bologna crede di aver individuato il colpevole e lo cita a giudizio. Così Silvestri riceve il 28 aprile la lettera di un avvocato che lo informa di essere stato nominato suo difensore d'ufficio. Ma il povero gondoliere casca dalle nuvole: lui quei reati non li ha mai commessi. E' sotto choc, si sente perseguitato. La moglie tenta di rassicurarlo e si prova a prendere il toro per le corna. Va all'anagrafe e scopre che esiste un tizio con lo stesso nome, di un anno più giovane, che è detenuto in carcere. E' lui, sicuramente, il vero destinatario della citazione. Ma il giorno seguente arriva l'ufficiale giudiziario con la notifica, e le cose si complicano. Silvestri è un uomo semplice, prova vergogna, non riesce a farsi una ragione anche se quello è chiaramente un equivoco. In famiglia lo vedono sempre più teso e preoccupato. Per di più, da Bologna qualcuno lo informa che, sebbene innocente, dovrà comunque presen tarsi in Pretura per difendersi, come prevede il codice, anche se si tratta di un errore di persona. Il gondoliere si dispera, piange tutto il giorno, raccontano i familiari. Fino al pomeriggio del 30 aprile, quando il cuore gli scoppia. Il referto medico parla di infarto acuto al miocardio. I parenti sono convinti che la morte improvvisa sia da collegarsi allo stress provocato da tutta questa vicenda. E adesso si sono affidati a un avvocato perché chieda alla Procura della Repub¬ blica di accertare se vi siano responsabilità, dunque una richiesta di risarcimento danni possibile. La moglie Luciana Rigalo di 55 anni e i figli Fabio e Valentina di 32 e 28 vogliono giustizia: «Solo giustizia, non chiediamo soldi», dice la donna. Anche se non sarà facile dimostrare che la causa della morte sia stato proprio quell'atto di citazione davanti al pretore. Certo che a Bologna il difensore d'ufficio, la procuratrice legale Roberta Zama, ricoitia di «aver chiarito la questione solo ai primi di maggio, nella cancelleria della Procura della Pretura, che ne ha preso atto, e lo stesso procuratore ha confermato che la vicenda non avrebbe avuto seguito. Tant'è che il giorno dell'udienza Silvestri non è più stato chiamato a comparire» dice. Troppo tardi, comunque: lui era già morto, prima ancora del chiarimento. Mario Lollo
Persone citate: Luciana Rigalo, Mario Lollo, Mario Silvestri, Roberta Zama
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