Sordi un cantautore a Roma

Il 19 luglio le composizioni di «Albertone» in piazza per festeggiare i cent'anni del Cinema Il 19 luglio le composizioni di «Albertone» in piazza per festeggiare i cent'anni del Cinema un cantautóre a Roma ROMA. Sordi e la musica: chi ci aveva pensato prima? Nessuno. Eppure il rapporto tra Alberto Sordi e la musica è intensissimo: comincia con suo padre, basso tuba nell'orchestra del Costanzi, quello che poi diventerà il Teatro dell'Opera, e finisce con Piero Piccioni, autore con lui di alcune bellissime colonne sonore cinematografiche. Al tema, poco esplorato e poco studiato, l'Ente dello Spettacolo ha deciso di dedicare la serata di mercoledì 19 luglio, nello spazio di «Cineporto», per festeggiare i cent'anni del cinema, nell'ambito del premio Colonna Sonora. L'idea è di Vincenzo Mollica, il solo che si sia già occupato di Sordi e della sua musica curando anni fa, con Gastone Razzi, un album delle sue canzoni, da quelle composte in puro spirito demenziale come «Nonnetta», «Il bimbo che non conobbe infanzia», «Carcerato», «Il milionario», tutte scritte da Sordi per i suoi programmi radiofonici dell'immediato dopoguerra, a quelle firmate con Piero Piccioni come «Breve amore», composta per il film «Fumo di Londra» e incisa anche dalla Streisand, ^more, amore, amore, amore», che accompagnava «Un italiano in America» e che ha cantato Mina, fino a «Ma'ndo Hawai», eseguita in coppia con Monica Vitti, in un esilarante duetto con banane a seguito, in «Polvere di stelle». Mollica sostiene che Sordi avesse una genialità naturale che gli permetteva di anticipare i tempi, di rompere ogni schema, usando nei suoi spettacoli, senza accorgersene, perfino pezzi di futurismo. Enzo Jannacci l'ha ammesso: «Se non ci fosse stato Sor- di, noi del cabaret non avremmo neanche potuto cominciare». Per questo nella serata in piazza, che verrà trasmessa in differita da Raiuno il 3 settembre, oltre, a Barbara Cola e a Piero Piccioni, e stato invitato anche Jannacci che canterà «Nonnetta» appositamente per Sordi. Molti gli spezzoni cinematografici o televisivi. Tra i più famosi il balletto di Sordi con Mina e le Gemelle Kessler preso da Studio Uno. Anche Sordi dovrebbe cantare. «Probabilmente farò "Carcerato", una canzone che scrissi per alleviare la tragica condizione di chi stava dietro le sbarre, facendoli ridere su se stessi. Fa: "Scusi lei signore chi è? Sono un carcerato. Perché questa domanda? Ritmo sincopato». Era una cosettina un po' sfottente. Chissà, magari già allora m'aspettavo che molti italiani sarebbero finiti dentro». Ma la novità più grossa è rappresentata dalla presentazione al pubblico di alcune canzoncine registrate da Sordi al principio della tv italiana, grazie al conte Gancia, che era un suo amico e finanziando quelle registrazioni faceva, senza saperlo, la prima sponsorizzazione della nostra storia televisiva. Sordi, come le sono venute in testa quelle sue canzonai- ne senza senso? «Le ho composte per la radio, quando facevo II Compagnuccio della Parrocchietta o Pronto so Mario Pio chi è che parla, con chi parl'io? Quel programma ebbe un successo enorme. Cantavo perché volevo raccontare delle storielle: la musica contava poco o niente». Ma quando ha cominciato a cantare? «Lo facevo negli spettacoli. Fu una necessità per uscire dal coro. Io non ero un virtuoso. Non potevo competere coi gorgheggi. Tra l'altro m'ero accorto che il pubblico, pur applaudendo molto i virtuosi, non il trovava simpatici. Allora cominciai ad andare in scena con piccole imitazioni inventate da me, la gallina, l'aeroplano, e se potevo cantavo anche qualche strofetta, senza nessun accompagnamento, facendomi precedere solo dall'annuncio: "Un ritmo lento del maestro Gambara". La gente restava basita, ma si divertiva perché erano cose che chiunque poteva fare e la gente è esibizionista». Lei però aveva studiato musica. «Mio padre m'aveva messo da piccolo al pianoforte: lo suoniceli! avo, ma non bene, Poi avevo fatto parte del coro delle Voci Bianche della Cappella Sistina, ma l'avevo dovuto lasciare perché una mattina, all'improvviso, a undici anni, mi svegliai co 'sta voce da basso. La musica mi piaceva molto. Avevo passato intere serate chiuso nella buca dell'orchestra al Costanzi». E' stato grazie alla musica se non ha fatto la guerra. «Seguii il consiglio di mio padre. Avevo già girato "I tre aquilotti": cominciava la mia carriera. Feci domanda per far parte della Banda presidiaria di Roma. Fui accolto, e non partii per il fronte. Suonavo timpani e piatti. Carlo Rustichelli il tamburo. Il maestro Privitali il triangolo. Di fatto eravamo imboscati». Poi però quando ha cominciato a scrivere le colonne sonore dei suoi film è passato alla musica melodica. «La mia passione è Puccini: mi commuove sempre. Ma come facevo a cantare quelle storielle surreali con le note di Puccini? Per fortuna ho incontrato il maestro Piccioni e con lui ho dato sfogo a tutto quello che avevo imparato dalla lirica. Non avrò fatto capolavori, ma "Breve incontro" l'hanno cantata tutti». Simonetta Robiony Saranno presentate alcune registrazioni inedite per la tv e per «Carosello» finanziate da Gancia ma Enzo Jannacci e Barbara Cola saranno i cantanti chiamati a cantare i brani scritti da Sordi Alberto Sordi in due immagini d'epoca quando pensava alla musica e poi al cinema

Luoghi citati: Londra, Raiuno, Roma