«Violenze e abbandoni Un'infanzia d'inferno»

Dietro la tragica sequenza di abusi sui piccoli gli esperti vedono ignoranza ed egoismo esasperato Dietro la tragica sequenza di abusi sui piccoli gli esperti vedono ignoranza ed egoismo esasperato «Violenze e abbandoni Un'infanzia d'inferno» L'ESTATE MALEDETTA DEB BAMBINI Em ROMA ™ l'estate maledetta dei bambini: rifiutati, usati, maltrattati, uccisi, finiti nel sonno con un colpo di fucile, violentati per anni dal compagno della madre, immobilizzati alla rete metallica del letto e seviziati con la brace ardente delle sigarette, abbandonati appena nati in scatole di cartone, gettati nei cassonetti della spazzatura, buttati nel gabinetto dell'aeroporto di Pisa, fatti precipitare per la scarpata, lasciati sul greto del fiume, usati per i piaceri masturbatori e irrumatorii dei parenti, stuprati da famigliari, precipitati dalla finestra, avvelenati, adoperati come attori in pornovideo domestici, dati in affitto ai conoscenti. E' l'estate maledetta delle immagini puerili più contraddittorie: i bei bambini nudi che giocano piazzando i dadi uno sull'altro, simbolo d'avvenire costruttivo nella fotografia-logo del congresso del pds, e le fugaci riprese televisive di straccetti bianchi resto di neonati lasciati nei prati di luglio, di fototessere sbalordite, di case della morte dalle persiane serrate; i piccoli corpi abbronzati nella contentezza marina delle vacanze di massa sull'Adriatico, e le piccole bare bianche portate a spalla dentro o fuori delle chiese nei funerali con troppo sole; le facce infantili spaventate della guerra guerreggiata così vicino, e le facce cancellate, rese invisibili dalla morte o dal rispetto, d'una devastazione turpe compiuta senza guerra. Con lo strazio e la pena, arriva immediato il desiderio di capire l'incomprensibile e spiegare l'inspiegabile, arrivano le domande: ma perché succede, cosa c'è capitato, come è possibile, è vero o falso, come si può violentare una creatura di due anni, l'infanticidio e l'uso sessuale dei piccoli è un fenomeno antico o nuovo, l'infamia s'è davvero moltiplicata eppure è soltanto diventata più visibile? Interrogativi spesso destinati a rimanere senza risposta, o ad ottenere risposte monche. A volte si ha l'impressione che certi reati emergano alla cronaca repentinamente, tutti insieme, a stimolare la discussione collettiva, i dubbi, gli esami di coscienza sociali: s'è avuta la stagione dei figli che per avidità di soldi ammazzavano i genitori, s'è avuta la stagione dei padri o delle madri che uccidevano i figli tossicomani o malati di mente accanto ai quali era impossibile vivere, adesso c'è l'estate dei bambini-vittima? «C'è una legge probabilistica per cui certi fenomeni avvengono a grappolo. I perché (induzione, imitazione, calcolo matematico) non sono chiarissimi: possiamo soltanto accettare che i fenomeni a grappolo si verifichino», dice il sociologo Giuseppe De Rita, presidente del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, segretario del Censis. Record di denatalità I numeri dicono appena che, in genere e in proporzione, i bambini non sono vittime d'omicidio o di violenza carnale in Italia più che negli altri Paesi europei. I numeri non aiutano a capire perché non ci sono, oppure sono estremamente parziali, oppure sono vecchi: se le statistiche ufficiali registrano con esattezza gli infanticidi (ma risalgono a quasi tre anni fa), le cifre sui maltrattamenti e sugli abusi sessuali compiuti a danno di bambini o ragazzi non rispecchiano che una minima parte della realtà. Una ricerca sul tema della cattedra di antropologia criminale della facoltà di Legge dell'Università di Trieste ha provato a studiare comparativamente le statistiche giudiziarie e i dati dell'associazione Linea Azzurra: «E' emerso un divano molto alto», ha concluso il cattedratico professor Michele Correrà. I numeri non aiutano a capire, perché risultano fortemente contraddittori: è vero che nel 1994 è stata registrata la minore quantità di nascite della storia italiana, 537.000 neonati, il che porterebbe a pensare che i bambini non siano mai stati tanto poco desiderati; ma è anche vero che le domande di adozione rivolte ai Tribunali dei minorenni sono oltre 40.000, che le coppie coniugali italiane sono tra quelle che più accanitamente girano il mondo (Romania, America Latina, Asia) spendendo decine di milioni pur di trovare un figlio adottivo, il che porterebbe a pensare che i bambini siano considerati non soltanto desiderabili ma essenziali all'armonia personale e famigliare. Passando dalle cifre alle opinioni, si entra in una nebulosa ancor più confusa. Se interrogati, i non specialisti dimostrano una singolare dicotomia. Posti di fronte all'infanticidio, cercano subito di immaginare motivi «razionali», di spiegarsi perché (disperazione, miseria, paura, timore di scandalo, malattie come la depressione grave) una madre nubile, una coppia sposata oppure no, alcuni componenti d'una famiglia siano potuti arrivare all'omicidio. Posti di fronte all'abuso sessuale dei piccoli, d'istinto si rifugiano nell'incredulità (ma figuriamoci, tutte balle, se le inventano i giornali, non è possibile, sono bugie dette dai bambini per vendicarsi o perché messi su da qualcuno, sono chiacchiere di vicini di casa o di maestre ossessionate), e contemporaneamente, contraddittoriamente, s'immergono in ricordi d'esperienze o di simulacri d'esperienze dirette o indirette che confermano la frequenza e quasi una normalità almeno di molestie sessuali in famiglia. Posti di fronte alla ferocia della cronaca, si liberano storicizzando: «Cose che nelle famiglie ci sono sempre state. E' che prima si stava zitti con vergogna, e adesso invece si parla, o se ne parla di più». Ammonendo che «non si può chiedere allo psicologo di spiegare la patologia» e che «nella nostra società la patologia dell'ignobile è diventata un punto di rife- rimento», avvertendo che ogni episodio di sevizie, d'infanticidio, d'incesto o di pedofilia va oltre la norma ed è un caso a sé portatore di precedenti, condizioni e pulsioni differenti, il sociologo e ricercatore sociale dottor Aldo Bonomi sostiene che l'Italia ha sperimentato un grande cambiamento: «Se vent'anni fa avevamo un problema o un bisogno, cercavamo altri che avessero analoghi problemi o bisogni, con loro tentavamo d'organizzarci per risolvere, per cambiare in meglio. Adesso il primo impulso è: chi denuncio? A chi lo dico? Dai grandi movimenti siamo andati verso la piccola dimensione: dal mondo alla città, dalla città al quartiere, dal quartiere al condominio, dal condominio alla famiglia. A quest'ultimo nucleo, nella scomparsa di ogni tessuto intermedio o d'altre forme della convivenza, si sono attribuiti troppi compiti, so¬ vraccaricandolo di tensioni. Se tutto avviene nella famiglia, vi accade anche il peggio; se prima la comunità assorbiva fatti come l'incesto condannandoli e risolvendoli al proprio interno, ora l'unico strumento è il giudiziario». Conoscenti, vicini, insegnanti, parenti, in passato tacevano su quegli infanticidi e maltrattamenti, su quell'uso sessuale dei piccoli o su quegli incesti praticati da sempre e rintrac- ciabili persino nella mitologia mediterranea; ora spesso non tacciono e denunciano. Ma la questione del fare rimane quella essenziale. Giampaolo Rugarli, lo scrittore, trova una spiegazione all'estate maledetta dei bambini nella «ignoranza, una spaventosa ignoranza», unita al consumismo che genera «un sistema di valori alla rovescia» perverso: «Nel confronto tra la vita di un bambino e la propria felicità, è la prima ad apparire meritevole di sacrificio». L'ignoranza può estendersi anche alle leggi, dicono i giudici romani del Tribunale dei minorenni: quante madri che soffocano, affogano o gettano via i figli appena nati magari ignorano che l'abbandono del neonato è previsto dalla legge, che del tutto legittimamente si può dichiarare in ospedale, dopo aver partorito, la propria volontà di non tenere il bambino? Il turismo del sesso Altri cercano spiegazioni all'inspiegabile nell'esistenza d'un mercato dell'anomalia sessuale diffuso, pesante e frequentato: i bambini sono in vendita sul mercato del turismo sessuale internazionale organizzato (in aprile, un Convegno sul tema a Saint Vincent ha quantificato in 10 milioni di minorenni tra i cinque e i sedici anni le vittime di questa violenza, crescente anche per l'illusione che con i piccoli siano eliminati i rischi dell'Aids); pornocassette con storie di incesto e pedofilia sono in vendita ovunque anche in Italia, così come ne vengono dati in affitto ai realizzatori i piccoli interpreti; nella cultura l'ultimo tabù, l'incesto, viene sempre pili spesso trasgredito. E nel «pensiero unico» attualo il mercato non è soltanto l'esclusiva unità di misura: è pure una forma di legittimazione. Lo smarrimento dell'individuo solitario senza più appartenenze ideologiche o religiose impositrici di norme o di struttura morale, la pulsione di morte contemporanea, l'egoismo sono ulteriori ipotesi: secondo monsignor Ersilio Tonini, «la cura di se stessi n talmente assorbente che viene meno il senso di tenerezza verso gli altri: l'Io assorbe tutto». Aldo Bonomi cita un'espressione scientifica: «Egologia dispiegata», l'ideologia di sé; accoppiata a uno Stato a cui si chiede sempre più d'essere uno Stato etico, delegato a produrre norme su tutto, anche a stabilire dove possiamo fumare e dove no, a quale età possiamo procreare e a quale no, quanti minuti e secondi debbo stare sul teleschermo io e quanti tu». Nella modernità, dice Bonomi, la cultura di fine secolo vede riapparire arcaismi barbari: «I conflitti etnici, l'antico Sangue e Suolo, non sono barbarie di specie diversa dall'intolleranza dell'antiabortista americano capace di uccidere il medico che pratica l'interruzione di gravidanza, né dell'uso dei bambini come di oggetti da acquisire o da buttar via, con cui divertirsi sessualmente o soddisfarsi sadicamente. E nella barbarie arcaica tutto diventa turpitudine». Ma non c'è nulla di turpe, raccontano le donne poliziotto o le assistenti sociali che rappresentano il loro primo contatto estraneo, nelle vittime sopravvissute di questa estate maledetta dei bambini. Sono bambini come tutti, soltanto più allarmati oppure più petulanti, più autodifensivi e insieme più aggressivi. Sono bambini segnati non da esperienze che appaiono infami soprattutto agli adulti dal giudizio maturo, ma da sensi di colpa profondi: la colpa sessuale di cui sono indotti a immaginare d'essere stati complici, la colpa di tradimento verso il compagno o i compagni di quelle esperienze, la colpa sociale di risultare differenti dai propri coetanei, la triplice colpa punita con una liberazione che è anche solitudine, perdita. A volte si mostrano spavaldi. La sera piangono un poco. Lietta Tornabuoni «Si è creato un sistema di valori alla rovescia: la vita di un bimbo è spesso sacrificata» Il sociologo: «La malvagità è una malattia diventata punto di riferimento» «Le vittime sono bimbi segnati non da esperienze infami ma da sensi di colpa profondi» COME VENGONO UCCISI Con un colpo di fucile alla testa. Con un sacchetto di plastica, per soffocamento. Con, il gas da cucina. Con il gas di scarico dell'automobile. Con un fucile da subacqueo. Con un coltello dalla lama seghettata. Con II mancato legamento del cordone ombelicale, per dissanguamento. Con il seppellimento, da viva. Con ripetuti colpi del capo sbattuto sul pavimento. Con l'abbandono in una discarica di rifiuti. Con una calza da donna, per strangolamento. Con un cuscino premuto sul viso, per asfissia. Con sevizie e violenze carnali. Con l'acqua della vasca da bagno, per annegamento. Con il contagio dell'Aids, durante atti sessuali. Con un estensore da ginnastica. Con veleno da topi nel latte, per intossicazione. Con il distacco del tubo d'una fleboclisi. Con caduta provocata, dal quarto piano. [I casi si riferiscono a bambini da 0 a 10 anni e alla cronaca degli anni 1992-1995]. QUANTI BAMBINI UCCISI: 21 nel 1990 (10 a opera di ignoti) 22 nel 1991 (8 a opera di ignoti) 15 nel 1992' (3 a opera di ignoti) BAMBINI DI MENO D114 ANNI OGGETTO DI VIOLENZA CARNALE: 132 nel 1990 (23 a_opera di ignoti) 135 nel 1991 (27 a opera di Ignoti) 197 nel 1992 (25 a opera di ignoti) RAGAZZI DA114 Al 18 ANNI OGGETTO DI VIOLENZA CARNALE: 555 nel 1990 (161 a opera di ignoti) 589 nel 1991 (148 a opera di ignoti) 609 neh 992 (137 a opera di ignoti) TOTALE DELLE VIOLENZE CARNALI SUI MINORENNI: 687 nel 1990 733 nel 1991 806 nel 1992 [I dati Istat sono gli ultimi disponibili e si riferiscono ai casi denunciati all'autorità giudiziaria da Polizia.CarabinieriGuardia di Finanza]. 1 A lato: il cardinale Ersilio Tonini. Sotto: il funerale della piccola Erika Massaro, uccisa dal padre. Sotto a sinistra, il sociologo Giuseppe De Rita, segretario del Censis

Luoghi citati: America Latina, Asia, Italia, Roma, Romania, Saint Vincent