In trappola per mille giorni

Ventimila musulmani in fuga, circondati i Caschi blu. Radio Pale: anche Zepa sta per cadere In trappola per mille giorni Ignorata dal mondo, ha retto 3 anni L'ASSEDIO PIÙ' LUNGO TZAGABRIA RE anni e tre mesi. Tanto è durato l'assedio di Srebrenica. L'enclave musulmana della Bosnia orientale è stata una delle prime città attaccate dai miliziani di Karadzic. A soli 10 chilometri dal fiume Drina, che segna il confine tra la Bosnia e la Serbia, Srebrenica si è trovata sulla strada dei carri armati serbi che proprio da lì hanno cominciato la loro sanguinosa incursione in Bosnia. Nelle prime settimane di guerra i serbi hanno raso al suolo tutti i villaggi bosniaci lungo la Drina, massacrando decine di migliaia di civili. Non era che l'inizio della strategia del terrore che aveva lo scopo di ripulire etnicamente la Bosnia orientale. Di fronte all'avanzata delle truppe serbe, appoggiate dai carri armati dell'esercitojugoslavo, migliaia di profughi musulmani si sono riversati a Srebrenica. Prima della guerra, in città vivevano 35 mila abitanti. I tre quarti della popolazione erano musulmani mentre il rimanente 25 per cento erano serbi. Nel frattempo Srebrenica si è trasformata in un vero ghetto dove 55 mila disperati cercavano di sopravvivere alla morsa delle forze serbe. Circondata dall'artiglieria pesante dei miliziani di Karadzic, la città è stata bombardata senza tregua. Decine di civili sono stati uccisi, mentre i pochi soldati musulmani, praticamente senza armi, hanno continuato a resistere all'avanzata serba. Una sfida disperata, sopportata con la speranza che il mondo prima o poi facesse qualcosa per evitare il massacro. All'inizio del '93 la situazione a Srebrenica è diventata drammatica. In media morivano dalle quaranta alle cinquanta persone al giorno. Uccise dalle bombe, dalla fame e dal freddo. I miliziani di Karadzic avevano infatti rafforza- io l'assedio della città bloccando i convogli umanitari inviati dall'Alto commissariato per i profughi e contenenti il cibo e i medicinali necessari per la sopravvivenza della popolazione. Dalla città in fiamme venivano lanciati disperati appelli. Di fronte all'eccidio dei civili, le Nazioni Unite hanno deciso di intervenire proclamando Srebrenica zona protetta. Nell'aprile del '93 la città è stata dichiarata smilitarizzata e i suoi abitanti sono stati messi sotto la protezione delle forze di pace dell'Onu. E' stato allora che il generale francese Morillon, che comandava le forze di pace dell'Onu in Bosnia, ha deciso di recarsi di persona a Srebrenica. Il generale francese che all'inizio dubitava delle autorità bosniache, accusando Sarajevo di lanciare messaggi falsi sulla situazione a Srebrenica, ha voluto constatare direttamente la situazione nell'enclave musulmana. Una volta sul posto, si è reso conto della tragedia che stava vivendo la città: «Non mi muoverò di qui finché i serbi non cesseranno di bombardare la città e non ritireranno le loro armi pesanti dalla zona smilitarizzata di Srebrenica». L'azione del generale Moril- lon è stata una delle poche dimostrazioni di forza dei Caschi blu in Bosnia. In realtà si è trattato più del gesto di un individuo che di una ferma decisione politica della comunità internazionale. Il generale Morillon è andato via dalla Bosnia come un eroe, ma l'assedio di Srebrenica è continuato. A Srebrenica è arrivato un contingente di 170 Caschi blu con il mandato di garantire la sicurezza dei civili musulmani. Nel giro di pochi giorni i soldati dell'Unprofor avevano raccolto tutte le armi disarmando i soldati musulmani rimasti nell'enclave. Nel frattempo i miliziani di Karadzic hanno dovuto ritirare la loro artiglieria pesante dalla zona protetta. Con l'arrivo dei Caschi blu in città si sono diffusi contrabbando e prostituzione. La vita nel ghetto è rimasta appesa al filo dei soccorsi umanitari, ma i convogli dell'Alto commissariato per i profughi venivano regolarmente bloccati dai serbi. Nelle ultime settimane a Srebrenica ha nuovamente cominciato ad uccidere la fame. Tredici civili sono morti per mancanza di cibo. Intanto i serbi hanno lanciato la loro ultima offensiva. E altri quattromila profughi musulmani si sono riversati in città. E' stato l'inizio della fine dell'assedio di Srebrenica. Ingrid Badurina Era il rifugio di migliaia di profughi scappati dalla pulizia etnica serba Lacrime e disperazione per la gente di Srebrenica, in fuga dall'enclave musulmana presa dai serbi

Persone citate: Ingrid Badurina, Karadzic, Morillon

Luoghi citati: Bosnia, Sarajevo, Serbia, Srebrenica