Casini fotografato nudo Addio dc bacchettona di Filippo Ceccarelli

Casini fotografato nudo Addio, de bacchettona Su «Eva tremila». Lui: giornalismo senza senso del ridicolo Casini fotografato nudo Addio, de bacchettona telefonate nel quartier generale del Cicidì. Casini, poveraccio, era a Strasburgo e così, allegramente rassegnata, rispondeva ai giornalisti la fedele e cortese signora Delogu, segretaria particolare e presumibile trasmettitrice, per l'occasione, di sconvenienti fax al Parlamento Europeo. Dopo pranzo, con una trasfigurazione ancora tutta da studiare, quel corpo ritratto nudo - strillo di copertina «Ci mostra l'onorevole popò e altro» - si è materializzato nella seguente dichiarazione: «Ho visto per fax qui a Strasburgo alcune fotografie pubblicate da un settimanale che mi ritraggono mentre in una barca di conoscenti mi cambio il costume. Confesso che, come milioni di italiani, quando ho il costume bagnato sono abituato a cambiarmelo. Non so cosa abbia che fare col fatto che sono cattolico e guido un partito. Se ne occuperanno i miei legali. Ma il problema è un altro: questo giornalismo, ammesso che di giornalismo si tratti, non ha perso solo il senso del pudore, ma anche quello del ridicolo». E del drammatico, si può aggiungere, nella sua accezione più storicamente simbolica. Fatte salve le sacrosante ragioni di Casini, infatti, quelle foto documentano la definitiva secolarizzazione dei costumi democristiani. Mare, barche, belle donne in topless, creme, occhiali da sole, costumini e abbronzature già bastano a creare un contesto assolutamente inconcepibile anche soltanto venti anni fa. Quando i de, esseri eminentemente terragni e talvolta perfino amanti dell'agricoltura, disdegnavano questi svaghi marinari, con relative, impudiche esibizioni di carne. Pure al di là del nudo, quelle foto trasmettono anche la cupa risonanza della morte di Toni Bisaglia, cui peraltro Casini fu vicinissimo. Ma almeno questo, con l'esplosione della sfera pubblica e la deriva intima della politica e del giornalismo, non c'entra tanto. Può essere più rilevante notare, semmai, come da un paio d'anni la grande decadenza della comunicazione verbale, implicita nella cultura televisiva, tenda a porre il corpo - soprattutto dei potenti - al centro dell'attenzione generale. E' attraverso il corpo che sempre più passano i segnali. E al corpo ritornano, attraverso i media, in una specie di cortocircuito permanente alimentato da messaggi che non trascurano effusioni fotografiche (Occhetto), verginità (Rosy Bindi), fantasie erotiche (Tatarella), figlie segrete (Ripa di Meana), aspirazioni alla copula (Berlusconi, davanti ai grandi della Terra). Da un po' di tempo questo andazzo si certifica, visivamente, nella zona franca dell'estate con l'ostentazione di trippe, straccetti, pelurie, zoccoli e sgocciolamenti vari. Già l'anno scorso il fenomeno è parso piuttosto pervasivo nella sua dissennata omologazione: Fini sotto la doccia, Scognamiglio al bagno, Previti in costumino e Bossi con catenone sulla spiaggia, Martelli che allungava la manina sulla fidanzata e Del Noce che spalmava la crema sul seno di un'amica. Smaniosi di figurare «come tutti», ma come pochissimi altri, in realtà, ansiosi di attirare l'attenzione, alcuni politici non si sono resi conto di avere stabilito la stessa complice - e a volte anche felice - relazione che c'è tra esibizionisti e guardoni. Giornalisti e fotografi, certo, hanno esagerato, anzi continuano a esagerare, soprattutto trascurando quanto c'è di più interessante (e anche di più bello). Ma il meccanismo, ormai, è partito e non sarà facile inceppare la fabbrica dei corpi nudi. Ci vorrebbe, forse, uno sciopero. Oppure una serrata da parte dei media. Filippo Ceccarelli Una delle foto che testimoniano lo scoop di «Eva Tremila»: il leader del Ccd Pierferdinando Casini ripreso da un paparazzo in Sardegna Un'altra foto «storica» rubata al privato: il bacio tra Achille Occhietto e la moglie Aureliana Alberici

Luoghi citati: Sardegna, Strasburgo