Russia, cannibali alla sbarra

Russia, cannibali alla sbarra Russia, cannibali alla sbarra Hanno divorato un barbone e un recluso IL CASO L'ESTATE DEI MOSTRI MOSCA NATOLIJ Novinov, 23 anni, sarà presto fucilato. Il fratello minore Andrei, 18 anni, sta scontando 10 anni di prigione. Sono stati condannati l'altro ieri dal tribunale di Donetsk per aver ucciso a martellate, e poi mangiato (non tutto, soltanto «le parti più gustose») il signor Rudcenkov, di professione vagabondo. E' accaduto lo scorso febbraio. L'inchiesta cominciò quando una banda di ragazzini, che giocava in una discarica, trovò la testa barbuta della vittima. La polizia dissotterrò il resto e si accorse che il cadavere era stato tagliato accuratamente a pezzi. Qualcosa di diverso da un «normale» assassinio in stato di ubriachezza. Ma l'indagine sarebbe finita nel nulla, in quel villaggio sperduto vicino alla miniera Trudovskaja, se qualcuno non avesse telefonato alla polizia, per raccontare che i fratelli Novinov si vantavano - quando non erano sobri - di aver mangiato carne umana. Fu facile scoprire chi aveva telefonato: la moglie di Anatolij. Risalire al resto della storia non fu difficile. I due, disoccupati, vagabondi ma incensurati, avevano ucciso quasi per caso. Lite tra ubriachi. Ma poi avevano deciso che semplicemente seppellire il cadavere era uno spreco. Portarono a casa dei genitori alcuni pezzi di carne'. La madre capì, ma si limitò a chiedere che andassero altrove a cucinare. Andarono dunque a casa della moglie di Anatolij, svegliarono i bambini, cucinarono e mangiarono. La moglie seppe cosa aveva mangiato solo due mesi dopo, quando il marito le confidò che la carne di uomo era non male, ma che avrebbe voluto provare anche quella di donna. Così telefonò alla polizia. Gli psichiatri, invocati dalla difesa, non hanno trovato nei due fratelli alcuna anomalia psichica. Gli esperti criminalisti di Donetsk non sembrano stupiti più di tanto. Il villaggio di Trudovskaja è considerato una specie di terra di nessuno, dove neanche la polizia, di solito, ama bazzicare. «Adesso poi - scrivono le Izvestija - che la miniera lavora un giorno sì e tre no, che i salari non vengono pagati per tre o quattro mesi di fila, che la gente non ha lavoro, che non ci sono soldi per comprarsi da mangiare, è logico che c'è chi è disposto a tutto pur di sfamarsi». Spiegazione forse troppo semplice. E, a ben vedere, terribile. Anche i criminalisti di Donetsk, in fondo, includono il cannibalisi no tra i sistemi, certo criminali, che uno può adottare «per sfamarsi». Solo che la fame non c'è solo a Trudovskaja. E non dappertutto, quando non si ha da mangiare, si mangiano i propri simili. Ma quello che è emerso dal processo è spaventoso. E non solo ciò che riguarda i due fratelli cannibali. La desolazione di una condizione umana in cui di umano resta poco o nulla e il re¬ sto attiene al mondo delle belve. Ad esempio i genitori dei due giovanotti che vedono a tacciono. E durante il processo i due imputati - che hanno confessato l'intera vicenda - si sono tuttavia dichiarati innocenti. Hanno ucciso, mangiato la vittima, ma pensano di essere innocenti. Scherzavano con i giudici, ammiccavano, conversavano tra loro come se nulla fosse. Solo al momento della condanna il più anziano ha avuto un soprassalto di terrore. Non se l'aspettava davvero la pena di morte. L'altro è rimasto impassibile. «Normali», dicono gli psichiatri. E forse hanno ragione. Come normali erano i due reclusi di Ufa che si sono mangiati, recentemente, il terzo prigioniero che divideva la cella con loro. Il loro processo comincia oggi. Quando li hanno interrogati si sono limitati a rispondere che si annoiavano. «Non avevamo niente da fare, così abbiamo escogitato un diversivo». Loro non sembra che avessero fame. Giulietto Chiesa Andrej Cikatilo, il serial killer di Rostov che in tredici anni stuprò, ammazzò e sezionò 53 fra donne e ragazzi

Persone citate: Giulietto Chiesa Andrej

Luoghi citati: Mosca, Rostov, Russia