La leader del Fronte democratico, vincitore delle elezioni nel 1990, era agli arresti da 6 anni libera la Signora della pace

La leader del Fronte democratico, vincitore delle elezioni nel 1990, era agli arresti da 6 anni La leader del Fronte democratico, vincitore delle elezioni nel 1990, era agli arresti da 6 anni libera la Signora della pace Birmania, scarcerata il Nobel Suu Kyi RANGOON. Con una mossa a sorpresa la giunta di Rangoon ha liberato ieri la leader del Fronte democratico e premio Nobel per la pace nel 1991 Aung San Suu Kyi. La signora Suu Kyi era agli arresti domiciliari dal 20 luglio del 1989 e i governi occidentali, le organizzazioni per i diritti umani e l'opposizione democratica del suo Paese non avevano smesso di chiederne il rilascio. Il provvedimento restrittivo veniva prorogato ogni 180 giorni e pochi si aspettavano che, alla vigilia dell'ennesima scadenza, le autorità birmane decidessero di renderle la libertà. Oggi, infatti, sarebbe scaduto l'ultimo termine di detenzione per la signora Suu Kyi e le organizzazioni studentesche birmane avevano già annunciato manifestazioni pacifiche. Il governo militare ha comunicato che la liberazione del premio Nobel è senza condizioni: non ci sono restrizioni, né di movimento né di incontri, cui la leder democratica deve sottostare. Ieri mattina è stato il numero due dei servizi di sicurezza birmani, col. Kyaw Win, a recarsi a casa della singora Suu Kyi per comunicarle la sua messa in libertà. Suu Kyi, 50 anni, era a capo della Lega nazionale per la democra¬ zia, il partito che aveva ottenuto una vittoria a stragrande maggioranza nelle elezioni del 1990. Aveva sfidato pacificamente i militari dopo la dura repressione che nel 1988 aveva provocato centinaia di morti tra i militanti democratici. Fu accusata di «incitamento alla sedizione», reato previsto dalle leggi di emergenza, e completamente isolata per sei anni dal resto del mondo. Solo nel febbraio 1994 un deputato statunitense, Bill Richardson, ebbe l'autorizzazione di farle visita e a un giornalista che accompagnava l'uomo politico «la Signora» - come viene chiamata con reverenza in tutto il Paese - ribadì il suo immutato impegno a favore della democrazia. La giunta militare aveva offerto al premio Nobel la libertà se avesse accettato di andare in esilio all'estero, ma ancora in un messaggio, portato fuori dal Paese dal marito, l'accademico britannico Michael Aris che vive a Oxford con i due figli, nel gennaio scorso, Suu Kyi aveva affermato che non avrebbe mai patteggiato la sua libertà. Amnesty International, nel festeggiare la sua liberazione, ha ricordato che la situazione in Birmania resta «disperata» per quanto riguarda i diritti umani. [Agi] La leader dell'opposizione birmana Aung San Suu Kyi

Persone citate: Bill Richardson, Michael Aris, Suu Kyi

Luoghi citati: Birmania, Oxford, Rangoon