Radice, tempo di rilancio «Riscatto per me ex disoccupato e per il Genoa che vuole risalire»

Radice, tempo di rilancio Radice, tempo di rilancio «Riscatto per me, ex disoccupato e per il Genoa che vuole risalire» GENOVA. Weekend in Costa Azzurra per Gigi Radice, che riassapora l'aria del calcio vero. «Nel Genoa abbiamo bisogno tutti di un riscatto. La squadra appena retrocessa, il presidente che sta lottando, soprattutto io. Arrivato da disoccupato e da trascurato, brutte situazioni, ai sessant'anni. Se c'è una società con uomini dalle mille motivazioni, è proprio quella rossoblu. E le motivazioni, per quanto diverse, sono la base. Certo, risalire in A è il traguardo. Però è importante che non diventi un'ossessione. Peggio ancora, non lo si creda un fatto scontato». Torna in panchina dopo due anni; uno stop cominciato a Cagliari appena agli inizi della stagione '93-94. «Fuori senza aver praticamente conosciuto il presidente e la squadra. Situazione difficile da spiegare a me stesso. Poi qualche chiamata, ma cose di emergenza. Sostituire qualche collega a stagione in corso non mi andava proprio». Come ha passato i mesi di limbo? «Calcio internazionale, anche le due sfide Milan-Ajax, molta B, tanto Monza anche dando una mano da dilettante a Patrizio Sala che ne guidava la squadra primavera. La serie A seguita soprattutto in tv e letta, non mi piaceva essere visto come un corvo in tribuna...». Quando la chiamata di Spinelli? «Mentre stavo andando a Fiorenzuola per i playoff. Incontro al casello della Versilia, allungando un po' il viaggio. Ho capito che non era un semplice sondaggio. Ho avvertito i primi brividi». E ha chiamato subito la spalla di sempre, Romano Cazzaniga. La coppia dello scudetto del Toro '76 e del dopo, torna a lavorare in sintonia. Radice, lei si rituffa in un calcio cambiato. Quello dei tre punti. «Si è sempre lottato per vincere, ovvio. Ma adesso c'è qualcosa in più, è vero. La volata finale dell'Atalanta lo dimostra. C'è voluto il ritorno di Ganz, l'uomo gol». Lei ha bisogno di Skuhravy, più che mai. «Anche perché i tifosi lo amano, e questo feeling è importante. Gli ho già parlato in sede, era importante sapere con quale spirito affronterà la serie B. Mi ha detto che resta volentieri, che ama Genova e la sua gente. Frasi importanti, anche se io dopo Cagliari non mi accontento delle parole. Invecchiando si bada sempre di più ai fatti. Ma credo molto in questa chiamata dei rossoblu. Società e ambiente hanno molto di Toro». A Cagliari ora c'è un suo amico, Trapattoni. «Ci siamo sentiti, col Giuan. Ho seguito da tifoso la sua avventura tedesca. Gli ho garantito che in Sardegna troverà un ambiente ideale. Ed anche molta gente per bene». Molta, non tutta. Ma questo non lo dice. [b. p.] A sin., il giovane Falcone difensore apprezzato da Doardo A ds., Radice che allenerà il Genoa

Persone citate: Doardo, Ganz, Gigi Radice, Patrizio Sala, Radice, Romano Cazzaniga, Skuhravy, Trapattoni

Luoghi citati: Cagliari, Genova, Monza, Sardegna