Bordata contro Clinton

Ex 007: taceva sul narcotraffico L'ultraconservatore Spectator: «Il boss era suo amico» Bordata contro Clinton Ex 007: taceva sul narcotraffico ATTACCO AL PRESIDENTE IWASHINGTON L 23 ottobre del 1984, stando a quello che racconta lui, l'agente L. D. Brown, guardia del corpo preferita dell'allora governatore dell'Arkansas Bill, Clinton, si trovò seduto su uno strano aereo per uno strano volo. Ce ne fu un altro di quei voli e fu in quello che l'agente Brown scoprì cosa c'era dentro quelle sacche caricate in Nicaragua. E' questa la punta avvelenata dell'ultima freccia scagliata dall'ultraconservatore «American Spedato» nella sua spietata campagna contro il presidente degli Stati Uniti. L'accusa, questa volta, è ancora più infamante di quelle a sfondo sessuale lanciate in passato e suona incredibile: traffico di cocaina. Secondo lo «Spectator», che pubblica nel suo prossimo numero l'intervista all'agente Brown, Clinton sapeva di quei viaggi, utili a procurare danaro per il finanziamento della sua attività politica. Per realizzare l'intervista si è mosso questa volta il direttore e fondatore della rivista, Robert Emmett Tyrrell, che dice di aver compiuto recentemente parecchi viaggi a Little Rock, Arkansas. La campagna presidenziale è cominciata con un significativo anticipo e promette di essere un duello all'ultimo sangue. L'articolo dello «Spectator» lo conferma: mai un'accusa così grave era stata lanciata contro un presidente degli Stati Uniti in carica. Il suo punto debole è che l'accusatore, cioè Brown, si è già da tempo scoperto come nemico giurato di Clinton. Ma è vero che in passato Brown, oltre che guardia del corpo, era davvero amico del governatore. E Brown sostiene di aver già raccontato la sua storia a Kenneth Starr, il procuratore speciale che indaga sull'altro scandalo in cui Clinton è stato coinvolto, il caso Whitewa- ter. Vera o falsa che sia, questa è la storia dell'agente Brown. Molti, a Little Rock, ricordano e questo è vero - che Brown veniva chiamato «il biondino di Clinton». Lavoro a parte, i due spesso si divertivano insieme. Brown, che nell'84 aveva 28 anni, aveva un sogno: lavorare per la Cia. L'amico governatore si disse disposto ad aiutarlo. C'è una lettera del settembre 1984 in cui l'allora rappresentante dell'agenzia per la regione del Sud-Est, Ken Cargile, si dice «lieto» di nominare Brown «collaboratore della Cia». Brown venne in seguito chiamato a casa da Barry Seal, un pilota che effettivamente compì alcune operazioni per la Cia nella lotta contro i sandinisti, ma che nell'86 venne ucciso in Louisiana da tre colombiani. Il procuratore generale della Louisiana confermò poi al Dipartimento della Giustizia che Seal «aveva contrabbandato negli Stati Uniti tra i 3 e i 5 miliardi di dollari in droga». L'uomo - dice Brown - chiamava Clinton «The Guv», abbreviazione confidenziale per «The Governo™. Seal si rivelò molto preparato sui dettagli del curriculum di Brown e gli propose un viaggio. La mattina del 23 ottobre Seal disse a Brown di guidare verso Mena, una località al confine tra l'Arkansas e l'Oklahoma, dove c'è un piccolo aeroporto. Brown, a cui era stato raccomandato di presentarsi senza chiavi e senza documenti, si trovò di fronte a una sorpresa. «Perché non uno dei soliti piccoli aerei?», si chiese l'agente mentre era invitato a salire a bordo di un monumentale ex-cargo militare C123K. Seal, in un paio di occasioni, volò basso, come volesse evitare i radar. A un certo punto vennero aperti i portelli e furono lanciati con piccoli paracadute quelli che Brown identificò come mitragliatori M-16. Pensò fossero destinati ai contras. L'aereo atterrò poi a Tegucigalpa e, al momento di ripartire, Brown vide caricare a bordo quattro grosse borse di tela. Prima di arrivare a casa, Brown ricevette 2500 dollari in banconote di piccolo taglio. Fu quasi tutto uguale la seconda volta, con una differenza: Seal, nel viaggio di ritorno da Mena, apri una delle borse e ne tirò fuori un pacco di cocaina da un chilo. Brown prima si confidò con il fratello Dwayne, che lo ricorda sconvolto per essere stato incastrato in un'azione più che sospetta. «Chi c'è dietro?», chiese Dwayne. Il fratello, secondo il suo ricordo, «fece un cenno verso la casa del governatore». Brown racconta che poi chiese direttamente a Clinton se sapeva che Seal trafficava in droga e in valuta in nero. «Sono affari di Lasater, è una faccenda sua», gli rispose il governatore, facendo capire che sapeva e invitando implicitamente Brown a non fare più domande in merito. Dan Lasater, effettivamente, era un amico e finanziatore di Clinton. Prima di essere arrestato nell'86 per traffico di droga e perdere la sua licenza di agente di cambio, Lasater si presentava come un grosso finanziere e spesso prestava a Clinton i suoi aerei privati por impegni politici di ogni tipo. Tutto questo, oltre che vero, è noto da tempo, come il fatto che Roger, fratello minore di Clinton, impiegato caritatevolmente da Lasater, finì in galera come lui per spaccio di coca. Paolo Passarmi Il sorriso di Bill Clinton alla convention democratica che lo ha appena designato candidato alla Casa Bianca