Antonino,l'unto da Andreotti
Antonino, Punto da Andreotti Antonino, Punto da Andreotti // quasi-Nobel che riuniva a Erice i Grandi della Terra IL GRANDE MEDIATORE OMEN nomen recita il detto latino e, come spesso capita, il detto non potrebbe essere più azzeccato per illustrare lo strano caso del professor Antonino Zichichi da Trapani, noto alternativamente come scienziato di fama mondiale, in consuetudine con i Grandi della Terra, o come superbo sola, dedito a stratagemmi propagandistici e affaristici. Per chi non lo sapesse, nel lessico romanesco, che ha trovato un infinito ambito d'applicazione nella politica e nel potere, il sola, è un tizio di ottima presenza, di superbo eloquio e, quasi sempre di invidiabile intelligenza, oltreché con titoli adeguati, che mettendo a frutto le sue qualità, fa tesoro delle debolezze altrui. Truffando gli altri? Ma perché usare questi paroloni? Semmai aiutandoli a capire cos'è giusto fare nel loro interesse. Dio ci scampi, non potremmo mai sostenere che il professor Zichichi, grande gloria nazionale dei tg Rai e dell'Italia andreottiana, sia un sola. Ma ci ha colpito un fatto: la società dell'Eni che avrebbe pagato alcuni suoi conti un po' salati, si chiama, guarda caso Ital Solar, come dire scia italica: omen nomen, per l'appunto. Appartiene all'Eni, questa società, che in materia ha una specializzazione assoluta, ed è governata da un piccolo manipolo di ragionieri: non cercate, per favore, nel consiglio di amministrazione dell'Hai Solar i nomi di grandi manager adeguati al prestigio internazionale del professor Zichichi. Restereste delusi: non c'è Cefis, non c'è Sette, non c'è Di Donna, grande star del periodo craxiano, né, tantomeno, c'è l'attuale amministratore Bernabè. Sul banco degli imputati, con lo scienziato, finiranno anonimi funzionari di quarta, tali Scrimiglio, Marcantoni, Di Girolamo, Zanchi, e chi più ne ha ne metta, visto che pare siano ben 29. Omen nomen anche in questo caso? Ebbene, non crediamo, perché il professor Zichichi potrebbe essere eletto a emblema non della banalità delle ruberie democristiane, dell'era democristiana, ma, al contrario, dell'estrema sofisticheria di un regime in cui era difficile capire chi avesse meriti scientifici e chi mano lesta, chi relazioni internazionali e chi ottimi agganci per associazioni per delinquere, chi titoli e chi fuffa: niente di diverso, insomma, rispetto a quanto sta avvenendo adesso, quando Andreotti, inventore del professor Zichichi da Trapani, Nobel ingiustamente mancato, se ne sta ormai a casa a vedersi alcune questioni giudiziarie un po' spinose. Sì, perché dovete sapere che il professor Zichic.ii, grande fisico e padre della particella Zichicone, come l'hanno battezzata gli scettici, aspirava al Nobel, indebitamente sottrattogli da Carlo Rubbia, e diavolo d'un uomo - proprio per questo, lia sempre perseguito la missione dello scienziato: «Primo imperativo - ha sempre detto - farsi capire da tutti, demistificando una certa cultura secondo la quale lo scienziato è un diavolo arroccato nella sua torre d'avorio». Uomo di fede Antonino, che il diavolo ha convinto non soltanto di essere un grande fisico, affermazione sulla quale Cabibbo e Regge, magari, hanno qualcosa da dire, ma soprattutto un uomo delle genti, capace di convincere i potenti della Terra che so, Reagan, Gorbaciov e Deng - che a Erice, Sicilia, si poteva realizzare un governo centrale e supernazionale, una super arma a scopi pacifici di cui garantiva - udite udite - proprio Antonino. Eccolo Zichichi il quasi Nobel, aiutato magari nella sua scienza dal suo amico palermitano Salvo Lima, campione della cordata andreottiana. «Il Papa insegna che religione e scienza sono entrambi doni di Dio», ripeteva come un disco il professore trapanese, spesso intervistato da giornalisti esperti di servizi segreti, ben consci dell'opera che lui, a Erice, conduceva tra i blocchi contrapposti, tra il blocco comunista e il blocc americano. Che cosa succedeva esattamente a Erice? Abbiamo una superlativa descrizione del giornalista Oliviero Beha, il quale, tralasciando per una volta la sua specialità sportiva, ci informò qualche anno fa di quanto segue: «Batte il tamburo della banda d'Alcamo, segue il catafalco della Madonna di Custonaci. John Eccles, l'australiano Nobel per la Medicina, lascia la tavola per non perdersi un'immagine. Zichichi dice, con blanda riseivalezza e il solito enigmatico sorrisetto: la processione vuole vederla. Lunga conversazione con quello che in altri tempi sarebbe stato soltanto Antonino du Erice, uno dei fisici sperimentali | più importanti, noti e chiacchierati del mondo, prima a cena tra spaghetti alle melanzane e sesamo, molto sesamo sul pane, poi in pas¬ seggiata sui ciottoli antichi di Eriche, tra una pausa e l'altra di genere diverso: "Grazie per quello che fai Nino!"». «Oggi l'umanità è un bambino col mitra in mano - racconta il quasi-Nobel - traversata com'è da paure: la fame, l'olocausto nucleare, la violenza politica... Non mi tiro indietro di fronte a nulla - racconta a Bella, che non aveva ancora aderito al partito dei cattivisti di Colletti e Ferrara - vado in giro in tv, nelle cattedrali, nei teatri, dove gente a migliaia mi sta a sentire». * Ecco la via zichichiana - e non solo - all'Hai Solar: come si dice, omen nomen. Alberto Staterà Tra le accuse: ospedali da campo da inviare in Brasile ed in Tanzania ma non completati Indagini anche sugli articoli scritti per un quotidiano bergamasco ««E Nella foto grande, sopra: il fisico Antonino Zichichi A sinistra: il senatore a vita Giulio Andreotti grande estimatore delle attività promozionali del Centro di Erice
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