LA BOSELLI DI COLLEGNO

ut LA fotografia che vi mando - scrive Pietro Macchiolo nato a Collegno nel '31, che adesso abita a Piobesi - un po' ingiallita dal tempo, è quella della prima classe elementare maschile della scuola «Paolo Boselli» di Collegno, anno scolastico 1937/38. La scuola c'è ancora, vicino al manicomio, in Borgo Nuovo. A quei tempi Collegno contava circa settemila abitanti, aveva grosse cascine e molte industrie. Noi bambini ci conoscevamo da sempre e frequentavamo l'asilo infantile gestito dalle suore della San Vincenzo che erano per noi delle seconde mamme, e di cui ricordo ancora i volti. L'asilo fu prima dei conti Provana, poi dei Cavalchini Garofali. Eravamo in molti ad arrivare prima delle sette del mattino; i nostri genitori, pur col magone nel cuore per l'ora così presta, ci portavano all'asilo col nostro piccolo cestello delle vivande. Ad attenderci c'era Lei, suor Giuseppina, sempre indaffarata a preparare il caffè per le consorelle, e la minestra di mezzogiorno per noi bambini. Noi, ancora assonnati, seguivamo i suoi movimenti, in silenzio, mentre Lei, affaccendata recitava il rosario, e, tra un'Ave Maria ed un sorriso, ci raccontava qualche storiella. Poi vennero gli anni della scuola elementare, la maestra Celestina Rivoira in Rossini, (era moglie del maresciallo dei carabinieri di Collegno), dallo sguardo un po' severo ma dal cuore d'oro, rimase con noi per quattro anni. Con lei imparammo a scrivere e a fare di conto, su quei vecchi banchi di legno senza ribaltina, con i sedili fissi e i calamai per l'inchiostro di porcellana bianca, incassati sul davanti. Il primo anno di scuola fu il più felice; mi ricordo del capoclasse, Orazio Bolognesi, tra i più piccoli ma con attitudine al comando, gli ubbidivamo tutti senza fare storie...Non l'ho mai più visto. Quando la maestra ci portava all'aperto a fare ginnastica, erano i momenti più belli, e noi eseguivamo gli esercizi con solerzia e di sciolina. Altri compagni erano Piero Torello, figlio del sindaco, Vittorio Losa, Enzo Furini, Romano Dellera (ucciso dai repubblichini verso la fine della guerra mentre passava in corso Francia con carretto e cavallo), Silvestro Pautrè, Gino Pettini, del mobilificio, Bruno Piccatti, Silvio Pautasso, Giuseppe Franchino, Piero Bertino e tanti altri. Venne la guerra, le ristrettezze, la vita cambiò totalmente; mancavamo di tutto, dal pane al vestiario. Ogni cosa venne requisita e redistribuita razionata. A peggiorare la situazione vennero i bombardamenti notturni, noi bambini costretti a scendere negli scantinati a notte fonda, ci sentivamo più eccitati che impauriti. Gli anni passarono veloci, passò il tempo della guerra e della fanciullezza, venne il servizio militare. Terzo Reggimento Artiglieria da Montagna della Julia. Ricordo la notte buia e piovosa di una marcia di trenta chilometri quando, giunto stanco e bagnato al campo estivo di Monte Croce Comelico in Cadore, fui accolto dalla voce amica del mio compagno di classe Giuseppe Franchino. Quanti anni sono passati! Guardo la vecchia fotografia e cerco di ricordare i vostri nomi, cari compagni, nella speranza di ritrovarvi in gran numero alla riunione dei 65 anni. Piero Macchiolo, Vicolo Cavour 9, Piobesi Torinese, tel. 011/965.75.29. 1>L ut Ci

Luoghi citati: Cadore, Collegno, Piobesi Torinese