I tacchini con l'incubatrice

1 tacchini con l'incubatrice 1 tacchini con l'incubatrice Una specie cova le uova in sostanze fermentate o Nella foto a sinistra, un Pendolino Nel disegno a destra, un fagiano australiano Trucchi geniali per non stare nel nido fino alla schiusa centro del mondo del lavoro e dell'informazione, di avere a portata di computer la banca dati di Boston, l'archivio del grande giornale e il proprio ufficio a Milano o a Zurigo. Colletta di Castelbianco dovrà dunque essere, nelle intenzioni dei suoi ideatori, un crocevia del villaggio globale elettronico, un luogo specificamente attrezzato per il telelavoro. Chi potrebbe essere, quindi, l'abitante-tipo del borgo? Una persona che aspira a una vita più autentica di quella consentita dai ritmi frenetici imposti dai grandi centri urbani, che sente ad un c'erto momento della vita il bisogno di una riflessione e di un rapporto più stretto con l'ambiente naturale, che avverte la necessità di appartarsi per un periodo più o tieno lungo restando contemporaneamente impegnato nelle proprie attività professionali grazie ai mezzi (in continua crescita) della telematica. Per i promotori dell'iniziativa una grossa sfida (anche finanziaria); più in generale un esperimento di notevole interesse tecnologico e sociologico. Vittorio Ra vizza LA cova, cioè l'incubazione delle uova mediante il calore corporeo, è un momento critico per la maggior parte degli uccelli. E' difatti un periodo in cui la femmina (o il maschio, nelle specie in cui è lui a covare le uova) si trovano particolarmente esposti alle insidie dei predatori, dal momento che sono costretti all'immobilità forzata e, se minacciati, devono scegliere fra l'incolumità personale e la continuazione della specie. Due pulsioni istintive ugualmente «forti», e conflittuali: salvare la pelle, (con relative penne) o salvare la progenie? La selezione naturale ha premiato le soluzioni di compromesso: ha favorito le specie che covano in luoghi difficilmente accessibili come le chiome degli alberi o le scogliere; quelle in cui la femmina ha una colorazione dimessa e mimetica (tipica di tutti gli uccelli che covano sul terreno); quelle che realizzano nidi chiusi e pressoché impenetrabili (gli Uccelli tessitori o i Pendolini). Esistono però anche altre soluzioni, come quella adottata dai cuculi, che fanno covare ad altri le loro uova o come quella, senz'altro più originale, adottata dai Megapodidi: si tratta di uccelli che vivono in Australia, in Nuova Guinea e in alcuni isolotti dell'Oceania. L'aspetto non è molto dissimile da quello di un pollo, le dimensioni sono abbastanza varie (piccole le specie insulari, grandi quanto un tacchino quelle dell'Australia e della Nuova Guinea), la colorazione del piumaggio non è particolarmente vistosa: non ci sarebbe motivo per dedicare a questi animali particolare attenzione, se non fosse per il loro straordinario modo di incubare le uova. In realtà, pur nell'ambito di una medesima strategia, i nodi sono molteplici: alcune specie depongono le uova in semplici buche scavate in riva al mare e affidano la loro incubazione al calore solare, altre le depongono nei pressi delle sorgenti termali, altre ancora vicino alle colate laviche. Il Tacchino di boscaglia australiano iAlectura lathami) costruisce invece enormi cumuli di terriccio e di foglie: il termine «enormi» è decisamente appropriato, dal momento che i cumuli possono avere un diametro di 12 metri e un'altezza di 5. La femmina depone le uova al loro interno e poi si disinteressa della covata: il calore prodotto dalla fermentazione delle foglie provvedere all'incubazione. Il controllo dell'«incubatrice» è compito del maschio: a intervalli regolari, esso scava dei fori nel cumulo e ci infila la testa. Si pensa che nel becco abbiano sede recettori termici, che gli consentono di controllare se la temperatura è quella giusta. In caso contrario, toglie un po' di materiale o ne aggiunge di nuovo. Il tutto per la durata di 7/12 settimane, in capo alle quali nascono i pulcini. Molto più complicata è la vita del Fagiano australiano [Leipoa ocellata): vive difatti in zone semidesertiche, dove la vegetazione è molto scarsa e dove quel po' che riesce ad accumulare viene spazzato via dal vento o mangiato dalle termiti. Lui però non si perde d'animo: scava una grossa buca nel terreno (un metro di profondità per due di larghezza) e la riempie di detriti vegetali. L'operazione avviene durante l'inverno, quando le piogge sono più probabili: non appena la prima pioggia ha inzuppato i detriti, il fagiano li copre con la sabbia, fino a costruire un monticello alto poco più di un metro e largo 5. Nel monticello, i detriti cominciano a fermentare e a sviluppare calore: dopo 3-4 mesi, la temperatura raggiunge il giusto livello (34-36 °C) e la femmina depone le uova in una cavità scavata al centro della montagnola. Ma i veri problemi cominciano adesso: la durata dello sviluppo embrionale è difatti di 78 mesi, il che significa che le uova devono essere mantenute a temperatura costante per tutta la primavera, tutta l'estate e buona parte dell'autunno. E la cosa non è facile in un ambiente desertico, dove l'escursione termica è notevole. Per tutto il periodo dell'incubazione, il maschio deve continuamente fare fori nel cumulo per disperdere il calore, aggiungere sabbia, togliere sabbia, sostituire la sabbia troppo calda con sabbia pia fresca o viceversa. Insomma, un lavoraccio. Certo gli sforzi del Fagiano australiano sono premiati quando, alla fine dell'autunno, i piccoli escono dalle uova. Ma, ahilui, la nascita dei piccoli significa che è quasi ora di ricominciare daccapo. Giusto Benedetti

Persone citate: Giusto Benedetti

Luoghi citati: Australia, Boston, Castelbianco, Guinea, Milano, Nuova, Nuova Guinea, Oceania, Zurigo