E MONNA LISA STREGO' VERNE

E MONNA LISA STREGO' VERNE E MONNA LISA STREGO' VERNE Memorie d'Italia Saverio TAitino all'attacco. Dal suo Archivio Diaristico di Pieve Santo Stefano si adopera a promuovere la nascita di un Centro Nazionale di Memoria Popolare, ha già numerose adesioni di archivi italiani per così dire tematici, dal mondo contadino alle guerre. Innegabile il merito di chi, forte di «ima concezione democratica dell'editoria» e con pochi quattrini, specie dacché la «vituperata egemonia comunista» è finita, fa tesoro di testimonianze irripetibili. Voci udibili soltanto grazie al Premio Pieve che prevede, ogni anno, la pubblicazione del diario vincitore: sinora affidata alla collana «Diario italiano» della Giunti (l'ultimo titolo che uscirà è Disertore a Vladivostok), dall'autunno presa in carico dalla Baldini & Castoldi: «Abbiamo già il contratto per il testo al quale andrà il premio di quest'anno», dice TAitino. Dalai, il pigliatutto, magari riuscirà a far en plein anche con fiches lievemente fuori corso. lo? come portare sulla tela, prevenendola, la bellezza finale? Sono tre anni che Monna Lisa ogni giorno posa per il Maestro. Giocondo non teme nulla perché, rispetto a chi ha la copia, lui ha l'originale. ((E poi, detto tra noi, Leonardo non può amare». Monna Lisa non lo pensa: «Ai sentimenti teneri può essere sensibile» risponde al marito, «è unire l'amor dell'arte all'arte dell'amore». Veme si scusa, qui, per il concetto. «E' ora che io agisca» pensa allora Giocondo, di stucco, «da uomo energico». Affronta di petto il Maestro e lo apostrofa così: «A furia di cominciare sempre, voi non finite nulla!». Risponde lui: «Che importa questo, caro duca, se l'inizio è buono!». Il tarlo però ce l'ha, per Monna Lisa e per la Cena, manca ancora il Giuda. Scena dodici, acme dell'azione. Leonardo, a furia di sentir parlare dell'amore di Lisa, chiede a se stesso se per caso non è che anche lui questa volta sia caduto innamorato. La sua mano per la prima volta trema. Si butta ai piedi di lei, sta per baciarli... ma entra Bambinello con l'infame. Leonardo lo vede, «il mio Giuda! il mio Giuda!» gli sfugge in un sussulto. Si alza, corre al bruto, lo afferra per le braccia e sparisce con lui. Lo sguardo di Gioconda è quello dipintosi sul volto di lei una volta scoperta la verità di lui. In appendice al volume, Dumas propone alla lettura i Ricordi d'infanzia e gioventù, una breve autobiografia scritta da Verne nel 1890 (aveva 62 anni), il cui manoscritto è tra quelli di proprietà della città di Nantes, testo ormai introvabile (a differenza dei racconti con lo stesso titolo). Verne vi racconta di quando vide il mare per la prima volta. E descrive il compito del romanziere geografico: «Dipingere la Terra intera, il mondo intero, sotto la forma del romanzo, immaginando avventure speciali per ogni Paese...». IPARIGI EONARDO è preda di sentimenti contrastanti. E' quasi tentato di fuggire con Monna Lisa. Ma sopraggiunge un fatto, imprevisto, e la vicenda evolve nel modo che sappiamo. Salvando la Gioconda per i posteri. Storia curiosa, scritta in versi per il teatro, questa Monna Lisa (Ed. de l'Heme) è un inedito di Jules Verne. Un testo giovanile, iniziato a poco più di vent'anni nel 1851, e che poi Verne lasciò lungamente in un cassetto non sapendo come farlo finire. Continuano a emergere inediti dell'autore di Ventimila leghe sotto i mari. A consegnarci questo, più che mai sorprendente per contenuti e forma, è il presidente della Société Jules Verne, Olivier Dumas. Da una breve nota introduttiva apprendiamo che era il padre di Verne a premere sul figlio perché non abbandonasse la scrittura in versi. E forse fu q. lesta la causa vera del momentaneo abbandono. Fatto sta che poi Verne concluse l'incredibile commedia e nel 1874 la lesse solennemente di fronte ai membri riuniti dell'Accademia di Amiens. Mai Monna Lisa venne rappresentata, né pubblicata. Verne ci teneva. Riteneva fosse «alla maniera di De Musset». La scena è in effetti, come nel Lorenzaccio di De Musset, a Firenze. I personaggi sono Leonardo, Monna Lisa, il marito di lei Giocondo, Pazzetta (serva di Monna Lisa) e Bambinello (garzone di Leonardo). Il sipario si apre sull'atelier del Maestro. «Lusso meraviglioso». Tutto accade nell'arco di venti scene, e un atto unico. Bambinello si lamenta di dover passare i suoi anni migliori a grattar via da una tavolozza i colori che un altro usa per dipingere dèi, donne e fiori. Il Maestro, dice, «è un cervello bruciato, essere stravagante, / che sempre in- Jitles Verne daffarato non può star fermo mai, / né mai si lascia guardare dritto in faccia». Capace di ogni prodezza, pur che sia della mente, è invece «manchevole» di cuore, dice Pazzetta. «Non è fatto in maniera da amar come si deve». L'antefatto è alla scena quarta. Leonardo chiede a Bambinello di battere Firenze alla ricerca di un bandito dall'aspetto vile abbastanza per far da modello a Giuda. Manca per YUltima Cena. Poi il Maestro sprofonda nella meditazione sul ritratto di Monna Lisa. Non lo soddisfa. Lei è di beltà meravigliosa, il suo volto è arte («eccolo ripiombato nella sua monomania», commenta Bambinello). Leonardo vorrebbe far meglio dei greci e «gettare uomini di un'altra età / ai piedi del ritratto, ebbri e tremanti/ per parlargli d'amore tra ancora tremila anni!». Cos'è che non riesce a cogliere, cos'è che fa il quadro impari, per quanto bello un passo sempre indietro rispetto alla modella? E' il garzone Bambinello, grazie ai suoi piedi per terra, a dare la chiave al Maestro di quel che accade. Monna Lisa è innamorata pazza di colui che la ritrae. Leonardo capisce che è il sentimento inconfessato a trasformare il volto della donna, ogni giorno diverso. Come fare a rincorrerlo e superar¬ L'ISPETTORE GENERALE Il gioiello ritrovato di un grande narratore. La poesia via Internet OSCAR ©MONDADORI «E' un esperimento, come buttarsi in acqua sperando di imparare a nuotare... L'entusiasmo iniziale è determinato dalla suggestione che ci è venuta la prima volta che abbiamo digitato sull'Internet la parola poetry, capitando nei posti più lontani e scoprendovi la poesia...». Così è nata Poesia italiani - Italian poetry, la prima rivista italo-inglese sulle cyber-autostrade. Parte dal Virtual Campus deU'università di Roma, Gian Carlo Ferretti tra i promotori. Nel numero zero liriche e brevi prose, un ricordo di Volponi dello stesso Ferretti, poesie di Renzo Paris, Laura Canciani, Francesco Dalessandro, Rossella Or. La speranza dei fondatori è di avere un rapporto diretto con Jù legge. Vntpp, l'indirizzo elettronico della rivista è: //www.let.uniromal.it/utopia.html. Digitate, digitate. Abituatevi a questo curioso tipo di «versi» che sembrano l'ouverture delle Sirene nell'Ulisse. Joyce sa fare anche l'allenatore. è in edicola il numero di luglio con un saggio di

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