LE DONNE CONTRO DI LAURA PARIANI

LE DONNE CONTRO DI LAURA PARI ANI LE DONNE CONTRO DI LAURA PARI ANI «Il pettine»: storie fra il Seicento e oggi IAURA Pariani conferma con questo libro di racconti, Il pettine (due anni fa ci aveva già colpito il titolo dell'esordio, Di corno e d'oro) di possedere le qualità di una scrittrice vera. Il suo punto di partenza sembra essere un richiamo ancestrale, di sangue e di terra (è nata nell'arsiccia piana lombarda di Busto) che proietta anche più avanti, sui giorni a venire, una luce cupa. Non manca nella rappresentazione dei tempi andati una curiosità di tipo storico e antropologico (i proverbi, le filastrocche, gli oggetti d'epoca) che resta però pienamente assorbita dall'immaginazione e dal progetto narrativo. Sono intanto storie in cui si esprime la natura, la vocazione, il destino della condizione femminile: segmentate dalla storia parallela, in più capitoli, di una bambina che sogna di uscire dal ristretto ambiente famigliare, dal tedioso perbenismo borghese. E' incantata dal passaggio dello straccivendolo, la vita randagia, i miserabili tesori accumulati sul carro: «Il rotto, il consumato, il fuori uso - una copertina di carta logora, una scarpa scompagnata, un piattino senza tazzina - la fa sognare con un odore di mondi lontani». E l'esito drammatico della sua fuga verso una favoleggiata stazione di Astapo- vo segnerà di sconforto l'intero percorso del libro. Che si svolge cronologicamente tra il Seicento e i nostri giorni, per riavvolgersi nel capitolo finale sull'Ottocento, sui ricordi e le smemoratezze di una contadina decrepita che, a guisa di sibilla, rivela un'aspra sapienza del vivere, una disillusa moralità. Il racconto più riuscito è «Il pettine», per l'invenzione e la sapiente orchestrazione del tema, per il ricorso a una lingua ad alto voltaggio dialettale che non si risolve in pura mimesi ma affonda, con risultati di forte espressività, nelle viscere e nei sentimenti di una gente perduta. Il «Più» è una ragazza che ha avuto la madre violentata e massacrata da una banda di soldati taglieggiatori. Nasce da quel lutto l'insania del padre selvaggio che vuole trasformarla in uomo: le taglia i capelli, le stringe il seno, le cambia il nome, mortifica con efferatezza ogni cedimento alla sua natura di donna. Ma la femminilità resiste sotto gli abiti e le costrizioni, erompe nell'incontro amoroso con un altro soldato di passo, il «piemontese». Quando il padre lo ammazza, il «Più» gli ravvierà i capelli con il suo pettine custodito gelosamente. La Pariani interviene con sommesso controcanto, da coro a voce sola, ad aiutare l'espressione di sentimenti che faticano ad esprimersi compiutamente oltre il gesto, il raggomitolarsi muto davanti alle cadenze del soffrire. Storie di donne, dicevo. Nel 1915 (Laura Pariani ama imprimere queste unghiate, queste «orecchie» sul libro del tempo) un'altra ragazza, mentre lavora nei campi, rischia di essere investita da un aeroplano che cerca l'atterraggio di fortuna. Al di là dei fastidi che le procura la commissione d'inchiesta (le rimproverano ottusamente di non essersi spostata e di avere causato la morte del pilota, sacrificatosi per salvarla) conta il ricordo di quel giovane caduto, della mano bianca pendula dalla barella. Le capita di accarezzarla, dolcemente, in sogno. Più avanti, accompagneremo in Argentina la protagonista cangiante dei racconti, va a conoscere il nonno anarchico emigrato durante il fascismo; a innamorarsi di una fedeltà istintiva, di una irriducibilità povera e disarmata, che avrà il suo peso per la nipote nell'imminente Sessantotto. Altrove, una giovane donna discorre al cimitero con il suo uomo che è caduto sotto i colpi della polizia durante una sommossa di strada. Ci seno stati errori, ma anche speranze alte e pulite, per questo vorrebbe che il morto potesse ricordarsi di lei, liberarla dal «sospetto tormentoso che ogni mia esperienza di vita sia in tutto simile all'effimero passaggio t

Persone citate: Busto, Laura Pariani, Pariani

Luoghi citati: Argentina