Due agguati serbi all'inviato Ue

Nel viaggio dalla Bosnia a Spalato, illeso il nuovo mediatore europeo Bildt Nel viaggio dalla Bosnia a Spalato, illeso il nuovo mediatore europeo Bildt Due agguati serbi all'inviato Ile Spari sul suo convoglio e sull'elicottero ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO I serbi hanno attaccato ieri prima il convoglio militare dell'Onu che scortava il nuovo mediatore europeo Cari Bildt in partenza da Sarajevo, poi l'elicottero che doveva portarlo da Konjic a Spalato. All'alba, mentre Bildt lasciava la capitale bosniaca, un carro armato serbo posizionato a ridosso della strada del monte Igman ha ripetutamente aperto il fuoco contro la colonna dei blindati dell'Unprofor: sei proiettili calibro 76, che non hanno fatto vittime. «Potrebbe essere stato un tentativo per colpire Bildt», ha dichiarato poco dopo un ufficiale delle Forze di pace dell'Onu. Nel primo pomeriggio, le milizie di Karadic hanno nuovamente sparato tre proiettili da 105 millimetri contro il velivolo di Bildt, che è decollato immediatamente. Accanto c'era un altro elicottero con due giornalisti feriti: è stato bloccato, gli occupanti sono stati portati via terra a Jablanica. All'arrivo a Spalato, il mediatore dell'Ue per l'ex Jugoslavia non ha menzionato gli incidenti: «Dal governo bosniaco - si è limitato a dire ho ottenuto l'accordo per il dispiegamento dei 12.500 uomini della Forza di rapido intervento». Alla domanda perché non si fosse recato a Pale, la «capitale» di Karadzic, Bildt ha risposto: «Non sono un turista. Vado soltanto nei posti dove so di poter ottenere qualche risultato». Durante la sua visita a Sarajevo, Bildt ha incontrato il presidente bosniaco Izetbegovic e gli alti funzionari dell'Unprofor. «Nessuna delle due parti in Bosnia potrà terminare l'attuale conflitto con una vittoria militare, per questo invito tutti a riprendere i negoziati politici affinché la situazione cessi di peggiorare e venga finalmente aperta la via all'accordo finale per la soluzione alla crisi bosniaca», ha detto Bildt, che ha proseguito la sua missione con una tappa a Belgrado. Dopo il convoglio del mediatore europeo, i serbi hanno sparato due granate con- tro un secondo convoglio dell'Onu che percorreva la strada del Monte Igman. I Caschi blu francesi non hanno risposto al fuoco. Il governo bosniaco ha confermato che nelle ultime quarantott'ore a Sarajevo so¬ no state uccise otto persone, tra le quali una bambina di quattro anni e mezzo, eli sono rimaste ferite. Nel mese di giugno Sarajevo ha avuto in media cinque morti al giorno. Secondo i dati del ministero della Sanità, il 95% delle vittime è stato ucciso in casa, e soltanto il 5% in strada. I combattimenti continuano su tutti i fronti. Mentre le forze governative stanno avanzando nella zona di Bosanska Krupa, in Bosnia occidentale, i serbi attaccano l'enclave musulmana di Srebrenica in Bosnia orientale. I Caschi blu stazionati in città sono in massima allerta dopo che gli uomini di Karadzic hanno colpito con due proiettili di cannone la loro postazione a Sud di Srebrenica. I serbi attaccano senza tregua anche la sacca di Orasje, nel Nord del Paese, controllata dalle forze croato-bosniache. Della drammatica situazione bosniaca parleranno oggi a Ginevra il segretario generale dell'Onu, Boutros Ghali, il suo inviato speciale per l'ex Jugoslavia, Yasuhi Akashi, e il comandante in capo delle Forze di pace dell'Onu, gen. Janvier. Verrà discusso, inoltre, il mandato della nuova Forza di rapido intervento e il suo dispiegamento, che dovrebbe essere questione di ore. Ingrid Badurina Soldati serbo-bosniaci con armi e munizioni catturate ai musulmani Soldati serbo-bosniaci con armi e munizioni catturate ai musulmani