«lo spia anti-ecologisti» di Enrico Benedetto

«lo, spia anti-ecologisti» «lo, spia anti-ecologisti» «Così affondai il Rainbow Warrior» MATA NARI NEI MARI DEL SUD LPARIGI A Mata Hari del Rainbow Warrior vuota il sacco. Dominique Prieur è oggi una tranquilla cinquantenne, con un lavoro sedentario alla Défense Nationale, il piccolo Vincent cui prodigare cure materne e la pensione da tenentecolonnello in arrivo. Miracolata. Doveva uscire di galera solo nel 2002: 17 anni. La Giustizia neozelandese l'aveva condannata a una pena esemplare por il dinamitaggio del «Rainbow Warrior». Il primo, indimenticabile. Quello che proprio un decennio fa - 10 luglio '85 - gli 007 transalpini ovvero Dominique e il suo compagno Alain (Mafart) affondarono a pochi metri dal litorale di Auckland. Morì un giovane fotografo francese. E, con la nave di Greenpeace, fu il governo Fabius che rischiò l'inabissamento. Il processo, 5 mesi dopo, fotografò una spia dignitosa, pugnace, ma ormai in disgrazia. La colpa non era sua. Furono i superiori, rimasti nell'ombra, a montare l'operazione con dilettantismo pacchiano. Ma lei, alias madame Turenge - tranquilla sviz- zera in luna di miele con il suo Alain per non insospettire i neozelandesi - ne pagava il fio. Il 22 luglio '86 Wellington l'esiliò a Hoa. Curioso destino. Era un atollo. Come Muroroa, che i coniugi Turenge dovevano difendere, esplosivo alla mano, dal Guerriero dell'Arcobaleno. La rimpatriarono nell'88. E da allora Dominique Prieur era un'ombra ingombrante. Adesso non più. Ne «l'Agent scerete» (Fayard editore) alza il velo sul più disastroso affaire spionistico - insieme alla vicenda Ben Barka - che la V Repubblica abbia conosciuto. Ma con grande prudenza. Porche, in fondo, uno/a 007 rimane tale a vita. Con la discrezione per vincolo. In primavera il manoscrit¬ to finì dunque- sul tavolo di Frangois Léotard, ministro alla Difesa nel governo Balladur, per un «imprimatur» ufficioso. Che arrivò. Dominique ci regala una lettura avvincente. E senza rancore verso gli altri membri del commando che riuscirono a svignarsela «come da manuale» lasciandola noi guai. La fortuna le era contro. Ma avrebbe potuto farcela. Un gruppo di Maori la sorprese mentre occultava lungo il fiume le attrezzature che i sommozzatori francesi avevano impiegato por piazz. ■> le cariche esplosive: non la denunciarono mai. Il James Bond femminile li ringrazia in una pagina commossa. Altre, numerose, portano ancora i segni della tragedia umana e pro¬ fessionale che attraversò Dominique Prieur. Ricorda le sue fotografie sui giornali con angoscia intatta. «Avevo trascorso i miei anni migliori a nascondermi. Ed eccomi in prima pagina. Ero sconvolta». Prima donna «operativa» nel controspionaggio francese, Croce al Valor Militare per operazioni che - tuttora - restano «top secret», Dominique vedeva in frantumi, con la sua carriera, l'onore stesso della Francia. «Lo choc era insostenibile» osserva. Ora è diverso. Ma t..npiange «il lavoro esaltante» nei Servizi. «Una vera "epoca d'oro"». Pentita lo è. Ma solo a causa di quel ragazzo ucciso. Enrico Benedetto

Persone citate: Agent, Balladur, Ben Barka, Dominique Prieur, Fabius, James Bond, Mata Hari, Mata Nari

Luoghi citati: Francia