Per Silvio neanche la risata di un Franti di Curzio Maltese

Per Silvio neanche la risata di un Franti Vincono buonismo e bon ton, il duello in diretta tv non infiamma i delegati Per Silvio neanche la risata di un Franti UNO solo poteva ridere mentre Berlusconi & Veltroni spalmavano marmellate di retorica da spot sul gentile pubblico dei delegati. Uno solo poteva ghignare di fronte al duello televisivo tra i sedicenti Gandhi (Berlusca) e Kennedy (Veltroni) della politica italiana. Ma, incredibilmente, nessuno l'ha fatto. Sarebbe bastata una risata, una sola dalla platea dei delegati pidiessini, per mandare all'alia (in diretta su Rete4!) l'immagine del Cavaliere e l'altra, altrettanto di cartapesta, di un congresso che sembra organizzato all'unico scopo di ospitare il Nemico e metterlo a proprio agio con il blu Fininvest dei paramenti, i manifesti da spot di pannolini, il mappamondo del Tg4 e i discorsi da pomeriggio con sentimento. Ma, fra i mille Garroni delegati, nessuno ha sorriso. E dire che il predicozzo liberista recitato da Berlusconi, pur senza contenere riferimenti alla fiaba araba della vendita Fininvest, conteneva vari stimoli comici. L'incipit, anzitutto. Quel «Signore & signori...» rivolto ai tremendi comunisti, immediatamente ridotti a platea da quiz. E poi più avanti l'interminabile attacco ai giudici, in nome naturalmente dell'«habeas corpus» (e l'habemus papam, no?) da parte del pluri inquisito relatore. E ancora la selva di citazioni preparate dai ghost writers in cui Berlusconi, afflitto dall'italica mania di ben figurare, s'addentrava con crescente fatica. 0 ancora l'irresistibile, ormai macchiettistico «mi consenta...»' col quale Berlusconi ha apostrofato D'Alema, e che in effetti ha strappato timidi risolini. Ma nulla di più. Non un Franti si è levato dalla platea dei mille Garroni querciaioli. Segnati tutti da quella monolitica assenza d'umorismo ch'è forse l'ultima eredità del vecchio pei. Con sfumature di autentica malinconia sui volti degli anziani, i Bufalini, i Napolitano, le lotti, l'ex Diego Novelli, più qualche ombra incazzosa nell'espressione di due o tre operaisti sopravvissuti, indecisi se fischiare o uscire. Col rischio poi d'incappare in Fede: «Scusi, ma lei dissente dalla linea di D'Alema?». Non un •-infame», fra le mille anime pidiessine che sia capace di ridere di questa politica da sofficini. Al contrario è parso nomale che la platea alla fine abbia tributato un «belapplauso» all'ex «miliardarioridens-piduista-amico di Craxi e dei fascisti», immortalato dai fotografi mentre manda bacini dal palco del pds, a degno coronamento di un biennio di anticomunismo virtuale. E poi, saltando l'esilarante spot di mezzo del socialdemocratico Schietroma («Cari compagni, vi pollo il saluto del partito di Giuseppe Saragat...»), tutti in piedi che parla Walter Veltroni, il politico più buono della Tèrra, Un'omelia straggente, la sua, apeita con la citazione dello zuccheroso best seller di Susanna Tamaro: «Va' dove ti jiorta il cuore», testo chiave dei buonismo. La nuova ideologia della sinistra italiana: il va' pensiero. Come avrebbe scritto Beniamino Placido: va' pensiero, facce divertì. Curzio Maltese