Bossi voteremo la fiducia

Bossi: voteremo la fiducia Bossi: voteremo la fiducia // Senaturfrena dopo le dimissioni di Pettini LAFRONDA NEL CARROCCIO ROMA APIDA marcia indietro di Umberto Bossi. Altro che tentar di insabbiare la riforma delle pensioni per allontanare le elezioni. Visto il putiferio provocato dalle polemiche' dimissioni del presidente dei deputati della Lega, Patrini, Bossi si corregge e prornette,-chBjrvoterà anche lui la fiducia sulle pensioni se Dini dovesse chiederla. «La Lega sarebbe costretta a votarla. Non possiamo far cadere una riforma portata avanti soprattutto dalla Lega, tanto che ha come relatore un leghista, Sartori», annuncia Bossi che, però, non è per nulla placato. Perché il suo cruccio è quel D'Alema che ancora ieri sera, al congresso del pds, non ha indicato vere vie alternative al voto in autunno. «Non lo seguiremo nella sua fretta di andare alle urne. Se insiste, vorrà dire che la Lega andrà per la sua strada e amen. Perso per perso...». Così brontola il segretario della Lega dopo aver capito che non può usare l'arma delle pensioni per lanciare un nuovo governo politico e duraturo. Il suo tentativo di boicottare la riforma gli si stava ritorcendo contro, rispolverando la patente di inaffidabile che il Polo gli aveva affibbiato quando lasciò l'alleanza. Visto che ora la Lega è nella maggioranza che appoggia il governo Dini e il suo programma (pen- sioni comprese), come avrebbe potuto giustificare lo sganciamento? Bossi aspettava risposte da D'Alema. Il segretario del pds gliel'ha data subito: «Voglio dire a chi pensa che rallentare e rendere incerto il cammino della riforma sia un modo per allungare i tempi della legislatura, che questo può essere un calcolo ingenuo e rovinoso. Nel senso che si può arrivare all'obiettivo opposto rispetto a ciò che ci si propone». Ovvero, caro Bossi, se insisti otterrai solo che si vada a votare «dopodomani». Nella Lega, Roberto Maroni glielo aveva detto a Bossi che il rischio era proprio questo. E ieri il «figliol prodigo» rientrato nei ranghi ha consigliato di far buon viso al gioco BerlusconiD'Alema che pare portare inesorabilmente verso le elezioni autunnali: «Io credo che a questo punto sarebbe meglio votare in autunno. Non foss'altro perché sento in giro tanta vo¬ glia di restaurazione e una certa nostalgia del vecchio sistema. C'è Giuliano Ferrara che ci invita a chiedere scusa a Bettino Craxi. C'è Ciriaco De Mita che ancora gioca a fare il leader. Dobbiamo andare a votare per stroncare questi tentativi». Bossi non è ancora convinto. Lui teme che la Lega rimanga emarginata e schiacciata: «C'è il rischio che dopo le elezioni ci si ritrovi con D'Alema e Berlusconi che governano insieme». Un incubo del genere pare turbare anche Gianfranco Fini che sembra sempre più timoroso di elezioni autunnali se concordate tra Berlusconi e D'Alema. Perché il patto col «nemico» renderebbe quasi nullo il peso politico di An nel Polo. E Fini, infatti, è rimasto deluso dalla relazione di D'Alema perché non vi ha trovato l'indicazione di una via alternativa alle elezioni, magari un governo di grande coalizione. Ma sia Fini sia Bossi perdono potere contrattuale nel mo- «C'è il rischio che dopo le elezioni ci si ritrovi con D'Alema e Berlusconi che decidono di governare insieme»

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