«Nel week-end liberiamo Sarajevo»

Chirac: mai più l'Unprofor umiliata. Contro Bihac 4 missili e un raid aereo Chirac: mai più l'Unprofor umiliata. Contro Bihac 4 missili e un raid aereo «Nel week-end liberiamo Sarajevo» // capo di stato maggiore francese: tutto pronto ZAGABRIA. Parigi preme per un immediato «impiego operativo» della Forza di reazione rapida per sbloccare l'assedio di Sarajevo. Ma dalla capitale bosniaca, affamata e ormai quasi priva di acqua potabile dopo 39 mesi d'assedio, l'Onu frena e convoca per sabato a Ginevra un ennesimo vertice per «un esame dettagliato della situazione in Bosnia». Il capo di stato maggiore interarmi francese, ammiraglio Jacques Lanxade, ha rilasciato ieri mattina una dura dichiarazione affermando che «obiettivo della Forza di reazione rapida anglofranco-olandese non è solo di difendere i militari dell'Unprofor, ma anche di permettere ai caschi blu di adempiere alla loro missione, e dunque di aprire nei prossimi giorni una strada per i rifornimenti a Sarajevo, a meno che la situazione non si sblocchi rapidamente». «Se necessario, potremo intervenire già a fine settimana», ha aggiunto l'ammiraglio. «In questi giorni abbiamo incontrato difficoltà, ma potremo risolverle appena avremo dispiegato la Forza. Il governo di Sarajevo ci ha già detto che approverebbe un nostro intervento. Bisogna lasciate tempo alla diplomazia - ha concluso l'alto ufficiale - ma se non si vedono risultati, dobbiamo intervenire per permettere il passaggio dei convogli dal Monte Igman». Ma la dichiarazione dell'am- miraglio ha suscitato sorpresa al comando dell'Onu nella martoriata capitale bosniaca, dove un portavoce ha smentito indirettamente Lanxade, ribadendo che tra i compiti della Frr «non sono previsti l'apertura né il controllo di corridoi umanitari a Sarajevo o in altre zone protette della Bosnia». Ma la Francia sembra optare per una soluzione più decisa e già da alcuni giorni i caschi blu del suo contingente hanno reagito con colpi di mortaio ai tiri che l'artiglieria serba riservava ai convogli umanitari che scendono dal Monte Igman. A Ginevra, dove si trova per la cerimonia del 50° anniversario della fondazione delle Nazioni Unite, il presidente francese Jacques Chirac ha detto: «Il successo in Bosnia è ben lontano dall'essere garantito. Ma non accetteremo più che i soldati dell'Unprofor vengano umiliati. Con la Forza di reazione rapida, ben armata, diamo all'Onu i mezzi per compiere la sua missione». Il segretario dell'Onu Boutros BoutrosGhali, presente alla cerimonia, ha commentato che per quello che è successo finora in Bosnia «dovremmo tutti vergognarci». Sul terreno, ieri quattro missi¬ li terra-aria «Volkov» sono stati sparati da postazioni serbe contro l'enclave musulmana di Bihac, nella Bosnia nordoccidentale. Lo riferisce radio Sarajevo, secondo la quale l'attacco avrebbe provocato numerose vittime. I missili sono caduti nei pressi della città di Buzim. Un portavoce dell'Onu a Sarajevo ha reso noto che, secondo osservatori delle Nazioni Unite, un bombardiere serbo ha lanciato dai tre ai cinque razzi contro obiettivi vicino a Ostrozac, sempre nella sacca di Bihac, in violazione della zona d'interdizione aerea imposta dalla Nato. Sempre ieri il Comitato internazionale della Croce Rossa ha fatto partire dall'enclave di Bihac tre bambini di meno di 18 mesi affetti da problemi respiratori. Lo ha annunciato l'organizzazione a Zagabria, dove i piccoli sono stati ricoverati in un ospedale. Il trasferimento era previsto per aprile, ma è stato rinviato fino a ieri per motivi di sicurezza. Lo scorso anno la Croce Rossa ha sgomberato 200 bambini e adulti dalla sacca, dove l'organizzazione umanitaria internazionale distribuisce 5 mila pasti caldi al giorno. La scorsa settimana, l'Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite aveva registrato nell'area i primi casi di due persone, fra cui un bambino, morte per fame. A Sarajevo, dove tre convogli umanitari sono riusciti a penetrare in 24 ore senza essere bersagliati dall'artiglieria serba, la situazione sanitaria sta ulteriormente degradandosi a causa della penuria d'acqua in coincidenza di una torrida estate. La denuncia è dell'Organizzazioe mondiale della sanità (Oms). Numerose fontanelle pubbliche sono state chiuse dalle autorità che temono assembramenti di persone. Le code per l'acqua o per il pane, così come le piccole folle dei mercatini, sono state più volte in passato un obiettivo privilegiato delle artiglierie e dei cecchini serbo-bosniaci. [Ansa-Afpl Il capo dello stato maggiore francese, ammiraglio Jacques Lanxade (in primo piano con il berretto a visiera) in occasione della sua visita a Sarajevo in aprile [FOTO REU TER) wm

Persone citate: Chirac, Jacques Chirac, Jacques Lanxade, Volkov