La solitudine del cardinale

Hume: mi manca una donna alfianco «Celebro un matrimonio e penso: avrei potuto essere io» La solitudine del cardinale Hume: mi manca una donna alfianco LONDRA NOSTRO SERVIZIO Il celibato è una scelta di solitudine, specie se combinato con un'alta responsabilità ecclesiastica. Il cardinale Basii Hume, primate cattolico d'Inghilterra e Galles, uomo dell'establishment con una propensione per i miracoli diplomatici «a sinistra», ha parlato con il cuore in mano al rotocalco Hello!: «Quando si invecchia si sente la mancanza della compagnia di un'altra persona. Ti manca il fatto di non avere scelto qualcuno, e che qualcuno non ti abbia scelto». Il leader di 4,6 milioni di cattolici, che ha 72 anni ed è anche arcivescovo di Westminster, ritiene :he il celibato «sia un modo di vita» e che «cambi col passare della vita». Ma non parrebbe che sia cambiata poi granché la sensazione che ogni tanto Hume provava già quando era un giovane abate benedettino ad Ampleforth. Era nostalgia per la presenza di qualcuno con cui comunicare: «Quando ero abate e talvolta dovevo andare a Londra, mi ritiravo nella mia stanza e sentivo la mancanza di qualcuno con cui parlare della giornata appena trascorsa». Non è soltanto l'assenza di una moglie, tuttavia, a determinare questo senso di isolamento. E' la natura stessa dell'ufficio cardinalizio: «Non si può essere in una posizione di grossa responsabilità e non provare una specie di solitu- dine psicologica. E' inevitabile. Non puoi andare in giro e appoggiarti ad altri». E tuttavia Hume, noto per la sua modestia, riconosce l'importanza dell'amicizia nella sua vita. «D'altro canto, la gente mi piace. Senz'altro ho tre o quattro amici, di entrambi i sessi, ai quali sono vicino». Ed è proprio questa, per il primate d'Inghilterra, la vera natura del voto di castità: «Il celiba¬ to è un apprendere l'arte dell'amicizia e implica sempre, nell'amicizia, dire di sì all'altra persona quando ti dai nell'amore e nella carità e dire di no a te stesso». Non è la prima volta che Hume parla con candore della natura della propria vocazione ecclesiastica. Uomo di delicata sensibilità, durante un'intervista radiofonica nel '92 usò parole umili por dire che sotto sotto, oltre l'indubitabile gioia della chiamata al servizio esclusivo di Dio, il desiderio di essere amato da un'altra persona rimane. «Ogni volta che celebro un matrimonio o vedo gente sposata, dico a me stesso: avrei potuto essere io». Il fatto che abbia accettato di parlare con Hello!, famoso per le sue interviste frivole con celebrità dell'aristocrazia, dello spettacolo e del mondo degli affari, può a prima vista apparire curioso. Ma il cardinale è noto per la sua awicinabilità. Dal colloquio emerge la natura della scelta sacerdotale di Hume come un modo di servire «persone che avevano avuto meno vantaggi di me»: una decisione maturata nella poverissima Newcastle mineraria degli Anni Trenta. Benché applichi quotidianamente a se stesso la logica del «non sum dignus», il primate d'Inghilterra ha conservato intatto ciò che lo ha spinto a farsi prete: «Volevo usare al meglio la mia vita e farmi prete era la cosa migliore che potessi fare». Malgrado la solitudine. Maria Chiara Bonazzi Il cardinale Basii Hume, 72 anni, è il primate cattolico di Inghilterra e Galles Sotto, il cardinale di Vienna Hermann Groer, accusato di aver molestato anni fa un giovane seminarista

Persone citate: Basii Hume, Hermann Groer, Maria Chiara Bonazzi

Luoghi citati: Ampleforth, Galles, Inghilterra, Londra, Vienna