Craxi ai giudici vi aspetto

Il senatore del pds Pellegrino attacca il magistrato di Brescia: si fa troppa pubblicità Il senatore del pds Pellegrino attacca il magistrato di Brescia: si fa troppa pubblicità Croxi ai giudici: vi aspetto Ma Salamone: per ora è solo una ipotesi BRESCIA DAL NOSTRO INVIATO «Io sono qui. Sono a disposizione. Chi vuole mi trova», dice a «Panorama» l'ex segretario del partito socialista Bettino Craxi. E ancora i magistrati bresciani non hanno deciso se sia davvero necessario interrogarlo. «Il mio era solo un discorso ipotetico, qualcuno di voi (giornalisti, ndr) lo ha interpretato dandolo per scontato», dice Fabio Salamone, irritato per qualche titolo di giornale che dava già per certo il viaggio in Tunisia. Ma il problema resta. Da Hammamet, giorno dopo giorno, Bettino Craxi lancia i suoi messaggi. Il più clamoroso è quello relativo alle intercettazioni (fantasma) sul telefonino di Di Pietro. Un'inchiesta è già aperta a Milano, la conduce Ielo, Craxi è indagato per calunnia. Interessano anche qui a Brescia i fax che arrivano dalla Tunisia? In via di principio sì. L'inchiesta di Salamone e Bonfigli su Di Pietro vede l'ex magistrato nella duplice veste di «indagato (concussione) e di vittima» per quei complotti denunciati dall'ex pm. Basta questo a Salamone e Bonfigli? Non ancora. I due magistrati hanno deciso di prendere una pausa di riflessione, per studiare le carte, prima di decidere i prossimi passi. Una riflessione che Salamone vuole fare a partire dal verbale di Di Pietro. E sulla sua scrivania ci sono le 65 pagine di quel monumentale verbale più i 50 allegati presentati dall'ex magistrato di Tangentopoli. Quello di Craxi - a quanto pare - è solo uno dei problemi da affrontare nei prossimi giorni. Certo la disponibilità dell'ex segretario socialista c'è. A «Panorama» dice ancora: «Chi vuole mi trova, basta rivolgersi ai miei avvocati». Il problema non è però di così facile soluzione. Dall'inverno dell'anno scorso Craxi risiede ad Hammamet. I trattati internazionali tra Italia e Tunisia non sono tra i più aggiornati. L'eventuale viaggio dei magistrati dovrebbe essere preparato con particolare cura. Craxi comunque ci terrebbe. E al giornalista del settimanale che gli fa presente che ad avvalorare la sua tesi delle intercettazioni non c'è più l'ex capo della polizia Parisi, visto che è morto, l'ex segretario psi risponde irritato: «La verità è la verità. Che sia morto o no». Poi Craxi aggiunge: «Li avete letti quei tabulati? Non bisogna uscire da Tangentopoli, ma dalla menzogna. Molti personaggi della Seconda repubblica sono dentro fino al collo nelle vicende di cui sono accusato io, e non desisterò fino a che questo non sarà chiaro». Chiara è anche la volontà di Craxi, almeno per adesso, di non ritornare in Italia. Spiega: «Tornare in Italia? E come? In carrozzella? A cavallo? No, non sto bene...». Poi, in serata, il colpo di scena: «Si sta svolgendo il campionato del mondo della bugia. E' una bella cor¬ sa. Chi vincerà? è una bella corsa e io non vi partecipo», Craxi, in diretta da Hammamet, l'ha detto alle 19 al tg di Antenna Tre Lombardia. Poi ha anche smentito di aver rilasciato l'intervista a «Panorama»: «Non ho rilasciato alcuna intervista. Accade che qui chiamano dei giornalisti. Io per pura cortesia quando posso rispondo, loro registrano e trasformano il tutto in intervista, senza nemmeno chiederlo. Succede sistematicamente, è già accaduto varie volte. Cosa ci posso fare? anche i giornalisti partecipano al campionato del mondo delle bugie...». E non c'è solo questo problema per Salamone e Bonfigli. Che devono decidere se dividere in due l'inchiesta, da una parte Di Pietro concussore, dall'altra Di Pietro vittima. Che devono decidere quando risentire Di Pietro, che si è riservato di presentare altra documentazione sul complotto che lo riguarda. Poi, devono ancora decidere se tra i mille esposti, dossier, denunce piovuti qui a Brescia ci sia qualcosa che valga la pena riguardare e approfondire. E solo in quel caso valutare se sia necessario sentire qualcuno del pool, per anni fianco a fianco con Antonio Di Pietro. Un programma di lavoro intenso per i due magistrati bresciani, sommersi da carte e deposizioni. E (per la prima volta) anche da un attacco. Quello del senatore dei progressisti Giovanni Pellegrino. Che dice: «L'esposizione di Salamone pare francamente eccessiva». E Salamone non replica. [f- poi.] Sopra, Antonio Di Pietro. In alto, l'ex leader psi Bettino Craxi. A lato, Silvano Larini