Il giudice si può lavorare in mutua di Lodovico Poletto

Ivrea, sentenza innovativa per un operaio sorpreso nel negozio della moglie. Perplessi i sindacati I Scontro nella maggioranza in Comune Ivrea, sentenza innovativa per un operaio sorpreso nel negozio della moglie. Perplessi i sindacati I Scontro nella maggioranza in Comune Il giudice: si può lavorare in mutua Licenziato, ora rientra in azienda Quattro anni fa l'azienda dove lavorava lo aveva licenziato senza tanti complimenti: era in malattia e un dirigente lo aveva visto all'opera nella lavanderia della moglie. Ora il tribunale ha ordinato il suo reintegro in ruolo; la società, tra l'altro, dovrà pagargli anche 45 mesi di arretrati: poco meno di cento milioni. Per Italo Novaria, 56 anni, di Cuorgnè, è stata una gran bella soddisfazione. Gli resta però qualche dubbio: «Non credo che sia davvero finita: l'azienda potrebbe anche non riassumermi appellandosi a chissà quali cavilli». La sentenza d'appello, emessa dal tribunale di Ivrea, è comunque destinata a creare un precedente importante in tutte le cause di lavoro. Prima di tutto per i contenuti. Secondo il presidente Antonio de Marchi e ii giudice estensore Fabio Lambertucci non esistevano i presupposti per il licenziamento del dipendente: né per «giustificato motivo», come aveva deciso il pretore in primo grado, né per «giusta causa», come motivato dall'azienda - la «Federai Mogul» di Cuorgnè. Ma ciò che più conta sono le motivazioni del reintegro in ruolo. Secondo i magistrati eporediesi la giurisprudenza «non prevede un divieto assoluto per il lavoratore subordinato as- sente per malattia di prestare nel frattempo attività lavorativa in favore anche di terzi». Spiega l'avvocato Mauro Bianchetti, il legale che ha assistito Italo Novaria in tutti questi anni: «Si devono, però, verificare alcune condizioni. La prima e certamente più importante è che la malattia non sia simulata e, per Novaria, quest'eventualità non c'era proprio». Un certificato medico e alcune testimonianze cancellano, infatti, ogni dubbio in proposito. In secondo luogo - secondo i magistrati eporediesi - l'attività non deve pregiudicare o ritardare la guarigione e tanto¬ meno essere in concorrenza con quella svolta in azienda. Come dire: si può lavorare anche se malati purché la fatica non porti a ricadute e naturalmente si tratti di un'attività diversa da quella abituale. Il caso di Italo Novaria ha tutte queste caratteristiche. Operaio di terzo livello, nel settembre del '91 era rimasto a casa dal lavoro per una brutta influenza, Cinque i giorni di mutua concessi, in tutto, dal suo medico curante. L'azienda annunciò il licenziamanto al suo rientro: alcuni testimoni - tra i quali anche il direttore del personale - lo avrebbero visto nel negozio della moglie (al riparo e in un luogo riscaldato) il penultimo giorno, a guarigione pressoché raggiunta. «Il principio aggiunge l'avvocato Bianchetti - enunciato a Ivrea non è affatto in contrasto con i contratti di lavoro. Anzi, tende a tutelare ancora di più il dipendente, mettendolo al riparo da abusi e prese di posizione per lo meno discutibili». Nessun commento della sentenza da parte della «Federai Mogul» salvo il fatto che verrà presentato ricorso alla corte di Cassazione. La decisione adottata in appello a Ivrea rischia, tra l'altro, d'innescare un'ampia polemica su mutua e malattia che coinvolgerà anche i sindacati. Per ora le organizzazioni dei lavoratori - a parte qualche battuta - non commentano. Gianni Marchetti, segretario Uilm del Canavese, è comunque perplesso. «Non conosco nei dettagli la situazione - dice -. Ma non c'è dubbio che questa sentenza rischia di aprire un contenzioso interminabile sull'utilizzo delle forme di assistenza dei lavoratori». Sulla stessa linea anche Giancarlo Zanolotti, segretario della Firn: «Sono slati introdotti elementi di novità assoluti. Ora bisognerà approfondire la questione e chiarire la sentenza anche nei dettagli». Lodovico Poletto Al centro della polemica il convegno che si svolgerà a Palazzo Cìvico il 7-8 luglio sul tenia «Futuri nuovi percorsi ferroviari alta velocità e linee metrò» In alto. Antonio De Marchi a sinistra l'aw. Mauro Bianchetti

Luoghi citati: Cuorgnè, Ivrea