Il Tesoro ha dato l'addio all'Imi di Gianni Zandano

Il Tesoro ha dato l'addio all'Imi Cariplo conferma Molinari, per il San Paolo entrano Zandano e Iozzo, Siena manda De Santi e Pennarola Il Tesoro ha dato l'addio all'Imi In consiglio rimane Draghi, gli altri sono privati PRIVATIZZAZIONI ROMA DALLA REDAZIONE Espletate le ultime due formalità di rito, da ieri il divorzio tra l'Imi e il ministero del Tesoro è una realtà. La prima formalità risale a lunedì pomeriggio ed è stata la vendita sul mercato dei blocchi della seconda trancile della quota Imi di via XX settembre: in tutto, sono state cedute 114.170.000 azioni, pari al 19,028% del capitale, al prezzo medio di 10.513 lire. La seconda formalità risale a ieri mattina ed è la nomina del nuovo consiglio di amministrazione dell'istituto, per la prima volta composto da un solo rappresentante del Tesoro: il direttore generale del tesoro Mario Draghi. Al nuovo consiglio di amministrazione sono stati dunque designati dodici componenti, cui andranno ad aggiungersene altri tre espressione della lista di minoranza che potrà essere presentata fino a 10 giorni prima dell'assemblea dell'Imi, in programma, in prima convocazione, per il 25 luglio. La differenza più appariscente tra vecchio e nuovo consiglio è la drastica riduzione della rappresentanza del Tesoro: escono infatti tutti i rappresentanti della Cassa Depositi e Prestiti, dal vice presidente Giuseppe Falcone a Maria Daniela Dalla Rosa, Nino D'Anna, Giorgio De Dominicis e Carmelo Pignataro. Resta nel consiglio invece Mario Ercolani, testa di ponte dell'Imi nel San Paolo di Torino, dal momento che siede nel consiglio di amministrazione della banca torinese. Cariplo conferma il presidente Sandro Molinari, cui affianca, come tutti gli azionisti stabili, un secondo uomo: si tratta di Stefano Preda, membro della fondazione Cariplo. Il San Paolo, che non era rappresentato nel vecchio cda, entra con il presidente Gianni Zandano e il direttore generale della Sanpaolo holding, Alfonso Iozzo. Per il Monte Paschi saranno presenti nel nuovo consiglio il presidente Giovanni Grottanelli De Santi e il provveditore generale Vincenzo Pennarola. Escono inoltre Umberto Zanni (espressione della Ras) e Lorenzo Pallesi (ex presidente dell'Ina), in considerazione del fatto che l'intera quota Consap è stata ceduta. Infine, gli azionisti esteri: mentre Abn Amro non viene rappresentata, fa il suo ingresso il vice presidente e direttore generale di Indosuez, Lepetit, insieme a Eberard Zinn, componente del comitato esecutivo della Bayerische. I criteri seguiti nella scelta dei rappresentanti sono stati illustrati ieri dal vice direttore generale del- l'istituto di via dell'Arte, Vittorio Serafino. «Le scelte - ha spiegato tengono conto anche della partecipazione dei soci al capitale, ma ha giocato un ruolo anche il gradimento espresso dai vari gruppi». Per esempio, l'esclusione di Amro è stata dettata dalla strategia del gruppo olandese: «Non è la loro politica - ha detto Serafino - designa¬ re alti dirigenti nelle società di cui detengono piccole partecipazioni». La composizione del nuovo consiglio, che dovrà incontrare l'approvazione dell'assemblea, sarà integrata da altri tre componenti rappresentanti di almeno l'l% del capitale. Potrebbero allora entrare in lizza le Casse di risparmio di Firenze (1,50%) e Bologna (1,15%). Bisognerà inoltre vedere quale sarà la strategia di soci rilevanti come la Ras (3,67%) o il Rolo (2%), che in passato hanno manifestato l'intenzione di cedere le rispettive quote. Conclusa l'operazione, si aprono le polemiche. «Fintanto che tra i principali azionisti dell'Imi ci saranno banche pubbliche avremo una mezza privatizzazione», ha commentato il direttore generale della Confindustria, Innocenzo Cipolletta. Sullo stesso tono il giudizio del presidente della Bnl, Sarcinelli: «Se per privatizzazione si intende l'uscita completa dall'orbita pubblica, beh, allora bisogna dire che quella dell'Imi non è una vera privatizzazione». Ma Cipolletta dice: «Con queste banche il pubblico resta» Luigi Arcuti, presidente dell'Imi e (sopra) Gianni Zandano

Luoghi citati: Bologna, Eberard Zinn, Firenze, Roma, San Paolo, Siena, Torino