Rivolta per la patente del mare di Irene Cabiati

Nel mirino l'ultimo decreto che rende il documento obbligatorio oltre i 40 Cv Nel mirino l'ultimo decreto che rende il documento obbligatorio oltre i 40 Cv Rivolta per la patente del mare «Troppi valzer sul regolamento» ROMA. Diventa sempre più difficile navigare in acque italiane. Che ci fossero balzelli inutili, norme di sicurezza rigidissime da osservare, controlli incrociati di tutte le autorità competenti capaci di andar per mare e persecuzioni fiscali iniquo già si sapeva. E' il piagnisteo con cui si inaugura ogni anno il Salone Nautico di Genova trasformato in una grande vetrina in cui la gente ormai va soltanto per specchiarsi: la barca rimane per tanti un sogno bello e impossibile. E ben pochi, fra gli operatori che solitamente si lamentano, si mobilitano per dare impulso concreto al diporto nautico italiano nel contesto mediterraneo. Ma bene o male quest'anno, con alcune norme fiscali che avevano avvantaggiato i «più piccoli», il settore sembrava respirare un po' di ossigeno. Poi sono arrivate ondate di decreti contraddittori che hanno gettato il panico ovunque. L'idea del ministro Caravale era di mettere ordine nello spinoso problema della patente nautica e cioè stabilire chi e corno può navigare senza aver dato l'esame decisivo. Un'iniziativa necessaria perché, da una vecchia gestione legislativa apparentemente chiara, si erano generate distorsioni pericolose. Fino a poco tempo fa, per esempio, la patente era obbligatoria per motori superiori ai 25 cavalli. Però si sono vendute migliaia di barche con motori depotenziati: cioè che avevano una potenza di 25 cavalli soltanto sull'etichetta in verità esprimevano persino oltre i 75 cv. Il ministro Caravale due mesi fa aveva quindi firmato un decreto che obbligava i diportisti con motori superiori a 75 cv e 1400cc se fuoribordo a due tempi. Sospiro di sollievo per molti diportisti, compresi i 140 mila «depotenziati» che avevano incominciato a studiare carteggio e segnali marini. Rabbia delle scuole nautiche che si sono viste portar via una fetta importante di allievi. A giugno il ministro ha fatto marcia indietro. La patente sarà obbligatoria oltre i 40,8 cv. La novità ha risollevato il polverone delle polemiche. Molti proprietari di barca sono terrorizzati dall'eventualità di multe salatissime! Disperati i costruttori, come ha detto ieri il loro presidente Mario Giusfredi: «Il mercato nazionale è fermo a causa di questo valzer. C'è anche chi ha già comprato un motore da 75 cv e ora non può usarlo senza patente. I tempi per l'ottenimento della patente oggi sono lunghissimi, dato l'elevato numero di richieste. E le case costruttrici, già in crisi, hanno subito un ulteriore calo delle vendite. Non ci opponiamo alle regole, ma vogliamo che siano chiare e definitive». I costruttori chiedono quindi una norma transitoria che permetta ai diportisti di andar per mare almeno fino alla fine di quest'estate. Al coro si unisce la Federturismo, preoccupata per l'andamento del già decrepito turismo nautico in Italia. E non mancano le scuole nautiche, la cui associazione (Unasca) vorrebbe addirittura tornare al regime precedente cioè i 25 cv, sia per salvaguardare i propri interessi ma soprattutto in nome della sicurezza. L'Unasca inoltre promette che, se sarà necessario, raccoglierà le firme contro l'abolizione delle patenti. «Persino in Francia - sottolinea - hanno dovuto introdurla. L'unico caso è quello dell'Inghilterra dove però nei circoli nautici entrano soltanto marinai provetti». Resta ora da chiedersi se effettivamente un corso per il conseguimento del tanto discusso documento (talvolta concentrato in un weekend), il cui costo supera il milione e mezzo di lire, possa effettivamente servire a creare una coscienza marinaresca che si compone di prudenza, rispetto e altruismo. E in certi circoli nautici italiani di marinai veri non s'è mai vista nemmeno l'ombra. Irene Cabiati PARCO NAUTICO [compresi mezzi minori] ITALIA 800.000 1 barca ogni 70 abitanti GRAN BRETAGNA 3.600.000 1 barca ogni 15 abitanti U.S.A. 16.500.000 1 barca ogni 15 abitanti PORTI ATTREZZATI ITALIA 44 GRAN BRETAGNA U.S.A. 300 7400 DATI: 1994 FONTE: UCINA

Persone citate: Caravale, Mario Giusfredi