E Major tornò vincitore

Redwood, nettamente sconfitto, si piega: «Ne valeva la pena». La Thatcher: «Verdetto chiaro e decisivo» Redwood, nettamente sconfitto, si piega: «Ne valeva la pena». La Thatcher: «Verdetto chiaro e decisivo» E Major tornò vincitore 77partito lo rielegge, «ora obbeditemi» LONDRA NOSTRO SERVIZIO Nel cielo sopra Westminster, la notte prima della resa dei conti, sciabolavano fasci di luce che proiettavano l'immagine di John Major e del suo sfidante John Redwood, in costume da supereroi dei computer Sega, sulle mura silenziose del Parlamento. Sembrava cyberpolitica, e invece è diventata realtà: il primo ministro è il supereroe vincente, ha sfilato la spina dorsale al suo rivale dopo un corpo a corpo faticoso. L'ha spuntata con una maggioranza di 218 su 327 voti. Non è un trionfo incondizionato, ma 6 decisivo e decoroso. Nelle ultime ore d'affanno della vigilia si temeva che un'ondata di astensioni o una vittoria risicata potessero mettere in forse la sua sopravvivenza. Major ha dato dei punti non solo a Redwood, ma a tutti coloro che in questi giorni lo dipingevano come un ex da consegnare all'oblio. Ce l'ha fatta superando non solo la soglia della vittoria tecnica (165 voti), ma anche quella ugualmente critica della cosiddetta «soglia Blair» (60 per cento dei suffragi): la settimana scorsa aveva deriso il leader laborista per essere stato eletto senza il 40 per cento del partito. La percentuale ritenuta decorosa e sicura si aggirava proprio su 220 voti contro 109. L'apoteosi ci sarebbe stata se i voti contrari o le astensioni non avessero superato il livello di 82. Due deputati conservatori su 329 non si sono presentati alle urne. Redwood si è messo in saccoccia molti più consensi del previsto. Le schede bianche si sono li¬ mitate a 8, quelle nulle a 12. Lo sfidante dell'estrema destra antieuropeista ha immediatamente reso omaggio a Major: «I miei più calorosi complimenti al primo ministro. Ha vinto nettamente e se- condo le regole. Io e i miei colleghi abbiamo combattuto una campagna forte. Abbiamo sollevato importanti questioni». Major non è neppure stato sfiorato dall'idea di andare a un secondo voto. Ha ta¬ gliato subito la testa al toro: ((Abbiamo visto il verdetto del partito in Parlamento. E' una decisione molto netta, in cui ho ricevuto la più larga percentuale di voti che ogni candidato conservatore abbia mai ricevuto in ogni elezione seriamente combattuta». Ai colleghi che da lungo tempo cercavano di tirargli via il tappeto da sotto i piedi ha detto: «Credo che questo abbia messo a tacere ogni speculazione sulla guida del partito conservatore fino e oltre alla prossima elezione». Come dire: chi mi ha avvelenato la vita fino ad ora si metta tranquillo. «Il tempo delle divisioni è finito». E ha annunciato un rapido rimpasto di governo già per oggi. I mercati, oppressi dalla tensione, hanno respirato dopo una settimana di gravi perdite per la sterlina, ma pare improbabile che questo buonumore della City abbia un impatto duraturo. I problemi economici restano. I pesi massimi del centro-sinistra filoeuropeista, come Michael Heseltine, e dell'estrema destra rabbiosamente anti-Bruxclles, quali Michael Portillo, non avranno dunque la possibilità di scendere in campo. Era certo che entrambi si tenevano pronti ad annunciare la propria candidatura nel caso si dovesse andare a un secondo voto: e invece ieri sera erano lì che facevano le fusa a Major. Heseltine, l'uomo che fece cadere la Thatcher e che ha sempre desiderato con tutte le forze di metter su casa a Downing Street, potrebbe vedersi affidare il ruolo di viceprimo ministro: Major spera di addolcire cosi la pillola ai suoi sostenitori. Anche Portillo, che ha 42 anni ed è sempre stato la luce degli occhi di Maggie, potrebbe vedersi assegnare una poltrona importante: Major spera così di ammansire la parte del partito che gli ha provocato più guai. Anche la Thatcher, che proprio poche settimane fa aveva seminato ancora una volta zizzania contro il primo ministro, contribuendo in modo decisivo alla sua esasperazione, ha lodato Major. «Vittoria chiara e decisiva. E il risultato molto rispettabile conseguito da Redwood fa giustizia alla sua decisione di scendere in campo». E certamente il 66 per cento di Major è molto più sostanzioso del misero 55 per cento da lei raggiunto nel 1990, che si rivelò insufficiente a salvarla. Per il leader laborista Tony Blair tutta questa pretesa unità è una messinscena: «Non riesco a credere che i conservatori si riappacifichino. Ce una parte molto, molto grossa del partito contro Major, che in effetti non guida un partito, ma due». Insomma, quelli che Major a microfono spento definì una volta «i bastardi» Tory potrebbero ricominciare ad affilare i coltelli. Maria Chiara Bona zzi Sconfitta l'ala dura degli euroscettici Il leader laborista Tony Blair «Non avrai pace» Il primo ministro John Major con la moglie Norma esulta dopo la conferma alla guida del partito conservatore

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