Rosi perde anche la moglie

Alla vigilia del processo sportivo per doping alla Federboxe PUGILATO Alla vigilia del processo sportivo per doping alla Federboxe Rosi perde anche la moglie Questioni di cuore, o soltanto fiscali? PERUGIA. «Se Gianfranco non lascia la boxe, giuro che stavolta andrò sino in fondo: chiederò il divorzio». Peccato che Patrizia Vignaroli quell'ipotesi l'avesse già messa in atto prima ancora che Gianfranco Rosi, suo marito, si fosse misurato sul ring di Perugia con Verno Philips. Alla vigilia del processo sportivo per doping, fissato per oggi a Roma, la notizia che evidentemente doveva restare segreta e che invece è stata «sparata» sulle locandine del «Corriere dell'Umbria» è un'altra: Rosi e la moglie hanno rotto il matrimonio. I tifosi del pugile, già sotto choc per le accuse di doping, sono stati costretti ad accusare anche questo secondo colpo. Ma non era stato Gianfranco, durante le confessioni-fiume precedenti le sue 17 sfide mondiali a soffermarsi con insistenza sulle qualità della moglie Patrizia, sua prima tifosa, capace di restargli vicina anche durante il lungo e faticosissimo periodo della preparazione? Ed ancora: non era stata Patrizia a dichiarare di non avere mai lasciato un istante il suo uomo nelle tournée, durante le conferenze stampa, le operazioni di peso, lei, insomma, come un angelo custode? Patrizia non era solo moglie, ma anche la manager responsabile dell'immagine? Ed allora, cos'è accaduto? Perché questa crisi, sancita davanti al presidente del tribunale di Perugia, giusto alla vigilia dell'incontro più drammatico di tutta la carriera pugilistica? Gli interessati non rispondono, più preoccupati del verdetto dei giudici sportivi che di quelli della giustizia ordinaria. In una dichiarazione ufficiale, i Rosi si è soffermato «sull'incontro più difficile», alludendo a quello fissato presso la Federazione di pugilato. «Ci sarò anch'io, assieme ai miei avvocati Dean e Petrelli, a difendermi, perché, lo ripeto, non ho mai fatto uso di stupefacenti, né in passato, né nel presente, né lo farò in futuro. Il mio rapporto con i farmaci è stato sempre impostato alla salvaguardia della mia integrità fisica». E sulla separazione, che cos'ha detto Rosi? Solo un accenno indiretto: «In questo difficile mo¬ mento, la famiglia mi è vicina come non mai». Il riferimento vale anche per Patrizia? Molti indizi lo confermerebbero. Proprio domenica, Gianfranco e Patrizia hanno ricevuto nella villa che il pugile si è fatto costruire in una delle zone più esclusive della città, un nugolo di parenti e amici. C'era la piscina da inaugurare, e il clima tra i due non era di sicuro quello che si respira quando due coniugi hanno avviato le pratiche della separazione. Ieri, poi, al telefonino di Rosi rispondeva proprio la moglie che prontamente smistava la comunicazione a Gianfranco. L'occhio indiscreto del cronista ha scrutato anche nell'accordo sui beni che, sino all'aprile scorso, erano in regime di comunione: la villa e le quote dell'agenzia immobiliare, oltre alla metà del valore della Mercedes Benz 500, andranno alla donna che è riuscita a strappare - ed è questo il vero rompicapo di tutta la vicenda -1*80 per cento dei guadagni futuri del pugile. Viene da chiedersi: quale valore ha l'affermazione «se continui a boxare ti lascio», quando poi si scopre che proprio per Patrizia la boxe rappresenta un business? Rosi e la moglie si sono lasciati forse per vicende legate a questioni fiscali, oppure perché, come due semplici coniugi in crisi, hanno deciso di voltare pagina? Si propende per la prima ipotesi, anche se il romanzo del pugile, che pure ha scritto pagine bellissime di sport, dall'animo generoso, si è arricchito di due capitoli che i suoi tifosi non avrebbero mai voluto leggere: l'accusa di doping e la separazione dalla... inseparabile Patrizia. Mario Mariano Francesco Rosi, 38 anni

Luoghi citati: Perugia, Roma