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F BASKET F Nel canestro europeo ci sono soltanto veleni SATENE I sono chiusi nel peggiore dei modi gli Europei del basket: croati che abbandonano la premiazione al momento in cui i serbi salgono sul podio e spiegano poi la loro decisione, decisamente politica, col rifiuto di ascoltare il vecchio inno di un Paese che non c'è più; lituani che stanno per uscire dal campo a 2 minuti dalla fine della finalissima per protesta contro gli arbitri e che poi sparano a zero sui favoritismi arbitrali, su fattori politici che hanno condizionato pesantemente il risultato sportivo; serbi che ribattono agli uni di ragionare non da sportivi ma con le teste dei loro governanti e agli altri di non saper accettare i responsi del campo, ma che poi sfogano la loro gioia insieme con ì tifosi con cori di insulti al presidente croato Tudjman e con una serie di gesti provocatori. E non basta. E' finita anche con gli stessi greci che, non paghi degli incredibili aiuti ricevuti fino alla conquista del posto per le Olimpiadi, insultano la Fiba («Mafia, kapo'») ritenendo che l'essere disposti a sborsare miliardi per organizzare sempre nuove manifestazioni internazionali debba loro garantire in ogni caso protezione fino ai massimi traguardi. E la Fiba, chiamata duramente in causa dagli uni e dagli altri, anche per la sua politica di troppo facile e demagogica pacificazione sotto l'aura dello sport, tace. Stankovic, il boss belgradese della federazione internazionale, si nega, la sua segretaria si trincera dietro un «No comment, nulla da dichiarare». I trini I meri Non emerge nessuna reazione, nessun segnale di eventuali provvedimenti per fatti e parole che, chi ha la coscienza pulita, dovrebbe punire in maniera esemplare. Ma non accadrà nulla neppure stavolta, e nessuno avrà nemmeno il coraggio di prendere posizione accanto ai lituani, che hanno un unico torto: aver parlato chiaro dopo essere stati battuti, non prima. Tacerà anche la nostra Federbasket, ovviamente: c'è in ballo l'ipotesi di un ripescaggio olimpico, magari anche quella di un allargamento del numero delle partecipanti al torneo di Atlanta. Ma tacere vuol dire soltanto adeguarsi alla politica di pesanti compromessi che va avanti da anni nel basket internazionale, incurante delle lamentele che tutti esprimono a mezza voce, dietro le spalle, timorosi di inimicarsi i potenti. Ma non è il modo migliore per aiutare il basket a crescere. Allenatori e giocatori non bastano se nel pubblico resterà sempre il sospetto che tanti, troppi risultati possano essere stati decisi prima a tavolino e poi pilotati in campo dagli arbitri. E per cancellare questo sospetto le varie federazioni devono avere il coraggio e la forza di cambiare quei vertici che resistono immutati ormai da decenni, a costo di ridimensionare certe manifestazioni. Ne va della credibilità di tutto il basket. Il Dream Team alle Olimpiadi fa moltissimo. Ma certi scandali possono fare anche di più, naturalmente in senso negativo. Guido Ercole ole

Persone citate: Dream, Guido Ercole, Stankovic, Tudjman

Luoghi citati: Atlanta