STOICHKOV

STOICHKOV STOICHKOV A Parma scatena tifo napoletano PARMA ON c'è più religione. O forse ce n'è troppa. La Parma che fu di Maria Luigia si dà anima, corpo e ugola a un masnadiero bulgaro, cuor di leone, faccia da birbante, piedi e pallone d'oro. Cose mai viste in onore di Hristo Stoichkov. E mai sentite: almeno a Tanzi city. Il rigagnolo di spettatori (10) di guardia all'aeroporto diventa fiume allo stadio (un migliaio) e addirittura oceano (duemila di lunedi pomeriggio, il 3 luglio, a 35°) quando Cristo emerge trionfale e benedicente dall'erba del Tardini, brandendo - come un torero la mantilla - la maglia numero 8 (nuova di sponsor, Puma, e di disegno, con un arabesco gialloblù a scendere sulle spalle). Chi non salta un bianconero è. Ovazioni. Ole. Pugni chiusi. Pastorello, trasfigurato: quando arrivò Zola, erano in 20. E gli abbonamenti? Un miliardo in un giorno, per un totale di 1703 tessere. Non mancano neppure, e purtroppo, gli eccessi metropolitani: un paio di pensionati e qualche ultra schizoide circondano un cronista, reo di non cantare nel coro, e lo minac- ciano. C'era una volta la Panna felix, la Parma placida e giocosa. Già, c'era. E' questo il primo miracolo (?) di Cristo. Rovesciare la prassi, incendiare le fantasie, smuovere i massi delle più neghittose convenzioni. Cristo sbarca alle 15,49, dopo tre ore di volo, proveniente da Varna. Ha solcato i cieli di Bucarest, Belgrado e Graz. Lo accompagna Giorgio Gandolfi, pr del Panna. Lo ricevono il dg Pastorello e il (suo) procuratore Minguella. Lo scortano due auto della polizia. Doccia in albergo, cambio di abito, e poi di corsa al Tardini, per fiutare la gente, per venirne annusato, sommerso e sballottato, per distribuire banalità di classe, fra Nevio Scala e Stefano Tanzi, ai giornalisti adoranti, molti spagnoli, moltissimi italiani, quasi tutti in crisi di pezzo perché Cristo non pretende un tutore come era stato paventato, scioglie inni ai nostri arbitri («lasciano parlare, non sono dittatori»), smista ogni tranello tattico a mastro Nevio, non avanza pretese di ville con piscina o limousine con autista. Comincia cosi, sobrio: «Ho scelto il Parma e non l'Inter, perché il Parma è arrivato primo. E io ho una parola sola». Poi, alla rinfusa: «Ho capito che era giunto il momento di togliere il disturbo, quando il Barcellona ha fissato il prezzo. Non lo aveva mai fatto». «Dei giocatori del Parma, so tutto di tutti. Zola come Michael Laudrup? Un mese e ve lo dico». Gli chiedono di Cruyff. Svicola. Quello che gli bolliva dentro, l'ha vomitato al Mundo Deportivo: «Un ingrato. E' stato lui, e solo lui, a farmi fuori». Fa uno: con Asprilla o al posto di Asprilla? Risatina: «Lo domandi al mister». Fa una: lei passa per un terribile rompiscatole. Sospiro: «Posso ridere?». Gli inviati catalani lo martellano: Cristo, la maglia del Parma è bianca come quella del Real Madrid... Borbottio: «Ci farò l'abitudine. In fin dei conti, è bianca pure la casacca della mia Nazionale». Scala, sornione: «Se paga, avrà l'8». La platea scodinzola estasiata. 11 proclama, Cristo, il proclama. Eccolo: «Dovunque sono stato, ho sempre vinto tutto. Scudetti e Coppe. Perché dovrei fallire proprio a Parma? Tranquilli, tifosi: ci penso io». Non parla del Milan e neppure della Juve. Offre «caramelle» a Roberto Baggio e Zola, «li ho assaggiati ai Mondiali, sono fortissimi». Ringrazia i fans del Barga per essere scesi in piazza a scandire il suo nome. Fuori, il popolo preme. Ha firmato per tre stagioni, a 1700 milioni l'anno. Pastorello e Minguclla confermano l'intrusione dell'Inter, le missioni di Moratti e Taveggia, nonché il gioco al rialzo del barcellonista Nunez. Parma cambia look, adesso che c'è Stoichkov. E da consumato redentore, Cristo ne spreme le gocce più ribalde, le stille più deliranti. Il raduno è fissato per il 17 luglio, ma il re dei re e gli altri nazionali (Apolloni, D. Baggio, Benarrivo, Bucci, Minotti, Zola) si presenteranno il 23 sera, a Folgaria. Il lunedì santo prosegue chez Calisto, per un aperitivo, e poi a cena. Oggi, visite mediche. In serata, blitz a Barcellona. A fare cosa? domanda un chierichetto con la biro. Soldi, amigo. Soldi: l'unica goccia d'italiano che gli esce di bocca, in una giostra di spagnolo verace e procace. Scala se lo coccola: «Tanto, per litigare c'è sempre tempo». Stefano Tanzi invita alla prudenza: «Diventerà l'uomo immagine della Parmalat? Forse, non so, vedremo». Pastorello, lui ribadisce il costo dell'operazione: 12 miliardi, ingaggio escluso. Quindi, rivolto all'uditorio ma soprattutto al signor allenatore: «E ora, nessun traguardo dovrà esserci precluso». Nessuno. E come premi? «Scudetto e basta. Ci mancherebbe». Dopo Italia-Bulgaria ai Mondiali, 2-1 per noi, due rigori negati alla banda Penev, Stoichkov disse: «Dio è bulgaro ma l'arbitro (Quiniou) francese». A distanza di un anno, ci scherza su. Non ha cambiato idea. In compenso, si accinge a sconvolgere Parma e il Parma. In carrozza, presto: ci divertiremo. Roberto Becca rrtini L'attaccante accolto da duemila persone promette lo scudetto «A quello penso io» E in un solo giorno arriva un miliardo di abbonamenti Stoichkov si confessa: con Cruyff a Barcellona era proprio finita; perché ho preferito il Parma? E' arrivato prima dell'Inter