«E pensare che stavo sbagliando volata»
«E pensare che stavo sbagliando volata» «E pensare che stavo sbagliando volata» Baldato: mi ero messo sulla scia di due perdenti Chiappucci: avete visto che finale da El Diahlo? LANNION DAL NÒSTRO INVIATO «E' il mio primo Tour e figuriamoci se pensavo di vincere la prima tappa, sono cose che succedono al cinema, e invece è successo proprio a me», dice Baldato. «Adesso che faccio? Sbronzarmi non posso, festeggiare con mia moglie nemmeno perché lei adesso ò a Brendola, provincia di Vicenza, un po' lontano da qui. Adesso che dico? La mia vita non ve la racconto, è tutta pedalate. Vi racconto come s'è messa la faccenda. C'è un finale in volata e dal momento che sono un velocista, ci provo. Prendo due punti di riferimento, i belgi Nelissen e Museeuw. Sono duo punti di riferimento sbagliati, vengono fuori Jalabert e Abdujaparov. Jalabert, penso, è troppo forte, non lo batto e mentre penso di non riuscire a batterlo, lo affianco e lo supero. Tutto qui. Mi sento meglio, mi sento disteso, posso andare avanti tranquillo e magari vincere un'altra tappa, ho diciannove giorni di tempo». Lo stratega Ferretti che è un duro e incontra notevoli difficoltà a mostrarsi felice, gli chiede se ha preso freddo e se si è bagnato. Poi, ritenendo la domanda un po' gracile per la festosa occasione, gli chiede se ha bisogno di un altro asciugamano e siccome gliene ha già dati una dozzina non gli chiede più niente e Baldato lo abbraccia e lo bacia e Ferretti fa un balzo all'indietro: «Ma che cosa ti prende, ci guardano tutti, fila subito via». «Pioveva», dice Bugno, tante volte non ce ne fossimo accorti, «c'era la strada pericolosa, bisogna stare attenti, qui si finisce all'ospedale se non si guarda bene dove si mettono le ruote. Era un buon arrivo per me, tento o non tento? Ho lasciato perdere, pioveva». Chiappucci si rivolge al suo massimo ammiratore, il tecnico della Carrera Quintarelli, e gli fa: «Dì, hai visto che finale alla diavolo?». «Certo che l'ho visto, mica ero a Milano», dice Quintarelli. «Sei un mostro, ancora duecento metri di curvo a zig zag e li stendevi, non ti beccavano più». E Chiappucci: «Ma che cavolo racconti?, bastavano cinquanta metri». E Quintarelli: «Venti, bastavano altri venti metri e arrivederci». Esaurito il colloquio con Chiappucci, Quintarelli entra in conlatto con Pantani: «Che grande cronometro hai fatto, meglio di Berzin». E Pantani: «Non ho fatto una grande cronometro, ma una normalissima cronometro e poteva andare meglio se nei tratti di discesa non avessi avuto paura di cadere». Quintarelli non sta più in sé dalla gioia: «E' in forma, è in forma, quando risponde così vuol dire che ha tirato fuori il randello». Scusi, Indurain, ma lei perché in prossimità del traguardo stava in testa, voleva fare la volata? «Chi, io?». Indurain, spiega il suo maestro Echevarri, ha smesso di ri voi gore la mente alle volate una decina di anni fa: «In mezzo al gruppo si cade e se Miguel finisce per terra come lo vince il suo quinto Tour de Franco consecutivo?», tg. ran.]
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