Black-out alla stazione Lingotto

Black-out alla stazione Lingotto Nessun avviso agli utenti e una donna costretta a rinunciare al viaggio in Riviera Black-out alla stazione Lingotto Cinque ore senza biglietti: l'addetto si era sentito male Come la racconta la signora Mirella Conti, via Carolina Invernizio 17, è da manuale dello sberleffo al cittadino comune. E' successo ieri alla Stazione ferroviaria Lingotto, ore 9,15. La signora va alla biglietteria con l'intenzione di acquistare un biglietto per la Riviera ligure. Sportello sbarrato. Non c'è nessuno. Sul vetro un cartello con scritto «chiuso dalle 20 alle 5,40». Nessun annuncio particolare giunge dall'impianto di diffusione che scandisce soltanto avvisi di routine. Un addetto alle pulizie le consiglia di rivolgersi alla barista (di fronte alla biglietteria) autorizzata a staccare biglietti, ma per distanze inferiori ai cento chilometri. Mirella Conti va oltre il limite chilometrico e quindi toma a casa. Al bar le dicono che il bigliettaio si è sentito male qualche minuto prima. Tutto vero? A sera, ore 21, il capostazione Carmelo Piazza, molto gentile, conferma: «L'addetto alla biglietteria ha accusato malessere alle 8,40». E spiega cosa capita in situazioni del genere. Capita che i capistazione (sono due a turno) avvisano i capitreno che i viaggiatori in partenza dalla stazione possono fare il biglietto in carrozza senza pagare supplementi. Aggiunge: «Agli utenti che me lo hanno chiesto ho detto cosa dovevano fare». Ma se un addetto alla bigliet¬ teria si sente male, non si provvede a sostituirlo? Risposta: «No». Come mai? «Non c'era nessuno, inoltre non è più compito nostro: compete all'area centrale». Che tradotto significa: ci devono pensare a Porta Nuova. Facile avvisare l'ufficio di competenza nei giorni feriali, difficile in quelli festivi an¬ che perché il personale è ridotto. Il capostazione commenta: «Non ci sono stati particolari disagi» e c'è da credergli. Il punto non è questo. C'era un avviso, un cartelle che invitava i viaggiatori a rivolgersi al capostazione, oppure ad acquistare il biglietto in treno? «No, non c'era». Ai passeggeri è stata data comunicazione del disguido attraverso l'altoparlante? «No». Perché? «Eravamo occupati a controllare il traffico e ad informare i capitreno. Non potevamo fare altro». Quando è stata riaperta la biglietteria? «Alle 13 quando è arrivato il collega per il turno normale». A Porta Nuova i controllori «centrali», alle 17, non sapevano cos'era accaduto al Lingotto qualche ora prima. Ovvio: non erano di turno. Si sono informati e con alcune notizie, a conferma del racconto della signora Conti, hanno aggiunto che il malore non risultava segnato nel «diario» dove disguidi, incidenti o anomalie vengono regolarmente registrati. [p.p. b.I

Persone citate: Carmelo Piazza, Mirella Conti