Ronconi: non creo attori confezionati di Osvaldo Guerrieri

mma«EST,ERE jtejjfgjjjj jjgjj creo attori confezionati Il ritorno del regista stasera al Carignano con gli allievi della sua scuola jtejjfgjjjj jjgjj creo attori confezionati «Insegno attenzione per fuggire dai falsi ideali» mma«EST,ERE CTORINO APELL1 cortissimi, sorriso radioso, Luca Ronconi è tornato nel teatro che ha diretto per cinque anni come se l'avesse lasciato ieri. Soprattutto è tornato dai ragazzi della sua scuola, che questa sera reciteranno al Carignano in «Qualcosa dev'esserci... 26 allievi in cerca di un personaggio», spettacolo basato sui tre drammi metateatrali di Pirandello, cioè «Sei personaggi in cerca d'autore», «Ciascuno a suo modo», «Onesta sera si recita a soggetto». La sala è irriconoscibile. Un'enorme campata di legno chiaro unifica palcoscenico e platea. Su questa spropositata arena, arredala da un divano, un pianoforte e un tavolino, gli allievi del secondo biennio si diplomeranno attori, mentre il pubblico se ne starà a friggere di caldo nel velluto dei palchi. Ronconi sta per cominciare l'ultima prova. Stanco? «Io non sono mai stanco. Ho avuto un anno convulso. Il passaggio da Torino a Roma è stato troppo rapido, ho dovuto preparare un programma in due mesi, ma non sono stanco». Che effetto le fa tornare allo Stabile e trovare una situazione così avvelenata? «Non conosco abbastanza le circostanze per esprimere un'opinione. Finché sono stato qui non mi sembrava ci fossero motivi di contrasto. Sono un po' sorpreso, anche se sono abituato a non sorprendermi di niente. Ma la mia sorpresa non è un giudizio». Una scuola a Torino e una a Roma. La sua anima pedagogica è sempre più viva. «A Roma non ho aperto una scuola. Ho fatto un corso di perfezionamento per giovani attori professionisti. Hanno lavorato per sei mesi con alcuni registi su tesi e ipotesi di teatro. Per loro è stata un'esperienza ili più». C'è oggi un particolare bisogno di insegnamento? «Oggi come 50 anni fa. Occorri! una costruzione permanente dell'attore. Cinquantanni fa si trasmetteva soprattutto un'esperienza; oggi, grazie a Dio, esistono forme teatrali differenziate, bisogna essere complementari. Ci sono molle scuole che avvicinano i giovani all'esperienza del teatro, ma poche li avvicinano all'esperienza del teatro in palcoscenico. Anche se io amo uscirne, penso al palcoscenico come a uno spazio ideale». E con l'insegnamento che cosa cerca di trasmettere? «L'attenzione dell'attore per se stesso. Rischiamo di definire attori persone che hanno un falso ideale di sé e incarnano esperienze che appartengono ad altri. Invece devono acquistare una coscienza di sé». Ma i suoi allievi si somigliano tutti: recitano nello stesso modo. «Anche all'Actor's Studio è così. E' inevitabile. Le scuole esistono per questo. Tutti abbiamo cominciato seguendo indicazioni, poi l'esperienza ci diversifica. Dalla scuola non devono uscire attori confezionati. I moduli dei miei allievi possono apparire uniformi; pero i ragazzi acquistano solidi strumenti di comprensione. E infatti i risultati del primo biennio sono stati eccellenti. Nel mio "Sturili und Drang," c'erano due di quei ragazzi: bravissimi». Ouando li lascia, al termine dei corsi, che cosa gli dice? «Non lascio né la mia saggezza né un testamento. Faccio qualche discorso. Per esempio dissuado chi non è adatto a fare l'attore. Altre volte incoraggio qualcuno a non prendere la laurea e a fare questo mestiere... Un mestiere sempre più difficile, teatro in crisi e qualcuno spera nella tv. Che ne pensa? «Grazie a Dio la Rai ha detto con chiarezza che tipo di teatro vuol fare: serio e facile nello stesso tempo. Secondo me i rischi sono nelle situazioni equivoche. Quando si facevano le famigera¬ te commedie del venerdì e quando c'è stata l'ondata di attori con popolarità televisiva, gli effetti sono stati negativi». Perché? «Ha sollecitato un tipo di teatro adulterato. Ma non è negativo il teatro in tv. Se non altro, serve ad affermare che il teatro c'è. Io non ho mai considerato indispensabile la popolarità a teatro. Ma può essere necessario affermare che può esistere un teatro popolare». In questa prospettiva, pare diffìcile che la Rai le chieda una regia. «Non mi chiameranno mai e non hanno tutti i torti. Non ho da lamentarmi se non ho lavorato per loro in tutti questi anni». Osvaldo Guerrieri Un'enorme arena ospiterà lo spettacolo basato su tre drammi di Pirandello Gli allievi di Luca Ronconi mentre provano lo spettacolo di stasera al Teatro Carignano di Torino

Persone citate: Luca Ronconi, Pirandello

Luoghi citati: Roma, Torino