La'ndrangheta voleva rapire Ylenia

Il piano era stato organizzato nell'82: «Ma poi i boss preferirono il traffico di droga» Il piano era stato organizzato nell'82: «Ma poi i boss preferirono il traffico di droga» La 'ndrangheta voleva rapire Ylenia Pentito svela il patto con la Sacra corona unita CATANZARO. La 'ndrangheta aveva progettato di sequestrare Ylenia Carrisi, la figlia di Al Bano e Romina Power, poi scomparsa lo scorso anno a New Orleans. Il progetto di sequestro risale al 1982 ed avrebbe dovuto essere messo in atto in collaborazione con la Sacra Corona Unita. A fare la scoperta del progetto sono slati i magistrati della procura distrettuale di Catanzaro ed i carabinieri del Ros nel corso delle indagini sulle cosche della zona di Ciro Marina, in provincia di Crotone, e dell'alto Jonio cosentino. Le indagini hanno portato l'altro giorno all'operazione «Galassia», con l'arresto da parte dei carabinieri di un centinaio di presunti affiliati a 'ndrangheta e Cosa nostra e la scoperta degli stretti legami informativi ed operativi che hanno caratterizzato i rapporti tra le due organizzazioni. A riferire del progetto di sequestro di Ylenia Carrisi è stato il pentito Francesco Cavallaro, emissario delle cosche del Cirotano in Germania, dove fu arrestato nel 1984 per l'omicidio di un italiano. Cavallaro ha detto che parlò del possibile sequestro della figlia di Al Bano con un esponente di spicco della Sacra Corona Unita, Pietro Chirico, di Lecce, presentatogli da Umberto Bellocco, di Rosamo, uno dei boss più autorevoli della 'ndrangheta. Ylenia Carrisi avrebbe dovuto essere sequestrata a Cellino San Marco. 11 progetto di sequestro di Ylenia Carrisi fu poi accantonato, secondo quanto ha riferito Cavallaro, perché le cosche della 'ndrangheta ritennero più conveniente dedicarsi ai traffici della droga, intrecciando stretti rapporti, a tale proposito, con Pietro Vernengo, di Cosa nostra, che avrebbe aperto in Calabria due raffinerie di eroina. Francesco Cavallaro ha parlato anche della partecipazione delle cosche del Crotonese nel sequestro di Paul Getty Junior, rapito a Roma il 9 luglio del 1973 e liberato il 15 dicembre successivo dietro pagamento di un riscatto di un miliardo e settecento milioni di lire. Secondo quanto ha riferito Cavallaro, ad eseguire il sequestro del giovane sarebbero stati Antonio Dragone, dell'omonima cosca di Isola Capo Rizzuto (Crotone), ed alcuni elementi del gruppo degli Arena, anch'esso con base ad Isola Capo Rizzuto. Paul Getty, stando al racconto del collaboratore, fu portato in Calabria a bordo di un'automobile e consegnato alla cosca di Saverio Mammoliti, il boss di Castellace di Oppido Mantellina, Cavallaro ha pure riferito del risentimento delle cosche del Crotonese nei confronti di quelle del Reggino per il fatto di non avere ricevuto alcuna contropartila economica dalia loro partecipazione al rapimento. Sabato i carabinieri hanno notificato informazioni di garanzia, in cui s'ipotizza il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso, al deputato Amedeo Matacena, di Forza Italia: agli ex sottosegretari di Stato Attilio Bastiànini, del pli, e Salvatore Frasca, del psi (quest'ul¬ timo è stato anche per molti anni sindaco di Cassano allo Jonio) ed al prefetto di Bari, Corrado Catenacci, ex prefetto di Salerno e Cosenza. I rapporti tra cosche ed esponenti polìtici, in particolare, riguarderebbero episodi di voli di scambio e presunte facilitazioni nell'assegnazione ad imprese «vicine» alle cosche degli appalti di alcune importanti opere pubbliche. Per quanto riguarda Amedeo Matacena, si è appreso che il suo coinvolgimento nelle indagini deriva da un suo presunto interessamento nelle elezioni politiche del 1992 in favore di Attilio Bastiànini, che in occasione di quella consultazione si candidò in un collegio della provincia di Cosenza. Secondo l'accusa, Matacena avrebbe avuto contatti, in tal senso, con una cosca dell'Alto Jonio. Bastiànini, comunque, non riuscì a farsi eleggere perché il seggio alla Camera fu ottenuto da un altro candidato del pli. Immediata la replica di Bastiànini: «Per le elezioni politiche del 1992 sono stato, torinese, capolista in Calabria (regione con cui nulla ho avuto a che fare prima e dopo) per richiesta del pli nazionale e regionale. Nel corso della campagna elettorale - ha continuato Bastiànini - ho passato in lutto quattro giorni non consecutivi nella zona di Sibari e di Castrovillari, partecipando a dibattiti, attività politiche ed incontri che ricordo uno per uno. Nulla riesco a rammentare che mi possa in qualche modo avvicinare alle indagini in corso». [d. ni.) Dall'operazione Galassia nuove rivelazioni anche sul sequestro di Paul Getty junior A sinistra Paul Getty junior. A destra, Ylenia Carrisi insieme con la madre Romina Power