Sgominata banda di falsari

40,, A Giaveno la zecca clandestina. Arrestati atei tre membri della gang CmaimimmAm L«._J«. J! .! sgominala pancia ai falsari Stampavano soldi fasulli per miliardi Al telefono si parlava di una macchina capace di stampare banconote, italiane e straniere. E gli agenti della mobile, che indagavano su un caso di usura, anno intuito che quell'inchiesta li avrebbe portati lontani. Ora gli inquirenti raccontano di cpjelle intercettazioni, di quegli accertamenti, di quei pedinamenti. Cinque le persone arrestate. E' stata anche scoperta in una villa di Giaveno una zecca clandestina. I solca, miliardi, in banconote da 10 e 100 mila, venivano stampati in una cantina, con macchinari sofisticati. E c'è il sospetto che da quella zecca siano anche usciti milioni di franchi francesi. Naturalmente falsi. Le indagini, racconta il dottor Cracovia, vice dirigente la squadra mobile, sono partite nel giugno '94 quando gli agenti avevano scoperto a Volvera tracce di una zecca clandestina: migliaia di pezzi da 10 franchi, pronti per essere spac- ciati in Costa Azzurra. Vennero fermate due persone: Chiriaco Vitaliano, 37 anni e la sua convivente, Mirabella Natalino, 28 anni. Quel giorno il capo della mobile Salvatore Mulas disse che furono trovate le banconote francesi, ma non la zecca: «Qualcuno ci ha detto che era appena stata spostata, indaghiamo seguendo questa labile traccia». Quella zecca fantasma è stata cercata per un anno. La svol¬ ta nelle indagini si è avuta lo scorso febbraio, quando negli uffici della mobile si è presentato un impresario edile: «Avevo bisogno di soldi, ho chiesto un prestito, sono finito nelle mani degli usurai. Mi hanno rovinato, adesso mi minacciano». E ha raccontato la sua storia. Gli agenti hanno teso una trappola. Nella rete sono finite due persone: Calcedonio Condorelli, 41 anni, e Ermes Fabbris, 42 anni. Sembrava una storia di usura e di estorsione. Ma nella casa di Fabbris, a Giaveno, è stata trovata la zecca. Che funzionava pochi giorni, sei o sette. Poi le apparecchiature venivano smontate e portate da un'altra parte, nel Torinese. Dopo l'arresto di Condorelli e Fabbris le indagini del sostituto procuratore dottoressa Viglione hanno portato a identificare e arrestare altri tre componenti la banda: i fratelli Carlo e Antonio Gesnelli, 44 e 38 anni, abitanti a Susa in via Martiri della Liberta 61; e Antonio Lovecchio, 33 anni, anche lui di Susa, corso Stati Uniti 47. Avrebbero procurato l'apparecchiatura per la zecca; Pagamento in contanti. Ed Antonio Gesnelli l'assicurava tutti ricordando che la moglie è direttrice di un'agenzia della Crt in una nota località sciistica. La donna, i Gesnelli sono separali da anni, è totalmente estranea alla vicenda. [e. mas.] Da sinistra, Antonio Gesnelli e Antonio Lovecchio. facevano parte della banda di falsari, che aveva la stamperia a Giaveno

Luoghi citati: Cracovia, Giaveno, Susa, Volvera