Case popolari per nababbi Inquilini in piazza: affitti alle stelle di Enzo Bacarani

«Con la delibera del governo si colpiscono le famiglie povere» «Con la delibera del governo si colpiscono le famiglie povere» Case popolari per nababbi Inquilini in piazza: affitti alle stelle «Alloggi popolari per nababbi». E' questa la prospettiva che si sta delineando a Torino e provincia, secondo i sindacati degli inquilini. Ieri mattina in piazza Castello davanti alla sede della giunta regionale un migliaio di assegnatari hanno manifestato. Il rischio che corrono è di veder quadruplicare il canone di affitto. Che cosa sta succedendo? Succede che ò stata emanata una delibera Cipe il 13 marzo, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 27 maggio. Secondo questa delibera, il canone di affitto delle case popolari non verrà più calcolato in base al reddito di chi ci andrà ad abitare, ma tenendo conto del valore catastale dell'alloggio. Il cambiamento del meccanismo di calcolo del canone di affitto può comportare modifiche significative. Può accadere, ad esempio, che per un alloggio popolare di 90 metri quadri a Mirafiori abitato da tre adulti e due minori a carico con un reddito annuo di 28 milioni si passi dalle 185 mila lire al mese attuali a 585 mila lire. Un affitto che francamente è insostenibile per una famiglia in quelle condizioni. La delibera Cipe rischia in sostanza di vanificare anche la legge regionale piemontese, emanata la scorsa primavera, che regolamentava i canoni di affitto andando incontro alle esigenze delle famiglie meno abbienti. Le organizzazioni sindacali degli inquilini (Sunia-Cgil, Sicet-Cisl e Unial-Uil) hanno organizzato la manifestazione di ieri mattina e hanno ottenuto un incontro con i rappresentanti della giunta regionale. Soddisfatti i sindacati dopo il colloquio. Flavio Lughezzani dell'Uniat-Uil: «La giunta si è mostrata disponibile al confronto, il primo approccio è positivo». Diego Calabrese della Cgil: «La giunta regionale si è detta aperta alla discussione; per ora prendiamo atto di questa disponibilità». Che cosa vuol dire? Vuol dire che la nuova giunta regionale sta esaminando seriamente la possibilità di contrastare la delibera Cipe che, per certi aspetti, può presentare aspetti incostuzionali. E questo ó poprio ciò che chiedono i sindacati. Le Regioni - dicono Cgil, Cisl e Uil - si facciano carico del problema e combattano contro questa delibera. Tanto più che alcune Regioni, tra le quali proprio il Piemonte, si sono già dotate di una legge che regolamenta gli affitti in maniera equa. Spiega Andrea Parvopasso del Sunia-Cgil: «L'aumento stratosferico degli affitti che verrà determinato dall'attuazione della delibera Cipe si ripercuoterà inevitabilmente sui contratti stipulati privatamente, sui cosiddetti patti in deroga E' un meccanismo inevitabile: se cresceranno in maniera incontrollata gli affitti delle case popolari, è ovvio che saliranno in maniera altrettanto incontrollata i contratti stipulati secondo le regole dei patti in deroga». L'incontro in Regione è stato giudicato, comunque, in maniera positiva da parte dei sindacati. La giunta si è fatta carico di affrontare il problema e ha preso accordi con SuniaCgil, Sicet-Cisl, e Uniat-Uil per affrontare le questioni degli alloggi popolari. Enzo Bacarani Un momento della protesta dei sindacati degli inquilini davanti alla Regione

Persone citate: Andrea Parvopasso, Diego Calabrese, Flavio Lughezzani

Luoghi citati: Piemonte, Torino