Dini esulta l'Imi è tutta privata di Gianni Zandano

27 Collocato in poche ore il 19,6% del capitale (sul 27,8 offerto). Al Tesoro 1200 miliardi Dini esulta, l'Imi è tutta privata Nasce lasse San Paolo, Cariplo eMontepaschi MILANO. Al Tesoro, negli ultimi giorni, hanno lavorato freneticamente. E ieri hanno tirato le fila ed hanno brindato. E' concluso il collocamento del nocciolo duro dell'Imi, la prima privatizzazione del governo guidato da Lamberto Dini, nel rispetto della data annunciata: fine giugno. E' contento ovviamente anche il presidente dell'Imi, Luigi Arcuti, che da anni attendeva questa operazione. Da banche e privati è venuto ieri l'okay all'acquisto del 19,6% del capitale Imi sul 27,8% offerto, che porterà 1200 miliardi nelle casse del Tesoro. Resta al Tesoro il 6,92% che, come precisa una nota ufficiale, verrà ceduto «nei modi e nei tempi più opportuni, anche in relazione alle condizioni del mercato». All'appello hanno risposto le banche già azioniste dell'Imi: la Cariplo, che acquistando un'altra quota salirà dall'attuale 8,3% al tetto massimo consentito del 10%. Ha detto di «sì» la delegazione del Montepaschi di Siena, che comperando il 7% sfiorerà pure lei il fatidico 10%. E lo stesso farà il San Paolo di Torino, che oggi ha già in portafoglio il 6,4%. Hanno confermato l'ingresso la Cassa di Risparmio di Firenze e' quella di Bologna, con pacchetti che, stando alle anticipazioni dei giorni scorsi, dovrebbero aggirarsi intorno all'1,5%. Ma ci sono anche istituti esteri, come la Abn Amro, la Banque Indosuez e la Bayerische Landsbank. E un drappello di imprenditori privati italiani. Tutti costoro non dovrebbero tuttavia far parte del nucleo stabile. Lunedì il Tesoro fornirà i dettagli. Ma sembra certo che, nel nocciolo duro di Imi, ci saranno le tre grandi banche: Cariplo, San Paolo e Montepaschi. Confermando il disegno, peraltro .favorito dallo stesso presidente del Consiglio Dini, di dar vita ad una grande aggregazione bancaria che si appoggerà all'Imi come merchant bank e avrà nell'Ina la sua componente assicurativa. «Il gruppo di acquirenti - precisa la nota del Tesoro - vede la conferma dell'annunciata partecipazione di banche italiane, di banche estere e di imprenditori privati». Vi si legge che il prezzo medio di cessione, che porterà alla raccolta di 1200 miliardi, è pari a 10.513 lire (contro un prezzo di Borsa sotto le 10.000 lire) e media due prezzi. E' infatti stato fissato a 10.250 lire per pacchetti fino all' 1,5%, sarà invece di 10.900 lire, ossia con un sovrapprezzo di 650 lire, per quote maggiori. 1 sottoscrittori delle quote superiori all'1,5% si sono impegnati a non cedere le azioni per tre anni, mentre per i quantitativi inferiori l'impegno vale per soli tre mesi. Positive le valutazioni a caldo del presidente del Consiglio di Borsa, Attilio Ventura, secondo il quale i prezzi del collocamento «hanno superato le aspettative del mercato, e questo dimostra un forte impegno da parte del Tesoro, dei consulenti e degli acquirenti stessi». Ricordiamo che advisor del Tesoro, nell'operazione che ha visto impegnati tutti i ministri economici e in particolare Rainer Masera per il Bilancio e il direttore generale del Tesoro Mario Draghi, sono stati Warburg e la stes: a Imi. Mentre la valutazione dell'istituto è stata fatta da First Boston e Vitale e Borghesi. Prosegue Ventura: «E' un segnale forte, anche perché i mercati temevano qualcosa in meno. La privatizzazione dell'Imi può servire da buon auspicio per i prossimi passi sulla via delle privatizzazioni, in primo luogo dell'Ina. E può servire da stimolo anche per la costituzio- ne delle Authority, premessa necessaria per privatizzare Enel e Stet». E difatti, per l'Ina, come del resto ha confermato il presidente Sergio Siglienti all'assemblea di due giorni or sono, un nucleo stabile «prevalentemente nazionale, che garantirà il controllo italiano della compagnia» sarà definito «probabilmente entro luglio». Questo nucleo dovrebbe acquistare, con sovrapprezzo, circa la metà della quota Ina ancora in mano al Tesoro, pari al 52,75%. Poi, a settembre, come previsto, sarà dato il via all'Opv sul mercato. E' ben deciso a rispettare questi tempi il Tesoro. Anche per dimostrare che, quando non ci sono di mezzo i veti dei partiti come nel caso dei gruppi che dipendono dal varo delle Aulhorities, l'impegno dello privatizzazioni resta primario. La privatizzazione dell'istituto ebbe inizio nel gennaio 1994, con il lancio da parte del Tesoro in offerta pubblica di una prima tranche di titoli Imi a 10.900 lire, un valore che conteneva in sé anche 400 lire di cedola del dividendo. Valeria Sacchi Entrano anche le Casse di Firenze e Bologna Ventura: «Il prezzo superiore alle aspettative» si COSI' FINO A IERI LE QUOTE IMI Valori in percentuale Banco Napoli 2,1 LE TAPPE DELLE CESSIONI IMI SUBITO Il Tesoro ha già collocato sul mercato il 33% per 2.180 miliardi. In vendita la quota residua. INA ENTRO LUGLIO Il Tesoro ha già collocato sul mercato il 47% per 4.700 miliardi. In vendita la quota residua. ENI AUTUNNO '95? Il gruppo viene valutato intorno ai 30 mila miliardi, ma inizialmente sarà ceduto il 10-15%. ENEL AUTUNNO '95? Il valore dell'intera società si aggira intorno ai 50 mila miliardi STET AUTUNNO '95? La quota in vendita è dell'IRI (64%) e vale circa 12 mila miliardi. Luigi Arcuti presidente dell'Imi e (a fianco) Gianni Zandano presidente del gruppo San Paolo