Ambra quella lacrima sul viso inquadrata con morbosa insistenza di Alessandra Comazzi

F TIVU'&TWU' Ambra, quella lacrima sul viso inquadrata con morbosa insistenza Ibimbi crescono, le mamme imbiancano, e «Non è la Rai» finisce, chiusa intorno alla maggiore età di Ambra Angiolini. Quella ragazza che dice molte volte «insomma», che parla con un piuttosto antipatico birignao, che sta collegata via auricolare con il Gran Suggeritore Boncompagni. Ma, assicura lo stesso Boncompagni in procinto di ritornare alla Rai, chiamato dal suo grande amico Brando Giordani, direttore della prima rete, Ambra è intelligentissima, sveglissima, e capisce al volo ciò che bisogna fare: cosa effettivamente inconsueta dovunque, negli ambienti di lavoro e non solo. E così venerdì si è svolta, in un tripudio di adolescenziali lagrime inquadrate con gioiosa insistenza, l'ultima puntata della trasmissione: canzoni, sfilate, balletti e sculettamenti, alla presenza delle «vecchie glorie» del programma, ormai troppo vecchie per i gusti dei vari Hun\beit Humbert che mai fossero disseminati davanti alle telecamere. Piccole lolite nabokoviane, quelle di Italia 1, private della loro età verde da una televisione esigente e divorante, oppure giovani professioniste che si preparano ad una vita di lavoro, oppure ancora disincantate ragazzine che passano il tempo divertendosi, nell'attesa che venga quel giorno? Può essere tutto: certamente il programma è noioso, ma questa è la norma in televisione; certamente le illusioni possono nutrire soprattutto chi, realisticamente privo di altre possibilità, sogna di realizzarsi sui video (ricordate «Bellissima» di Visconti con la Magnani mamma scatenata sul futuro canterino della figlia?); certamente «Non è la Rai» è stato più un fenomeno enfatizzato dalla stampa che non un vero fenomeno di ascolti, mantenuti sempre (relativamente, si capisce, alle grandi cifre televisive), moderati. Successo facile e ingiustificato? Senza dubbio, ma anche questa non è una novità: così va il mondo. Anzi, così andava nel secolo ventesimo.... La televisione è zapping, cambiamento, salto ardito di tema e di materia. Dalla nullità canterina di «Non è la Rai» passiamo ad un programma che, per argomento e stile, sta televisivamente agli antipodi, mandato in onda intomo alle 11 di sera da Raitre Si intitolava «I panini», era dedicato ai preti palermitani, che vivono blindati, scortati, minacciati, criticati II regista era Aurelio Grimaldi, che ha montato le interviste come fossero un percorso unitario attraverso i quartieri più poveri di Palermo, attraverso gli sforzi per migliorare lo stato dello cose. Ragazzini sfrontati, prestissimo a contatto con droga e malavita, strutture sportive da costruire prima delle chiese, comunità per tossicodipendenti, con «un fantasma che aleggia», quello di Muccioli, che nessuno giudica, ma con il quale, si capisce, i preti palermitani non sono d'accordo. Il film-documento di Grimaldi tentava pure un percorso privato intorno alla vita dei sacerdoti. Sei mai stato innamorato?, si chiedeva. Certo che ci si può innamorare, poi bisogna vedere come si reagisce: è necessario riuscire a trasformare l'amore per una persona in energia positiva per tutti. Se lo immagina, chiedeva padre Sorge, don Bosco con una moglie e tre bambini? Alessandra Comazzi

Persone citate: Ambra Angiolini, Aurelio Grimaldi, Boncompagni, Brando Giordani, Humbert, Magnani, Muccioli, Ragazzini, Visconti

Luoghi citati: Italia, Raitre