Volo di morte per 5 «parà»

Volo di morte per 5 «para» Schianto sui monti d'Albenga Volo di morte per 5 «para» ALBENGA NOSTRO SERVIZIO Tutta colpa della foschia. L'incidente aereo che ieri pomeriggio ha causato sei morti nell'entroterra di Albenga è stato causato dall'umidità che, come una coperta, ha avvolto la Liguria. Sono morti cinque giovani paracadutisti ed il pilota di un Cessna 206 che li portava in quota per i lanci sull'aeroporto «Clemente Panerò» a Villanova d'Albenga. Il pilota, Giuseppe Fazzolari, 36 anni, torinese, si è probabilmente sbagliato. Arrivando dal mare deve avere imboccato la pianura della vai Varatella anziché quella del Centa. Un errore fatale. In vai Varatella, sulla destra, si stagliano le montagne che fanno da spartiacque con la Val Bormida, alte quasi mille metri. Quando il pilota ha virato, nascoste dalla foschia, si è trovato di fronte le rocce dello Scravaion, troppo tardi per tentare una manovra riparatrice. Il Cessna 206 si è schiantato sulla montagna con un boato che è stato udito sino a Loano, sulla costa, a una decina di chilometri di distanza. Assieme a Giuseppe Fazzolari, pilota di esperienza, sono morti Franco Gallo, 34 anni di Imperia, Francesco Puccio, 26 anni di Alassio, Landò Socci, 23 anni di Chiavari, Stefano Spilinga e Giorgio Capri, entrambi di 25 anni, abitanti a Genova. Si erano trovati ieri pomeriggio a Villanova per divertirsi e praticare il loro sport. Come ogni sabato avevano affittato il Cessna 206 che, da Garzigliana, era arrivato al «Panerò» in tarda mattinata. Alle 13,30 il primo decollo con cinque para, sganciati poco prima delle 14 sul campo di atterraggio. Pochi minuti di sosta per fare rifornimento e caricare la seconda ondata di paracadutisti e poi via, nuova¬ mente in volo. Alle 14,20 la torre di controllo di Albenga ha sentito il pilota annunciare il fatidico «Un minuto al lancio». Poi più niente, nessun contatto radio, sparito dai radar di Capo Mele. Pochi minuti ancora e il Cessna 206 è stato dichiarato disperso, un eufemismo burocratico per non dire precipitato. Le ricerche sono scattate immediatamente. Che il velivolo fosse finito verso la Val Varatella è stato subito chiaro. Dall'aeroporto di Genova si è alzato l'elicottero AB 412 dei vigili del fuoco comandato da Walter Spanò. Da Villanova Mauro Zunino, presidente dell'Aeroclub, si è alzato in volo con il suo Piper. Decine di ricognizioni dall'alto per cercare di trovare una traccia del Cessna disperso. Ma la foschia ha reso tutto difficile, impossibile riuscire ad avvicinarsi alla montagna senza il rischio di un altro schianto. Da terra, sopra Castelvecchio di Rocca Barbena, si sono organizzate squadre composte da carabinieri, vigili del fuoco, guardia forestale, volontari del posto. Tutti a rastrellare il bosco, tra roveti e cespugli, per cercare una traccia dell'aereo. Alle 17,30 la conferma. Una squadra di soccorso, quella dei carabinieri, ha avvistato il relitto dell'aereo, pochi pezzi di lamiera dilaniati dallo schianto e dal fuoco. Per i sei occupanti non c'era più nulla da fare, morti sul colpo nell'impatto. «Non si devono essere accorti di niente», ha commentato uno dei carabinieri. Le operazioni per recuperare i resti del pilota e dei paracadutisti sono stato difficili. Il terreno impervio ha reso lente e pericolose le manovre. Il lavoro riprenderà questa mattina per rimuovere anche il relitto dell'aereo. Stefano Pezzini