Arafat: doppio attentato in Etiopia « Ero nel mirino con Mubarak »

Arafat: doppio attentato in Etiopia « Ero nel mirino con Mubarak » Arafat: doppio attentato in Etiopia TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Ancora una volta Yasser Arafat è vivo per miracolo. Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) doveva morire ad Addis Abeba assiemo col presidente egiziano Hosni Mubarak, ma il caso e forse qualcosa di più - ha voluto altrimenti. Queste sorprendenti rivelazioni sono giunte ieri da un dirigente dell'Anp, Tayeb Abdel Rahim, a poche ore da un delicato vertice fra Arafat e il ministro israeliano degli Esteri Shimon Peres che è stato dedicato all'esame degli accordi di autonomia in Cisgiordania. Avrebbero dovuto essere conclusi ieri, e invece la firma dovrà slittare di alcune settimane. Questo rinvio ha provocato nuove dimostrazioni in Cisgiordania nel corso delle quali è rimasto ucciso un giovane palestinese. I terroristi che hanno sparato contro la limousine di Mubarak ha detto Abdel Rahim a Gaza, al termine del settimanale Consiglio dei ministri dell'Anp - volevano uccidere altri due presidenti: uno di questi, ha aggiunto, era Arafat. Il funzionario palestinese non ha voluto rivelare ulteriori dettagli sul fallito complotto né ha precisato se debba ritenersi significativo il fatto che il commando che ha agito contro il Presidente egiziano avesse preso in affitto il mese scorso un appartamento proprio di fronte alla sede della delegazione diplomatica palestinese ad Addis Abeba. Nella meccanica dell'agguato a Mubarak ci sono altri elementi che potrebbero avvalorare la ricostruzione di Abdel Rahim. Una delle domande che non hanno tuttora risposta è per quale ragione contro l'automobile blindata di Mubarak i terroristi abbiano pre¬ ferito usare i mitra (rivelatisi inefficaci) piuttosto che razzi anti-carro «Rpg», di cui pure disponevano. Resta inoltre ignoto il «destinatario» di un'autobomba trovata - secondo la tv egiziana presso l'ambasciata palestinese. Le affermazioni di Abdel Rahim sono tuttavia sorprendenti perché nelle scorse settimane i dirigenti sudanesi - che secondo l'Egitto avrebbero ispirato l'attentato di Addis Abeba - si sono prodigati per cercare di raggiungere un modus vivendi a Gaza fra l'Anp e l'opposizione islamica. Gli attentati sventati ad Arafat, veri e presunti, non si contano quasi più. Uno di essi fu denunciato il primo luglio 1994 quando un uomo sospetto si avvicinò al palco da cui il leader palestinese stava pronunciando il suo primo discorso dopo il ritorno a Gaza. Agenti palestinesi si buttarono a pesce sull'uomo che aveva in mano un oggetto voluminoso «da cui sombrava spuntare la canna di una pistola»: era invece una vecchia e massiccia macchina fotografica russa. Nei mesi successivi i servizi di sicurezza palestinesi hanno poi arrestato killer di Abu Nidal (incaricati di uccidere Ara fati e - secondo la tv israeliana hanno disinnescato una carica esplosiva collocala nel suo ufficio. Due settimane fa un colono ebreo di Gaza avrebbe inoltre aperto il fuoco contro l'elicottero del «rais» palestinese: un giornalista britannico afferma che sulla carlinga si vedovano i fori dei proiettili, ma dall'ufficio di Arafat smentiscono. Aido Baquis