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L'Acqua Marcia in rosso tornerà a Piazza Affari Caltagirone assicura: flottante vicino al 10% L'Acqua Marcia in rosso tornerà a Piazza Affari ROMA. L'Acqua Marcia ha chiuso il '94 con una perdita di 131 miliardi (in gran parte già ripianati) e rientra nella quotazione ordinaria alla Borsa di Milano. L'assemblea dei soci, riunita ieri mattina, ha infatti approvato il bilancio 1994 che si è chiuso con una perdita di 130 miliardi a 401 milioni, già ripianata per 1 19 miliardi e 938 milioni a seguito di quanto deliberato dall'assemblea straordinaria del 15 dicembre scorso. La perdita residua è dunque pari a 11 miliardi 463 milioni, rispetto ai circa 24 miliardi di utile conseguiti a fine 1993. A livello consolidato, il '94 si è chiuso per l'Acqua Marcia con una perdila di circa 154 miliardi di lire, già ripianata per 119,9 miliardi, contro un utile di circa 24 miliardi dell'esercizio 1993. Tornando alla capogruppo, le componenti più rilevanti che hanno inciso sul risultato dell'esercizio - secondo quanto emerge dalla relazione sulla gestione - riguardano principalmente lo svalutazioni della concessione a gestire lo Stadio delle Alpi di Torino (oltre 73 miliardi) e delle partecipazioni totalitarie nelle controllate in liquidazione Sima (quasi 29 miliardi) e Museuni società per l'arte (15 miliardi), nonché l'accantonamento effettuato per l'adeguamento del fondo rischi per vertenze legali (6,5 miliardi). Lo componenti positive più significative sono invece quelle connesse all'operazione Sapam Due. Per quanto riguarda il titolo Acqua Marcia, è stato precisato che già dalla settimana scorsa è stato riammesso alla contrattazione sul mercato del venerdì. Il presidente della società, Giuseppe Caltagirone, parlando con i giornalisti, ha poi reso noto che a breve il flottante dovrebbe essere portato al 10%. Rispondendo infine ad una domanda sull'eventuale interesse per le grandi privatizzazioni, ha risposto: «Siamo molto impegnati a rilanciare la società. Non si può escludere nulla».