Eltsin sacrifica i falchi del governo

Elttsin sacrifica i falchi del governo Pressato dalla Duma e da Cernomyrdin, il Presidente liquida due ministri e il responsabile della Sicurezza Elttsin sacrifica i falchi del governo Per Grozny e Budionnovsk cadono le teste di tre «fedelissimi» LA RESA DEI CONTI AL CREMLINO MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Eltsin ha ceduto su tre dei quattro «duri», responsabili con lui della tragedia cecena e del disastro di Budionnovsk. Il portavoce del presidente, ieri sera, ha reso noti i nomi dei sacrificati: Viktor Erin, ministro degli Interni, Serghei Stepashin, direttore dei Servizi di sicurezza, Nikolai Egorov, vicepremier e ministro per le nazionalità. Con la modesta aggiunta del governatore di Stavropol, Evghenij Kuznetsov. Si è salvato il più importante: Pavel Graciov, ministro della Difesa. Di lui Eltsin proprio non può fare a meno. «E' stata una decisione difficile», riferisce il portavoce. E c'è da credergli. Eltsin aveva cercato fino all'ultimo di raggirare la Duma, costringendola a votare «al buio» la fiducia al governo, cioè senza sapere quali decisioni avrebbe preso il presidente. La mossa era stata abile. Dopo la riunione del Consiglio di Sicurezza, in cui tutti i silurati sedevano, era stato fatto trapelare che tutti (o alcuni di loro, incluso Oleg Lobov, segretario dell'organismo) avevano messo le loro dimissioni sul tavolo. Ma Eltsin si era «riservato di decide °». In un primo tempo aveva detto che i suoi orientamenti sarebbero stati resi pubblici il 22 luglio. L'altro ieri aveva accorciato i tempi: deciderò il 10 luglio. Ma la Duma vota oggi. E molte frazioni parlamentari minacciavano che, se Eltsin non avesse scoperto le carte, avrebbero rivotato la sfiducia al governo aprendo una crisi politica di vaste proporzioni. Eltsin aveva risposto che avrebbe semplicemente sciolto il parlamento e indetto elezioni anticipate. Ma i rapporti di forza non sono più quelli d'un tempo. E si è capito che il premier Viktor Cernomyrdin è ora in condizione di dettare, se non tutto, molto. A ben vedere lo sbocco di ieri è il risultato della sua offensiva politica, cominciata con la liberazione degli ostaggi a Budionnovsk e ter¬ minata (anche se ai punti) con il licenziamento dei tre ministri. Ora Cernomyrdin è più forte di prima, anche perché è la prima volta, da quando Eltsin è in carica, che il capo del governo mostra una forza sufficiente per imporre le sue decisioni. Del resto era stato chiaro fin dall'inizio della crisi che una parte cospicua dei deputati non aveva di mira Cernomyrdin ma lo stesso Eltsin. E Cernomyrdin ha detto chiaro a Eltsin che non era disposto a mettere a repentaglio il suo governo per difendere i responsabili del disastro ceceno. Ieri, appena è giunta la notizia ufficiale dei decreti presidenziali che liquidavano i tre della «banda dei quattro», l'unico a manifestare esplicita soddisfazione è stato proprio Cernomyrdin: «Hanno fatto una cosa giusta a dimettersi, l'unica cosa giusta che potessero fare. I colpevoli devono essere indivi¬ duati». E così Cernomyrdin guadagna altri punti in popolarità, facendosi interprete dell'esecrazione popolare. A questo punto la gran parte degli osservatori ritiene che oggi la Duma, anche se solo parzialmente soddisfatta, non rinnoverà la sfiducia al governo. Anche se comunisti, agrari, Jabloko (Javlinskij), Partito Democratico (Glaziev) e Zhirinovskij (con altre motivazioni) ribadiscono che la sfiducia era motivata non solo dalla vicenda di Budionnovsk ma anche e soprattutto dalla critica dell'intera politica governativa, appare molto probabile che non tenteranno l'affondo. Possono contare su circa 200 voti, che non sono sufficienti. I parlamentari di Gaidar hanno già fatto sapere di essere soddisfatti. E, altro segnale d'incertezza, i comunisti di Ziuganov hanno annunciato ieri che l'apertura del procedimento di im¬ peachment contro Eltsin sarà rinviata alla seduta plenaria del 5 luglio. La crisi sembra dunque scongiurata nell'immediato. Ma quanto è accaduto ieri muta sostanzialmente il quadro politico in Russia. Eltsin e la sua squadra non sono più in sintonia con il capo del governo. Al contrario s'intravede un gioco di sponda sempre più netto tra il premier c diverse frazioni della Duma. Contro il presidente, che esce fortemente indebolito da questo braccio di ferro. Tanto più pericoloso per Eltsin, dato che questa evoluzione della situazione indica ormai che Cernomyrdin può diventare il vero candidato alternativo nelle elezioni presidenziali dell'anno prossimo (sempre che ci si arrivi). Proprio ciò che la squadra del presidente non vuole. Giuliette Chiesa Il premier russo Cernomyrdin

Luoghi citati: Grozny, Mosca, Russia